Prosegue il percorso verso la piena operatività della Comunità energetica “Mo c’è”, per la condivisione di energia autoprodotta da fonti rinnovabili, fondata da Comune di Modena, Aess (Agenzia per l’energia e lo sviluppo sostenibile) e Acer. È stata definita formalmente, infatti, l’assegnazione alla Comunità del fondo di 47 mila 345 euro ottenuto grazie al bando regionale per lo sviluppo di comunità energetiche a cui il Comune aveva partecipato nel 2023 presentando, appunto, il progetto di “Mo c’è”.

La Cer (Comunità energetica rinnovabile) contribuirà a rispondere alla necessità di tutela ambientale e transizione ecologica, riducendo le emissioni di CO2 grazie all’aumento di produzione di energia da fonti rinnovabili. Il fondo renderà possibile realizzare gli studi di fattibilità necessari per attivare la comunità energetica.
La Comunità offre, inoltre, una risposta alla povertà energetica grazie ai minori costi di produzione e all’incentivo erogato dal Gse (Gestore servizi energetici) per la quota di energia che viene condivisa, oltre a fornire l’occasione per attuare pratiche di coesione sociale.
Insieme ai soci fondatori della comunità energetica “Mo c’è”, possono entrare a far parte dell’associazione le persone fisiche, le piccole e medie imprese (a condizione che la partecipazione non costituisca l’attività commerciale e industriale principale), enti locali, territoriali e religiosi, del terzo settore e di protezione ambientale che hanno sede nei comuni dovesi si trovano gli impianti di produzione della Comunità stessa. E possono far parte dell’associazione anche i clienti finali, in particolare quelli domestici, compresi quelli appartenenti a famiglie a basso reddito o vulnerabili.
La costituzione della Cer è stata approvata dal Consiglio comunale lo scorso aprile, e arriva al termine di un lavoro preparatorio durato circa due anni e in seguito all’emanazione da parte del Governo del necessario decreto per individuare la tariffa incentivante per gli impianti a fonti rinnovabili, avvenuta a dicembre 2023, e delle regole operative per l’accesso al servizio per l’autoconsumo diffuso, arrivate solo a febbraio 2024. Già nel 2022, però, il Comune di Modena aveva partecipato con Porta Aperta al progetto il progetto biennale Unire (Urban Network Investing Resource for an Energy community) con l’obiettivo di studiare un modello di costruzione di una Comunità energetica rinnovabile e di cominciare a formare consulenti per le famiglie.
Il progetto della Comunità energetica “Mo c’è”, che sarà realizzato nel Quartiere 2 e, in particolare, nell’area della Crocetta, caratterizzata dalla presenza di un nucleo importante di utenze deboli, potenzialmente in povertà energetica, prevede l’installazione, nel corso di almeno tre anni, di impianti fotovoltaici su 14 edifici, parte del Comune e parte di Acer. Gli impianti produrranno energia per l’autoconsumo e, in caso di eccedenza, per la condivisione con gli altri soci della Comunità stessa. Una comunità energetica rinnovabile, infatti, è un’associazione formata da amministrazione pubblica, associazioni, imprese e cittadini che uniscono le proprie forze per dotarsi di impianti condivisi per la produzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili.

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