immagine d’archivio

Fiocco rosa in ambulanza questa mattina intorno alle 4:00, quando una 42enne di Fanano ha dato alla luce la sua secondogenita nel tragitto tra Fanano e Modena. Ricoverate al Policlinico, entrambe stanno bene.

In merito a quanto avvenuto, l’Azienda USL desidera innanzi tutto dare il benvenuto alla vita alla piccola e congratularsi con i genitori per questa nascita, poi ritiene di dover fornire alcune precisazioni, per aiutare la corretta comprensione dei fatti.

Come già osservato questa mattina dal Direttore dell’Ostetricia e ginecologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, il cosiddetto ‘parto precipitoso’ è un evento che avviene in poche ore e non è prevedibile, ciò significa che può avvenire ovunque e in qualsiasi momento, indipendentemente dalla distanza dall’Ospedale o Punto nascita, per questo motivo tali situazioni non sono mai ascrivibili alla chiusura di punti nascita “più vicini”. Anche sul nostro territorio infatti sono stati documentati casi, riportati anche dalla stampa locale, di donne che hanno partorito in casa, in auto o addirittura già fisicamente all’interno ma non ancora in reparto, nonostante abitassero molto vicino a un punto nascita.

Proprio per questo motivo gli operatori dell’emergenza-urgenza sono formati per assistere al meglio la donna, anche a distanza in attesa di intervenire sul posto e, una volta raggiunta, effettuare tutte le procedure necessarie e poi trasportarla con il neonato velocemente e in sicurezza presso il punto nascita più adatto alle condizioni di madre e bambino: anche in questo caso la rete ha funzionato. Il Dipartimento di emergenza-urgenza effettua periodici corsi di formazione, si svolgono audit insieme agli operatori di tutti i punti nascita ospedalieri con l’obiettivo di verificare eventuali criticità e di recente, insieme al Dipartimento materno-infantile, sono stati ulteriormente definiti i percorsi rispetto al trasporto in sicurezza delle donne in qualsiasi fase della gravidanza.

Il riferimento al punto nascita di Pavullo rischia di essere fuorviante anche perché non è possibile affermare che il posto più sicuro per il parto sia sempre quello più vicino, soprattutto a fronte dell’aumentare dei fattori di rischio delle partorienti, da una parte, e del ridotto numero di parti che si riuscivano ad assicurare in questo contesto, dall’altra. Un dato che – in virtù di precise norme nazionali e di parametri scientifici riconosciuti dalla comunità scientifica internazionale – è uno dei fondamentali criteri per poter assicurare l’équipe e l’expertise dei professionisti e le condizioni di sicurezza per mamme e bambini.

L’Azienda USL precisa infine che su tutta la provincia si è lavorato ad un progetto di rete ospedale-territorio che ha portato alla creazione di un’equipe integrata rispondente ai bisogni di salute della popolazione femminile, in una logica di rete con tutti gli altri servizi materno-infantili presenti in provincia, sia ospedalieri che territoriali. Si è dunque lavorato, e investito, per migliorare, e assicurare a tutte le donne (anche quelle seguite privatamente), tutte le fasi del Percorso nascita sia prima che dopo il parto. In particolare, in queste zone montane i dati dicono che tali servizi a Pavullo sono sempre più utilizzati – +12% di utenti tra il 2022 e il 2023 – con dati di esito superiori alla media provinciale e si lavorerà ancora per rafforzare ulteriormente la risposta ai bisogni di salute delle donne in gravidanza, che già dimostrano di utilizzare e apprezzare questa offerta.

Ora in onda:
________________