Indossereste un olio profumato nato più di 3500 anni fa? Presto potrebbe essere possibile, grazie al lavoro di un gruppo di ricerca dell’Università di Bologna che ha ricostruito la ricetta di un antico olio miceneo decifrando testi in Lineare B incisi su tavolette di argilla e confrontandoli con scritti medici di origine greca.

Insieme a celebri miti come quelli del filo di Arianna e del labirinto del Minotauro, Micene era nota nell’antichità anche per la sua industria di profumi, che viaggiavano fino a Creta e nei regni della Grecia continentale. È da questa tradizione, di cui restano diverse testimonianze scritte, che è partito il lavoro di ricerca di Laura Bellinato, studentessa di Filologia Classica che per la sua tesi di laurea ha cercato di ricostruire il metodo di produzione di una particolare tipologia di olio profumato di epoca micenea.

L’impresa è stata realizzata con il supporto di Silvia Ferrara, professoressa al Dipartimento di Filologia classica e Italianistica dell’Alma Mater e coordinatrice del progetto ERC INSCRIBE, dedicato all’invenzione della scrittura nel mondo e alla decifrazione di scritture antiche dell’Egeo.

“L’olio miceneo era un prodotto molto ricercato per la sua alta qualità ed era commerciato in tutto il Mediterraneo orientale: probabilmente veniva usato tanto per funzioni religiose che per la cura del corpo e l’igiene quotidiana”, spiega Laura Bellinato, che ora è borsista di ricerca per il progetto INSCRIBE. “Per realizzarlo venivano usate diverse piante tipiche del territorio trattate con numerosi passaggi, per poter infondere nell’olio non solo tutti i loro profumi, ma anche le loro proprietà curative”.

Notizie su questo antico olio compaiono incise su antiche tavolette di Lineare B, un sistema di scrittura sillabico utilizzato dalla civiltà micenea e decifrato per la prima volta settant’anni fa. Il gruppo di ricerca ha decifrato alcuni logogrammi e monogrammi contenuti sulle tavolette, comparando poi le informazioni raccolte con testi e documenti di origine greca come trattati di botanica e medicina.

“Il confronto con testi di differenti provenienze, anche se con datazioni più recenti, ci ha permesso di fare un’analisi comparativa per ricostruire le formulazioni dell’epoca”, spiega la professoressa Ferrara. “È così che abbiamo potuto replicare la ricetta e riprodurre un primo campione, che ha dato risultati promettenti”.

Un successo che il gruppo di ricerca vuole ora portare avanti per sviluppare e diffondere questo prodotto con radici antichissime. Grazie al coinvolgimento di Claudia Tomasini, professoressa al Dipartimento di Chimica “Giacomo Ciamician” dell’Alma Mater, è nata infatti una collaborazione con il laboratorio del corso in Advanced Cosmetic Sciences per avviare le fasi di testing e di perfezionamento dell’olio miceneo.

Didascalie immagini:

  1. Campione dell’antico olio miceneo realizzato dal gruppo di ricerca dell’Università di Bologna
  2. Tavoletta di argilla proveniente dal palazzo miceneo di Pilo, che riporta il segno del profumo alla salvia, scritta in Lineare B e risalente al 1200 a.C.

 

 

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