Il Consiglio provinciale delle Acli di Bologna, eletto dal Congresso del 19 ottobre scorso, riunitosi ieri in prima seduta, ha confermato all’unanimità Chiara Pazzaglia Presidente delle Acli per il prossimo mandato quadriennale.

Pazzaglia, classe 1981, giornalista, laureata in Filosofia, è alla guida dell’Associazione da 4 anni, prima donna Presidente in 80 anni di storia delle Acli.

Pazzaglia ha anche riconfermato la propria Presidenza, composta dal vice Filippo Diaco, Presidente del Patronato, da Francesco Manfredi, da Elisabetta Lippi e Irene Calamosca.

“In questi 4 anni di mandato, avendo trovato una situazione patrimoniale solida, grazie al lavoro precedente di Filippo Diaco, che ringrazio, abbiamo potuto assumere nuovi dipendenti in Associazione e nei servizi, creando posti di lavoro, soprattutto per giovani madri e padri di famiglia” ha detto Pazzaglia. “Oggi abbiamo quasi 10.000 soci di sistema, in crescita del 4,5% l’anno, varie Associazioni specifiche, da UsAcli ad Acli Arte e Spettacolo, da Acli Terra alla Fap, i giovani, le donne, oltre 120 volontari attivi, quasi raddoppiati in questi 4 anni, 3 nuovi circoli, un bilancio da un milione e mezzo di euro con ben 32 progetti attivi sul territorio, di cui beneficiano oltre 300 persone di ogni età, genere e condizione sociale. Ad oggi realizziamo circa 40 eventi culturali e divulgativi l’anno, raggiungendo più di 35.000 persone, oltre ai 100.000 utenti singoli annui dei nostri servizi e ai 10.000 soci che raggiungiamo coi nostri canali di comunicazione” ha proseguito la Presidente.

Per il futuro, “ci impegniamo a mantenere uno sguardo vigile sui problemi della nostra città, per essere di pungolo e di ispirazione alla politica, che ha il potere di decidere sugli interventi di welfare. Presto, infatti, incontreremo anche i candidati alle prossime elezioni regionali. Identifichiamo nel problema degli alloggi un grande ostacolo al benessere dei nostri concittadini, che, sempre più spesso, sono ‘poveri’ anche se hanno un’occupazione stabile. Tra i turisti e gli studenti, non dobbiamo dimenticare le famiglie: specie quelle a medio e basso reddito faticano sempre di più a trovare casa a Bologna e questo inficia la loro stabilità economica, ma anche la natalità bolognese. Abbiamo istituito un centro studi, che ci permette di analizzare i bisogni di welfare degli utenti dei nostri servizi, che rappresentano circa un quarto dei bolognesi: attraverso i dati, aggregati e anonimi, che raccogliamo, ci rendiamo conto che l’aumento, in città, delle donne sole ci impone di ripensare a un welfare che si declini anche in ottica di genere.

In questi anni abbiamo aperto nuovi circoli e sedi dei servizi in Appennino: per noi la vicinanza alle periferie è un tema fondamentale e intendiamo fare sempre di più in questa direzione, perché queste aree non siano vittime di spopolamento. Intendiamo vigilare sempre di più anche in tema di dignità del lavoro, partendo dalle nuove sfide che ci impongono il progresso scientifico e i crescenti infortuni, anche mortali, che avvengono nei luoghi di lavoro. Infine, proseguiremo ad operare nei progetti intergenerazionali, perché riteniamo che solo lo scambio giovani-anziani possa contrastare quella cultura dello scarto che vede alcune categorie di persone private del proprio protagonismo sociale. D’altra parte, sono più di 200 i bambini che partecipano stabilmente ai nostri progetti educativi e altrettanti gli anziani. Come sempre, opereremo in rete con altre realtà associative del territorio, con cui abbiamo avviato un cammino sinodale che ci sta portando a una bella amicizia e collaborazione reciproca, anche con enti di matrice culturale diversa dalla nostra, ma con valori che riconosciamo importanti, senza mai dimenticare l’ispirazione cristiana che muove il nostro operato” ha concluso Pazzaglia.

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