La nomina del nuovo commissario alla Peste suina africana è importante per mettere in campo tutte le misure necessarie a fermare quello che è un rischio mortale per la filiera e garantire indennizzi immediati agli allevamenti. È quanto afferma la Coldiretti nel rivolgere gli auguri di buon lavoro a Giovanni Filippini, attuale direttore generale per la Sanità animale del ministero della Salute designato a ricoprire l’incarico di fermare la diffusione della Psa. “Si tratta di una figura esperta del problema con la quale siamo pronti ad instaurare da subito una proficua collaborazione per adottare tutti gli interventi indispensabili per dare risposte ai nostri allevatori e all’intera filiera” sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.
«Non è più accettabile assistere all’abbattimento di migliaia di suini sani – dichiara Matteo Franceschini, presidente Coldiretti Reggio Emilia – a causa della diffusione del virus della psa nella popolazione fuori controllo dei selvatici. L’ultimo focolaio individuato a Piacenza è stato estinto rapidamente con l’abbattimento di tutti i capi».
A rischio c’è una filiera come quella suinicola italiana che è una delle più performanti dell’intero sistema agroalimentare nazionale con un valore tra produzione e indotto di circa 20 miliardi di euro, centomila posti di lavoro e 10 milioni di animali allevati che rappresentano il prodotto di base per la filiera dei grandi prosciutti Dop italiani (Parma San Daniele ma non solo) anche degli altri 20 tipicità Dop dei salumi e che anche a Reggio Emilia gioca un ruolo molto importante.
«Il primo passo da compiere – commenta Alessandro Corchia, direttore della Coldiretti reggiana – è prevenire e anticipare le difficoltà pensando a lungo termine e investendo nella ricerca, per evitare di dover sempre inseguire l’emergenza che ci porta a dover fronteggiare i danni per i quali servono gli indennizzi dovuti alle aziende danneggiate dalla peste suina africana (Psa)».
Prima che la peste suina arrivasse in Italia, due anni e mezzo fa, Coldiretti aveva chiesto di costruire recinzioni vicino alle principali infrastrutture viarie come ferrovie e autostrade. Se ciò fosse stato fatto, oggi non avremmo questi problemi. Ora è essenziale che le regioni confinanti collaborino con azioni coordinate, solo così si possono superare le difficoltà che spesso sorgono quando le competenze non sono chiare e gli interventi sono ritardati.
«Bene tutte le attività di monitoraggio condotte dai servizi veterinari delle Ausl – conclude Corchia. Ora occorre anche ridurre la pressione dei 2,3 milioni di cinghiali ormai fuori controllo – conclude Corchia – che rappresentano il principale veicolo di diffusione della Psa. Nel mese di luglio la Coldiretti è scesa in piazza in tutte le regioni, Emilia Romagna compresa, con 50mila agricoltori per chiedere i piani di contenimento necessari a diminuire il numero dei selvatici».
«Continua ad essere necessario il contributo e la collaborazione di tutti i soggetti coinvolti – conclude il direttore della Coldiretti di Reggio Emilia – per consolidare dei risultati importanti per tutto il comparto».