Torna la polemica sulle corsie ciclabili delimitate solo da righe dipinte che hanno lo scopo di segnalare ciò che è stato stabilito dal Codice della Strada già dal 1953: i ciclisti devono stare sulla destra e gli automobilisti per superarli devono osservare una “adeguata distanza laterale”.

Ne sono state disegnate 4 anche a Modena, ed ora non ci si limita più a criticarne la modalità di applicazione, ma a richiederne la loro rimozione con una mozione in Consiglio Comunale. Vero che in Italia sono una novità introdotta solo dal 2020 e non ancora ben assimilata, ma basterebbe spostarsi in qualsiasi altro paese europeo per vedere l’efficacia di simili provvedimenti a sostegno della sicurezza ed a favore di tutti gli utenti della strada.

FIAB ribadisce che le corsie tratteggiate sono uno strumento in più a disposizione delle Amministrazioni per ridefinire lo spazio stradale e che la loro cancellazione senza soluzioni alternative rappresenta un arretramento sul piano della sicurezza stradale. Tanto più che ad oggi non ci risultano aumenti di incidentalità a danno dei ciclisti sui tratti disegnati a Modena.

FIAB ritiene che siano preferibili piste ciclabili separate sulle strade più ampie, di connessione tra i quartieri e con le frazioni, ma quando si entra nelle strade di quartiere, con incroci ed intersezioni frequenti, le migliori esperienze europee hanno ormai dimostrato che le soluzioni più efficaci sono basate sulla condivisione dello spazio stradale e sulla moderazione della velocità del traffico motorizzato.

D’altronde spesso non ci sono reali alternative, perché una pista ciclabile separata deve avere una dimensione minima di 2,5mt a cui aggiungere 50cm di cordolo invalicabile: impiantare una struttura di queste dimensioni in Via Panni o in Via Tagliazucchi, significherebbe dover togliere una corsia di transito o una fila di parcheggi. Non è difficile immaginare che passeremo dalle preoccupazioni per la sicurezza di ciclisti ed automobilisti, alle proteste per l’introduzione di nuovi sensi unici o la rimozione dei parcheggi davanti a residenze e negozi.

Con la mera cancellazione della riga tratteggiata si tornerà per anni allo stato precedente in cui i cittadini pedaleranno nelle stesse strade senza alcuna segnaletica, in una situazione sicuramente più pericolosa.

Al contrario FIAB pensa che la nuova Amministrazione debba confermare senza dubbi quanto stabilito nel PUMS, secondo il quale nel 2030 Modena dovrà avere una rete interconnessa di ciclabili in sede propria su tutte le principali dorsali cittadine, ed una estesa rete secondaria di strade residenziali realizzate con la condivisione dello spazio attraverso riconoscibili elementi fisici di traffic calming. È una decisione già presa dal consiglio cittadino, nonché un impegno scritto anche nel programma elettorale di chi ha largamente vinto le ultime elezioni.

Per raggiungere questo obiettivo molto impegnativo, c’è bisogno di tempistiche celeri, risorse economiche certe, coinvolgimento della cittadinanza, e determinazione degli amministratori per portare a compimento un processo di pacificazione delle nostre strade che non è più procrastinabile.

(FIAB Ambiente e Bicicletta di Modena a.p.s.)

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