Fra sabato 19 e domenica 20 ottobre 2024 si è verificato un evento critico eccezionale, a causa di una perturbazione di notevolissima intensità che ha investito il basso bacino del Crostolo e dei suoi affluenti, oltre che il reticolo di bonifica. Le brecce che si sono verificate sul Crostolo e i canali Cava e Tassone sono da ricondurre con tutta probabilità ai fenomeni di sormonto delle acque sulle arginature, come peraltro si evidenzia tramite l’osservazione diretta dei manufatti, con conseguente collasso degli argini stessi.
Oltre a queste piene, ci sono state anche quelle del reticolo di bonifica e, contemporaneamente, la piena del Po, col fenomeno di risalita del Po nel Crostolo. Anche la rete di bonifica è stata messa ulteriormente alla prova, perché scarica le sue acque nel Secchia mantovano, dove però anche tale fiume era in piena. Si è dunque trattato, purtroppo, di una serie di eventi simultanei veramente eccezionali.
Per una valutazione più dettagliata e completa di quanto successo occorre attendere che sia finita l’emergenza e analizzati i fenomeni in modo obiettivo, avvalendosi dei dati disponibili. Interpretazioni istintive o solo soggettive non sono d’aiuto nella comprensione degli eventi, necessaria a individuare le più adeguate risposte per il futuro.
Dall’inizio degli eventi critici e anche in questo momento le strutture operative di AIPo e di tutti gli altri Enti sono impegnate nel fronteggiare l’emergenza, nel ripristino delle opere di difesa idraulica e nel fare defluire le acque dalle zone allagate, assieme al mantenimento dello stato di massima attenzione rispetto agli ulteriori fenomeni avversi previsti.
Tutte le strutture tecniche e operative dei vari Enti competenti, nonché le ditte incaricate per gli interventi di somma urgenza, hanno reagito all’emergenza con la massima prontezza ma è certamente del tutto comprensibile il sentimento di dolore e di rabbia che pervade chi ha avuto gravi danni o ha perso i propri beni.
Per quanto riguarda la cassa di espansione del torrente Crostolo, va innanzitutto precisato che gli incrementi dei livelli idrometrici si sono sviluppati nei tratti più valle lungo il Crostolo e la rete dei canali e quindi la cassa non ha potuto dare un apporto significativo alla laminazione delle acque.
In sintesi, l’impianto è costituito da una diga di ritenuta e da un invaso arginato posto alle sue spalle. La quantità di acqua (cioè la portata) che esce dalle due bocche della diga è determinata dalle dimensioni delle bocche stesse, senza alcun intervento umano. In caso di piena, l’acqua in eccesso rispetto a quella che passa dalle bocche, si accumula nel bacino antistante la diga, fino a un massimo di circa 1,5 milioni di metri cubi. Le paratoie presenti nel manufatto sono finalizzate solo alle prove di invaso e non all’utilizzo in corso di piena ai sensi delle disposizioni della Direzione nazionale per le Dighe del Ministero delle Infrastrutture.