Relativamente alla SP 36 “Val di Zena”, dopo le alluvioni del maggio 2023 si è intervenuti con gli interventi in somma urgenza con lavori per circa 170.000 euro (già rimborsati dalla struttura commissariale), con le pulizie degli accumuli fluviali in prossimità dei ponti, e con lavori (nel tratto di valle, interessato dal percorso di gara) di manutenzione straordinaria, finanziati dalla Regione Emilia-Romagna in occasione del passaggio del Tour de France.

Terminate queste attività, con i successivi due finanziamenti “per la ricostruzione” concessi a oggi da parte della struttura commissariale (per una somma di 2,4 milioni di euro) la Città metropolitana ha avviato la progettazione della risoluzione del tratto a monte (dal Laghetto dei Castori a fine strada). Lo stato di avanzamento dei lavori è stato presentato lo scorso 11 settembre al Sindaco a Pianoro, e su sua richiesta i tecnici hanno svolto due incontri di approfondimento con i progettisti delle SP 36, 37, 58 e Fondo Valle Savena, nel pomeriggio di mercoledì 25 settembre.

I tempi per l’avvio effettivo di questi lavori sono rallentati da due fattori. Il primo riguarda la necessità di intervenire rispettando il contesto ambientale, che vede una strada costruita dentro l’alveo del fiume. Il secondo fattore riguarda la percorribilità della strada. Attualmente la strada è percorribile, pur limitatamente ai residenti e agli accedenti alle proprietà, ed è escluso quindi il solo traffico di attraversamento. Questo, nel necessario ordine di priorità che occorre darsi, rende l’intervento meno urgente di altri che vedono strade completamente interrotte, anche da 16 mesi.

Rimanendo al territorio comunale di Pianoro, la decisione assunta e condivisa è stata quella di far precedere alla Val di Zena la ricostruzione della Fondo Valle Savena, altra strada costruita in un alveo fluviale, i cui lavori più urgenti per gli eventi 2023 sono conclusi, mentre sono in corso per quelli dovuti all’alluvione dei giorni scorsi, e della strada delle Ganzole. Questo non potendo fare tutti gli interventi immediatamente e contemporaneamente, essendo i Comuni alluvionati 40, alcuni anche più gravemente di Pianoro. Così come era stata condivisa, non potendo preventivare una terza alluvione dopo poco più di un anno, l’urgenza di primi interventi temporanei per la riapertura, rinviando a un secondo momento la ricostruzione vera e propria.

All’interno di questi progetti, oltre alla ricostruzione dei tratti danneggiati tra i km 8 e 20, a partire dalla pulizia dei residui di vegetazione instabili sui versanti, già avviata, è prevista la possibilità di liberare i fornici occlusi da tempo, almeno dei due ponti principali (uno in località Farneto in Comune di San Lazzaro di Savena e l’altro presso la RSA Gruppioni nel Comune di Pianoro).

Tuttavia non è scontato, come sempre accade nei fiumi, che la risoluzione dei problemi in un punto non possa provocare danni maggiori a valle o addirittura a monte, per cui è in corso un approfondito studio idraulico e strutturale.

L’alluvione del settembre 2024 ha comportato quattro criticità principali.

  • Un movimento improvviso e ritardato al km 4, che pare un mero assestamento di un lavoro temporaneo dell’alluvione 2023: poiché per riaprire la strada in rapidità e condizioni minime sicurezza è necessario e sufficiente un analogo piccolo intervento temporaneo, già terminato in poche ore, abbiamo contemporaneamente stanziato un finanziamento straordinario con risorse della Città metropolitana per costruire anche qui un riparo alla strada più resistente, senza occupare restringendolo ulteriormente l’alveo contiguo del fiume.
  • L’inondazione in zona Botteghino di Zocca: quando una strada è invasa dall’acqua per l’esondazione di un fiume, il gestore della strada non può fare nulla se non attendere il rientro del fiume nell’alveo e successivamente verificare gli eventuali danneggiamenti all’infrastruttura. Le competenze di protezione civile, sui fiumi, sui versanti anche privati, non rientrano tra quelle di Città metropolitane come non lo erano delle Province.
  • Il danneggiamento del ponte al km 17 e delle scarpate stradali: è in corso la verifica di compatibilità tra i danni alle fondazioni della struttura, il carico (leggero) che attualmente interessa la strada e il carico pesante occasionale dovuto ai lavori di ricostruzione previsti.
  • Il crollo di un tratto al km 18: terminato lo spostamento della linea telefonica al fine di consentire un passaggio temporaneo in breve tempo, la strada è già stata riaperta con un piccolo allargamento a monte; anche in questo caso, poiché il fiume erode la strada a ogni piena, occorrerà ricostruire tenendo conto delle esigenze, contemporanee e non immediatamente compatibili, del fiume e della strada; come comunicato nel dettaglio, anche questi lavori sono già stati finanziati in urgenza con risorse proprie della Città metropolitana di Bologna.

“Riguardo alla SP 36 – commenta Davide Dall’Omo, Sindaco con delega alle Infrastrutture della viabilità e manutenzione strade – non è corretto che il Sindaco di Pianoro alluda a mezzo stampa al fatto che Città metropolitana consenta il transito ai residenti in condizioni di “pericolo reale”. L’Ordinanza di regolamentazione della circolazione sulla SP 36 è stata emanata dalla Città metropolitana e condivisa col Comune di Pianoro nel 2023 proprio per salvaguardare la sicurezza e le attività delle imprese locali. Se ci fosse un reale pericolo per i cittadini, e così non è secondo quanto ci dicono i nostri tecnici, sarebbe obbligo del Sindaco emanare un’ordinanza di chiusura invece di diffondere allarmismo”.

“Dispiace che un incontro tecnico richiesto dal Comune per meglio informare la cittadinanza, la cui preparazione, in spirito collaborativo, sottrae tempo prezioso ai lavori sul campo, venga utilizzato per rilanciare elementi di polemica. – spiega Matteo Montanari, consigliere metropolitano delegato al coordinamento degli interventi di ricostruzione post alluvione – Fra l’altro si accusa la Città metropolitana di non pulire gli pneumatici nei fiumi, ma la competenza sui rifiuti è dei Comuni così come i fiumi o i versanti non sono di competenza del nostro ente. La giusta e legittima richiesta di rimborsi, poi, va indirizzata alla struttura commissariale, non certo alla Città metropolitana. Spero ora si possa uscire dalla polemica tra Enti per collaborare per il bene dei cittadini e del territorio”.

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