Libertà, eguaglianza e fratellanza compongono insieme un motto universale, nato in Francia tra Lumi e Rivoluzione per cambiare il mondo e dare piena dignità e cittadinanza alle persone. Parole che sono all’origine del Primo Tricolore, il padre della bandiera italiana, nato a Reggio Emilia nel 1797 ed innervano di valori vitali anche il mondo dello Sport.

Perciò oggi pomeriggio nella Sala rossa del Municipio di Reggio Emilia, il sindaco Marco Massari e l’assessora allo Sport Stefania Bondavalli hanno consegnato a Yassin Bouih, campione d’atletica, in partenza per le Olimpiadi di Parigi, il Primo Tricolore, quale omaggio personale e al pool di atleti reggiani che nella capitale francese gareggeranno in diverse discipline sportive.

Da Reggio Emilia saranno, infatti, quattro gli atleti a scendere in pista per partecipare e per cercare di realizzare buoni risultati se non il sogno di un podio: oltre a Yassin Bouih, mezzofondista e impegnato nei 3.000 siepi, Ana Maria Vitelaru, campionessa paralimpica di handbike, Sofia Morini già domani impegnata nella staffetta del nuoto e la velocista Zaynab Dosso impegnata nei 100 metri piani.

Domani Yassin raggiungerà nella capitale francese le tre colleghe, che per motivi organizzativi sono dovute partire all’inizio della settimana e non hanno potuto partecipare all’incontro di oggi.

Il Primo Tricolore è il riconoscimento più importante conferito da Reggio Emilia a cittadini particolarmente meritevoli, nei campi più diversi.

In questo caso, oltre al riconoscimento del duro lavoro, costruito su allenamenti fisici e mentali, che sta dietro una convocazione alle Olimpiadi, il Primo Tricolore ai quattro atleti è anche il riconoscimento del ruolo di ambasciatori dello sport reggiano.

 

HANNO DETTO – “Grazie Yassin di avere accettato il nostro invito ad essere qui oggi a ritirare il Primo Tricolore, il più importante riconoscimento che l’Amministrazione comunale attribuisce a chi si è distinto nella propria attività. Ringrazio anche l’allenatore di Yassin, Vehid Gutic, per aver acconsentito a questa presenza a pochi giorni dalla partenza per Parigi, la Fondazione per lo Sport, l’Atletica Reggio, le Fiamme Gialle che hanno reso possibile questa iniziativa. Voglio però inviare un saluto anche alle altre tre atlete reggiane che saranno impegnate nelle gare olimpiche: ossia Annamaria Vitelaru, Zaynad Dosso e Sofia Morini. Anche a loro, invio un grande in bocca al lupo”, ha detto il sindaco Marco Massari.

“Pochi giorni fa ho scritto al presidente del Coni Malagò e al presidente del Cip Pancalli, e ovviamente ai loro omologhi reggiani – ha proseguito il sindaco – per ricordare il valore di quel Tricolore che le nostre atlete e i nostri atleti porteranno sul cuore durante i Giochi olimpici” e ha citato alcuni passaggi della lettera: “Spero che l’impegno, il sacrificio, lo spirito che hanno motivato coloro che idearono a Reggio Emilia la nostra amata bandiera possano accompagnarvi durante le gare e infondervi la forza per approdare agli obiettivi che vi siete prefissati. Una bandiera rappresenta soprattutto una comunità, che si riconosce in valori quali la pace, la giustizia, l’accoglienza, l’uguaglianza e la libertà. Valori contenuti, non a caso, nella nostra Carta costituzionale. Spero, fuor di retorica, che nel momento in cui vestirete la vostra tenuta sportiva, possiate riconoscervi in questo Paese che sulla sua bandiera ha fondato una storia secolare fatta di grandi vittorie e di grandi errori, di sonore batoste e di utili rinascite, di Resistenza e di opposizione agli invasori e agli usurpatori. Come nella staffetta, meravigliosa metafora che lo sport ci offre dell’aiuto reciproco, spero con queste poche righe di avervi passato il testimone del Tricolore”.

Durante l’incontro in Sala rossa, il sindaco ha poi sottolineato che “l’idea che molti dei nostri atleti oggi non abbiano nomi di chiara origine italiana ci rende ancora più orgogliosi di quello che siamo: la nostra non è una società fondata sui legami di sangue, è una società fondata sull’adesione a un sistema di valori. Siamo italiani se siamo capaci di essere comunità, di aiutarci l’un l’altro, di ascoltarci, di rispettare le stesse regole, di vivere insieme. Reggio Emilia, città del Tricolore, è anche città di integrazione, di accoglienza, di pace. Ecco perché abbiamo atleti così forti!

“Forza Yassin, forza Annamaria, Zaynab, Sofia e un grande in bocca al lupo – ha concluso Massari – a tutte e tutti coloro che indosseranno la nostra bellissima bandiera Tricolore”.

“Il Primo Tricolore, padre della bandiera italiana, vuole essere di buon auspicio per atleti che, oltre all’Italia, rappresenteranno la nostra città in un evento unico – ha detto l’assessora allo Sport, Stefania Bondavalli – Ci fa particolarmente piacere che nella delegazione reggiana vi sia una forte presenza femminile, ad avvalorare il significato, anche culturale, dello sport di genere, nonché della dimensione paralimpica, che sostanzia in modo compiuto lo sport che accoglie, include e offre a tutti pari opportunità.

“Yassin Bouih – ha aggiunto l’assessora – è inoltre uno degli esempi di come nella nostra città, nella stagione della mobilità internazionale delle persone, sia possibile per tutti scrivere un proprio progetto di vita, corrispondente a caratteristiche, desideri e scelte. In bocca al lupo, dunque, a Yassin e alle altre tre atlete per realizzare il sogno olimpico”.

“Sono in Italia da quando avevo 12 anni – ha detto Yassin Bouih – e con i miei genitori ho ottenuto la cittadinanza italiana. Sognavo l’Atletica e a 16 anni ho iniziato a praticarla, con impegno, fatica e anche sconfitte, fino a poter rappresentare l’Italia e Reggio Emilia nel mondo. Il mio ideale era ed è Hicham El Guerrouj, il grande mezzofondista marocchino. Ma la mia gratitudine va ai miei genitori, a tutta la mia famiglia, agli amici che sono qui anche oggi e a Paolo Gilioli, tecnico e fondatore di Atletica Reggio: sua moglie mi ha donato poco fa una sua spilletta portafortuna.

“Il mio pensiero – ha concluso Bouih – va anche a due grandi campioni olimpionici reggiani: Stefano Baldini e Giuliano Razzoli, che non mi hanno fatto mancare la loro presenza e vicinanza anche in questi giorni di preparazione. A Reggio Emilia, dove si investe molto nell’Atletica e nei valori che questo sport porta con sé, non posso che dire ancora una volta grazie e credo di poterlo dire a nome di tanti ragazzi come me”.

Prima della consegna del Primo Tricolore a Yassin Bouih, sono intervenuti per un saluto e un ‘in bocca al lupo’ anche Ivano Prandi delegato Coni per la provincia di Reggio Emilia e Paolo Codeluppi, presidente di Atletica Reggio.

GLI ATLETI REGGIANI ALLE OLIMPIADI DI PARIGI – NOTE BIOGRAFICHE

Yassin Bouih, che alle Olimpiadi di Parigi rappresenterà l’Italia nella specialità dell’atletica 3.000 siepi, è nato a Reggio Emilia il 24 novembre del 1996 da genitori marocchini. E’ cresciuto sportivamente in città nella società sportiva Atletica Reggio. Attualmente allenato da Veith Gutich da qualche anno è fa parte del gruppo sportivo delle Fiamme Gialle.

Durante la carriera sportiva per allenarsi si è spostato tra Reggio, Roma e Torino. Conta ben 9 presenze in nazionale e quest’anno è stato convocato per partecipare alla gara di 3000 siepi alle Olimpiadi di Parigi. I genitori, trasferiti in Italia negli anni Novanta da Casablanca trovarono lavoro a Torino e poi in Emilia. Yassin cominciò a frequentare campi sportivi nel 2009 quando il tecnico reggiano Paolo Gilioli notò il suo promettente talento da mezzofondista. Nonostante il giovane preferisse lo sprint l’intuizione del tecnico si rivelò fondata: il suo primo successo tricolore da allievo nei 1.000 metri indoor fu una vera sorpresa. Da allora Yassin ha collezionato una serie notevole di successi: oro europeo juniores a squadre di cross nel 2014; nel 2016 oro under 23. Arruolato nelle Fiamme Gialle dal 2015 si è allenato a con Vittorio Di Saverio per poi passare nel 2018 sotto la guida prima di Luciano Gigliotti poi di Massimo Pegoretti. Nell’autunno 2021 è tornato a Reggio Emilia con Vehid Gutic. Dal 2022 si dedica ai 3.000 siepi e con la staffetta mista agli Europei di cross di Venaria Reale ha vinto un oro. Diplomato all’istituto tecnico, indirizzo relazioni internazionali, Yassin Bouih coltiva anche un’altra grande passione, la musica. Fin da piccolo si è fatto notare con il beatbox, la riproduzione di suoni degli strumenti con la bocca, e tra un allenamento e l’altro ha iniziato a scrivere testi e pubblicare singoli con il nome d’arte di “Buio”.

Ana Maria Vitelaru, classe 1983, è nata in Romania prima di trasferirsi in Italia appena diciassettenne. Un incidente mentre era alla stazione ferroviaria l’ha costretta all’amputazione di entrambe le gambe e a diversi interventi chirurgici, alcuni dei quali effettuati nel nostro paese. Sposata e residente da più di 15 anni a Reggio Emilia, lavora nell’industria tessile. Lo sport è sempre stato nel suo dna. Appassionata di trekking in montagna, per quasi un decennio ha giocato ad alti livelli a basket in carrozzina, facendo parte anche della nazionale italiana femminile dal 2004 al 2009.

Da sempre attratta dal ciclismo, ha iniziato ad allenarsi con l’handbike assieme al team di Obiettivo3, raggiungendo in breve tempo la Nazionale. Nel 2018 ottiene il terzo posto sia nella prova a cronometro che nella gara in linea ai campionati del mondo di paraciclismo a Ostenda in Belgio e il primo posto nella prova a cronometro ai campionati del mondo italiani a Francavilla al Mare. Nel 2019, si aggiudica il primo posto nella prova a cronometro e nella gara in linea ai campionati del mondo di Corridonia. A coronamento dei suoi enormi progressi, nel 2021 partecipa con la maglia azzurra alle Paralimpiadi di Tokyo, dopo aver ottenuto il primo posto anche nel campionato italiano. Nel 2022 vince una medaglia d’argento e una di bronzo al campionato mondiale in Canada.

Sofia Morini, nata nel 2003 a Reggio Emilia, è uno dei volti emergenti del nuoto tricolore. A 17 anni – primo tecnico Gabriele Bonazzi, prima società Uninuoto – decide di compiere il grande passo, trasferendosi dapprima a Bologna e successivamente a Livorno dove, sotto la guida di coach Stefano Franceschi, vuole compiere lo step definitivo sia a livello sportivo sia a livello personale. Partecipa sia agli Europei di Roma nel 2022 sia ai Mondiali di Fukuoka nel 2023, dove si mette in luce soprattutto a livello di staffetta. Appartiene al gruppo sportivo Esercito. La corsia, però, rappresenta solo una parte della sua vita. Fuori dalla vasca, infatti, è una ragazza poliedrica, amante dei viaggi e dell’arte in tutte le sue forme. Il prossimo capolavoro se lo vuole riservare per Parigi 2024 dove, nonostante sia una ragazza scaramantica, non vuole accontentarsi soltanto di partecipare.

Zaynab Dosso. Per gli amici è ‘Za’ ma il suo nome in arabo significa saggezza. Di origini ivoriane, arriva in Italia nel 2009 da Abidjan e raggiunge la famiglia, trasferitasi sette anni prima, abitando a Rubiera. Appassionata di pallacanestro, scopre l’atletica a 13 anni grazie all’insegnante di educazione fisica, dimostrando sin dalle prime apparizioni una certa superiorità rispetto alle coetanee. Acquisisce la cittadinanza italiana nel 2016.

Nella stagione indoor del 2022 compie una serie di progressi sui 60 metri, eguagliando per due volte il record nazionale di Marisa Masullo (7.19 nel 1983) e migliorandolo grazie al 7.16 e al 7.14 messi a referto rispettivamente ad Ancona e ai Mondiali di Belgrado. Nei 100 scende a 11.19, affermandosi come la seconda azzurra di sempre. Bronzo europeo a Monaco con la staffetta 4×100, nel 2023 pareggia il suo record italiano nei 60 indoor e anche il primato nazionale nei 100 di Manuela Levorato (11.14).

Ai Mondiali di Budapest, invece, arriva quarta in staffetta dopo il record di 42.14 in batteria. All’inizio del 2024 migliora tre volte il primato italiano dei 60 al coperto fino a 7.02 e vince il bronzo iridato ai Mondiali indoor di Glasgow, oltre a correre in 11.02 al meeting di Savona (nuovo record italiano in solitaria). A giugno il bronzo agli Europei di Roma. Appartiene alle Fiamme Azzurre; allenatore Giorgio Frinolli. Le sue altre grandi passioni sono la fotografia ed il ballo.

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