Ad aprire ufficialmente la decima edizione di DIG Festival – domani alle 19 nella Chiesa di San Carlo a Modena – saranno Francesca Albanese, Relatrice Speciale delle Nazioni Unite nei territori palestinesi occupati, e il giornalista freelance esperto di Medio Oriente Christian Elia, che hanno scelto la locuzione «J’accuse» come titolo per il loro libro. Il dialogo tra Elia e Albanese è cominciato prima degli attacchi del 7 ottobre 2023 per comunicare la necessità urgente di porre fine a un’occupazione che già prima di quella data non poteva più essere ignorata. Nella lectio, Albanese e Elia parleranno di quello che sta accadendo nei territori occupati della Palestina, del ruolo del giornalismo in situazioni di occupazione e di guerra e renderanno omaggio alla memoria dei giornalisti che sono stati uccisi mentre raccontavano cosa succede in Palestina.

L’espressione «J’accuse», scelta come titolo di questa edizione di DIG Festival, indica la necessità di denunciare pubblicamente un’ingiustizia, anche quando farlo è sconveniente o pericoloso. Fu Émile Zola a usarla per primo nel 1898 nella sua celebre lettera al Presidente della Repubblica francese per difendere l’innocenza dell’ufficiale Alfred Dreyfus. Zola fu condannato a un anno di carcere per via della sua presa di posizione.

Con il titolo «J’accuse» DIG Festival 2024 vuole rendere omaggio al giornalismo indipendente, a chi ha il coraggio di mettere «la verità prima di tutto», a chi prende posizione e ci mette la faccia.

La serata prosegue alle 21.30 al Cinema Astra, dove viene proiettato “No Other Land”: il documentario diretto da Basel Adra, Hamdan Ballal, Yuval Abraham e Rachel Szor è opera di un collettivo israelo-palestinese che ha filmato per sei anni l’operazione di espulsione forzata degli abitanti di Masafer Yatta in Cisgiordania da parte dell’esercito israeliano. Le riprese mostrano la distruzione delle case e gli abusi subiti dalla comunità palestinese dei territori occupati. Il gruppo di attivisti palestinesi, sostenuto da membri israeliani, documenta la propria lotta contro la missione israeliana. Basel Adra, un giovane palestinese, scopre grazie a questo progetto la possibilità di avere un grande amico israeliano, si tratta del giornalista Yuval Abraham. Un’amicizia che si oppone all’odio distruttivo tra i due popoli. La proiezione è introdotta dalla leggenda del giornalismo israeliano Meron Rapoport.

DIG festival è anche un’occasione per visitare le mostre proposte per l’evento: sempre domani alle 17.30 viene inaugurata “Cani neri, mani sporche (un ombrellone in cockeria)”, la personale di Michelangelo Setola, autore del DIG Watchdog 2024, artista e fumettista apprezzato per il suo segno minuzioso e per la qualità, anche sociale, delle sue narrazioni. E’ ospitata nella Chiesa del complesso San Paolo e realizzata in collaborazione con Andrea Losavio e la sua Galleria D406. Michelangelo Setola è tra i membri fondatori della rivista e casa editrice Canicola. Ha pubblicato illustrazioni e fumetti su numerose riviste e quotidiani in Italia e all’estero fra cui Lo straniero, Internazionale, La Lettura del Corriere della Sera, Sugo Magazine, Strapazin, Bile Noir, Le Monde diplomatique Germania, Marie Claire. I suoi libri sono stati pubblicati e tradotti in diversi paesi ed il suo lavoro esibito in festival ed esposizioni internazionali. Suoi disegni e illustrazioni sono comparsi su copertine di dischi, libri e videoclip musicali.

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