Dal 2022 a oggi l’Ausl ha stabilizzato, attraverso diversi bandi, 142 lavoratori, di cui 66 operatori socio-sanitari. Entro fine anno, con un ulteriore bando, saranno stabilizzati ulteriori 30 persone (per un totale di 172 persone), di cui 25 operatori socio-sanitari. A fine 2024, quindi, saranno complessivamente 91 gli operatori socio-sanitari assunti a tempo indeterminato ricorrendo alla normativa emergenziale covid, in quanto hanno prestato servizio durante il periodo covid con contratti a tempo determinato. I lavoratori assunti stabilmente ricorrendo alle graduatorie di concorso, invece, da inizio anno al 30 settembre sono stati 241, di cui 88 operatori socio-sanitari, a copertura integrale del turnover.

A illustrare i dati delle assunzioni, riportando quanto comunicato dall’Ausl, nella seduta del Consiglio comunale di lunedì 2 dicembre, è stata l’assessora alla Sanità e salute del Comune di Modena Francesca Maletti, in risposta all’interrogazione, trasformata in interpellanza, di Gianluca Fanti del Pd sul precariato del personale Ausl. Il consigliere ha chiesto in particolare, se l’Amministrazione è al corrente della situazione, se è in corso un confronto tra le parti sociali e l’Ausl, e se sono previsti percorsi di risanamento della situazione per migliorare la qualità dei servizi offerti e il lavoro dei professionisti.
L’assessora Maletti ha spiegato, in particolare, che “i 14 operatori socio-sanitari dell’Ausl cui è recentemente scaduto il contratto erano stati assunti a tempo determinato a copertura delle assenze per garantire le attività ordinarie nei quattro mesi estivi. Chi di loro ha svolto attività in capo all’Ausl nel periodo covid potrà partecipare ai bandi di stabilizzazione previsti per legge. Per gli altri, esclusi da questi percorsi – ha aggiunto – speriamo possano essere fatti analoghi bandi nei prossimi anni”.
Maletti ha quindi evidenziato che “è un periodo molto difficile per la sanità: già prima del covid c’era una sottostima dal punto di vista finanziario rispetto ai bisogni sanitari della popolazione, in crescita visto l’aumento dell’aspettativa di vita, l’incremento delle cronicità e pluricronicità, e la maggior necessità di screening, controlli e follow up per rispondere a patologie che fino a pochi anni fa portavano a morte. Siamo inoltre – ha aggiunto – una delle tre regioni, insieme a Veneto e Lombardia, con maggiore mobilità attiva da altri territori di persone che ricercano prestazioni sanitarie”.
Come previsto anche dall’Accordo sottoscritto dalle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil con la Regione nel mese di aprile, l’assessora ha spiegato che quest’ultima si impegna a proseguire con le politiche di stabilizzazione del personale precario (previste fino al 50 per cento delle assunzioni), in base ai diversi strumenti legislativi in essere, salvaguardando al contempo l’accesso attraverso il ricorso alle graduatorie concorsuali ordinarie. Maletti ha poi precisato che la maggiore difficoltà di reclutamento di personale riguarda la categoria degli infermieri, in particolare per Cra, Medicina penitenziaria e reparti ospedalieri: “Le ragioni – ha spiegato – sono da ricercarsi nel fatto che in questa fase storica gli infermieri ricevono numerose proposte di lavoro e scelgono ambiti di lavoro caratterizzati da alta specializzazione e uso di tecnologie innovative, dove vi è maggior riconoscimento sociale e professionale. La maggioranza degli studenti delle professioni sanitarie che frequentano l’Università di Modena, inoltre, proviene da altre regioni, quindi, al momento di scegliere la sede di lavoro privilegia il comune capoluogo e rifiuta sedi più lontane. È inoltre sempre più diffuso il fenomeno delle dimissioni improvvise, sia per il riavvicinamento familiare sia per le offerte di lavoro ricevute dalle aziende private”.
Maletti ha infine evidenziato che l’Ausl ha messo in atto una trasformazione dei modelli organizzativi per la gestione dei professionisti che contempla anche il reclutamento basato su competenze e motivazione per il ruolo, percorsi di sviluppo professionale, bandi di mobilità intradistrettuale, extradistrettuale e profilati per favorire i percorsi di sviluppo, nuove assunzioni dirigenziali e interventi per aumentare la sicurezza del personale. Sono in atto, inoltre, revisioni volte a valorizzare gli operatori socio-sanitari e il progressivo inserimento di professioni sanitarie di matrice sociale e riabilitativa nei servizi psichiatrici per sostenere i progetti di socializzazione degli utenti. Per migliorare il lavoro dei professionisti, poi, l’Ausl sta mettendo in atto iniziative volte al benessere psicofisico e all’ottimizzazione delle condizioni organizzative del personale socio-sanitario: dalle politiche abitative volte a fornire alloggi temporanei a canone agevolato a convenzioni e agevolazioni per i trasporti, dalla formazione e sviluppo delle competenze avanzate alla promozione della consapevolezza sulle professioni sanitarie.
Giovanni Bertoldi di Lega Modena, intervenendo sul tema, ha sottolineato che “sulla necessità di aumentare i fondi per la sanità, profondamente definanziata tra il 2012 e il 2018, siamo tutti d’accordo e il governo, nonostante le difficili condizioni, ci sta provando. Se vogliamo compensare i ritardi che ci sono sia nelle diagnosi sia nelle terapie non abbiamo alternative all’assunzione ed è necessario uno sforzo affinché i sanitari abbiano un miglior trattamento economico ma anche condizioni di vita migliori: in questo l’ente locale può fare qualcosa”.
Nella replica, il consigliere Fanti ha sottolineato: “È vero che il governo, in termini assoluti, ha messo qualche soldo in più, ma quello che conta è il rapporto con il Pil e su questo stiamo regredendo, mentre i precedenti governi avevano destinato ben altre cifre. Di fronte ai tantissimi cittadini che rinunciano alle cure è compito di tutti i governi prendere in mano il problema”, ha aggiunto ricordando che “il nuovo governatore ne ha fatto un punto centrale della sua campagna”.

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