Un tasso di occupazione cresciuto di oltre 5 punti percentuali. I servizi per l’infanzia aumentati del 10,7%, l’abbandono scolastico quasi dimezzato, una raccolta differenziata che ha registrato un +19%. Sono alcuni dei macro-dati relativi agli ultimi dieci anni di governo dell’Emilia-Romagna. Dieci anni di politiche efficaci e impegni mantenuti, per una regione sempre più moderna, sostenibile – a livello sociale, economico, ambientale – e competitiva. Due lustri in cui la popolazione è aumentata dello 0,5%, l’export del 31,8%, il Pil dell’11,2%.

In questo arco temporale si colloca il bilancio di mandato 2020-2024, relativo alla legislatura che si avvia alla conclusione, consultabile sulla piattaforma https://bilanciomandato.regione.emilia-romagna.it/, pensata soprattutto per una consultazione da web e smartphone. A partire da un percorso interattivo basato su 25 quiz: tutti potranno così “misurare” la propria informazione su cosa fa la Regione e cosa ha realizzato in questi anni. Il bilancio di mandato è suddiviso in alcuni capitoli, con i relativi approfondimenti: “Regione dei diritti e dei doveri”, “Regione della conoscenza e della cultura”, “Regione del lavoro e delle opportunità”, “Regione della transizione ecologica”.

Il Report, i cui dati sono aggiornati a luglio 2024, è scaricabile dalla piattaforma online. Il documento risponde al doveroso principio di trasparenza e rendicontazione sull’attività della Regione durante il mandato che si chiuderà con le prossime elezioni regionali, il 17 e 18 novembre.

 

Com’è cambiata l’Emilia-Romagna negli ultimi 10 anni: alcuni macro-dati

Sul territorio regionale, la popolazione è aumentata dello 0,5%, l’export del 31,8%, il Pil dell’11,2%.

I servizi per l’infanzia sono passati dal 35,5% al 46,2%, con un aumento di 10,7 punti percentuali di posti disponibili sulla popolazione. L’obiettivo è partire dai più piccoli, garantendo un sistema educativo integrato che concorre, con la famiglia, alla loro crescita e formazione. E, al tempo stesso, supportare i genitori che lavorano.

Dal traffico su gomma a quello su ferro. Le tonnellate di merci che “viaggiano” su ferrovia, con una significativa riduzione dell’impatto sull’ambiente, sono passate da 16.940 a 22.800 (+5.860).

Un prolungato allontanamento dal mercato del lavoro o dal sistema formativo può comportare il rischio di emarginazione; ma in Emilia-Romagna i giovani Neet (ovvero che non studiano né lavorano), d’età compresa tra i 15 e i 29 anni, sono diminuiti dell’8,4% (dal 20,6% all’11%).

Puntare sul miglioramento, rimanere competitivi, guardare costantemente al futuro: la spesa in ricerca e sviluppo ha visto un + 0,45% (dal 1,7% al 2,15%).

La percentuale dei consumi da fonti rinnovabili (e dunque pulite, che si rigenerano naturalmente nel tempo, non si esauriscono e salvaguardano la salute umana e l’ambiente) ha registrato un +5 (dal 11% al 16%).

Meno inquinamento, riduzione delle discariche, riutilizzo delle materie prime. Sono tanti i vantaggi della raccolta differenziata, cresciuta del 19% (dal 58,2% al 77,2%).

Per un giovane, abbandonare gli studi prima del tempo significa avere più difficoltà nel trovare un’occupazione stabile, oggi ancora più che in passato. In Emilia-Romagna sono state messe in campo strategie per contrastare l’abbandono scolastico, che ha visto un calo del 5,9% (dal 13,2% al 7,3%).

Perdita del lavoro, reddito basso, situazioni di marginalità e isolamento. Su tutto il territorio regionale il rischio di povertà o esclusione sociale, dal 2019 a oggi, si è ridotto del 6,6% (dal 14% al 7,4%).

Il tasso di occupazione, tra le persone dai 20 ai 64 anni, è salito del 5,2% (dal 70,7% al 75,9%). Nel dettaglio, il tasso di occupazione femminile, nella stessa fascia d’età, ha visto un +6,1% (dal 63% al 69,1%). Il tasso di disoccupazione tra i 15 e i 74 anni ha visto un -3,3% (dal 8,3% al 5%).

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