«In un contesto di difficoltà generalizzato che tocca tutti i settori e i più diversi comparti, notare che le imprese attive nel settore estetico negli ultimi 10 anni sono aumentate è sicuramente un aspetto positivo e che fa ben sperare guardando al futuro. Sicuramente, però, l’abusivismo rimane una piaga sociale importante e bisogna mettere in campo tutti gli strumenti necessari per combatterlo».

Così Giancarlo Santunione, presidente Lapam Confartigianato della categoria Benessere, che commenta un’analisi dell’ufficio studi dell’associazione dove si osserva una crescita delle attività del comparto. Come emerge dall’indagine statistica, infatti, al 30 giugno 2024, ultimo dato disponibile più aggiornato, in provincia di Modena si contano 572 istituti di bellezza e 32 servizi di manicure e pedicure, per un totale di 604 imprese attive nel settore estetico. Si stanno sempre più diffondendo questo genere di servizi: dieci anni fa erano 564, con una crescita pari al 7,1%, pari precisamente a 40 attività in più. L’offerta è elevata sul territorio, con 1,9 attività ogni mille donne residenti con 15 anni o più, incidenza superiore al 1,7 medio in regione. E proprio a livello regionale, nell’ultimo anno in Emilia-Romagna si sono ricercate 1.480 nuove entrate per estetisti e truccatori. Si tratta di un settore la cui occupazione è in crescita, a prevalenza femminile e molto giovane (il 51% delle nuove professioniste sono ricercate con meno di 30 anni, e in Italia il 65,7% degli occupati ha meno di 40 anni). Anche questo settore sconta, però, un’elevata difficoltà di reperimento: il 58%, infatti, sono entrate difficili da reperire.

«Numeri positivi – conclude Santunione – ma sui quali bisogna comunque riflettere. La difficoltà di reperimento del personale è un tema da affrontare, così come il precedentemente citato abusivismo. Per quanto riguarda la prima situazione, come associazione ci impegniamo, anche tramite il servizio MyLapam Job, a cercare di colmare quel gap che esiste tra domanda e offerta di lavoro. C’è la necessità, però, di agevolare l’accesso alle scuole di formazione professionale e di ammortizzare costi importanti per coloro che vogliono intraprendere questa carriera. E infine rimarco nuovamente l’importanza di contrastare il lavoro sommerso, che danneggia tutte le imprese del settore ma che rischia, inoltre, di creare conseguenze importanti sulla salute dei cittadini se ci si affida a persone non qualificate e non professionali».

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