Il Comune di Mirandola ha presentato alle commissioni consigliari congiunte la proposta di bilancio di previsione 2025-2027, delineando gli stanziamenti per servizi, progetti e investimenti destinati alla comunità, con l’obiettivo di garantire sostenibilità e sviluppo.

Obiettivo dell’Amministrazione è mantenere la qualità e potenziare l’offerta dei servizi, con particolare attenzione a quelli essenziali, al fine di migliorare la qualità della vita e ampliare le opportunità per i cittadini. Sarà ampliata l’offerta di posti nido e la refezione scolastica, sarà potenziato il trasporto pubblico locale, così come la risposta a una crescente domanda di sostegno alla disabilità e alla tutela dei minori, che continueranno ad essere una priorità per il Comune. Parallelamente si procederà nel potenziamento del sistema informativo territoriale, con l’obiettivo di migliorare la gestione complessiva dell’Ente, dalle procedure amministrative, alla gestione del patrimonio e della sicurezza pubblica.

Guardiamo a una prospettiva di sviluppo – commenta il Sindaco Letizia Budriche veda nella garanzia dei servizi un punto di riferimento per l’attrattività di Mirandola.”

In un contesto finanziario particolarmente complesso, la quadratura del bilancio ha richiesto scelte significative, per garantire il mantenimento e in alcuni casi il potenziamento del livello dei servizi e preservare l’equilibrio economico dell’Ente.

Oltre ai fattori macroeconomici, che continuano a portare un generalizzato aumento dei costi, il Comune di Mirandola si è dovuto confrontare anche con:

  • la riduzione dei trasferimenti statali legati al Fondo di Solidarietà Comunale e i contestuali aumenti relativi ai rinnovi del contratto nazionale del personale, che rimangono a carico dei bilanci comunali;
  • la mancata erogazione dei dividendi Aimag per il 2024, che ha privato il Comune di una risorsa consolidata negli anni e una previsione di ripartizione per il 2025 ampiamente al di sotto dei valori storici e
  • il mancato riconoscimento del così detto “IMU inagibili” legato al Sisma 2012, in compensazione del mancato gettito,

per una minore entrata, che solo rispetto alle ultime due voci ha determinato un ammanco di oltre 1 milione di Euro per Mirandola.

Di fronte a queste difficoltà, si è reso necessario anche attuare una revisione accurata delle spese, razionalizzando i costi in tutti i settori del Comune e verificando i rapporti di copertura del costo dei servizi, rispetto ai piani tariffari applicati e attenzionando i livelli di morosità, che per alcuni servizi a domanda individuale arrivano a determinare significativi ammanchi in bilancio. Dal punto di vista delle entrate, le principali misure adottate si riferiscono alla rimodulazione dell’addizionale IRPEF, con il passaggio all’aliquota unica dello 0,8% e a una revisione delle aliquote IMU, con attenzione particolare alle imprese, ai negozi e agli artigiani proprietari degli immobili in cui svolgono la loro attività, per cui sono state previste aliquote specifiche per calmierare gli aumenti.

Questa proposta di bilancio ha il difficile, ma necessario compito di affrontare in modo coerente e consapevole il venir meno di ampie entrate straordinarie, che hanno caratterizzato gli anni post sisma prima e del Covid poi, e, di contro, l’aumento della spesa in un contesto nazionale che vede i fattori macroeconomici ancora in lenta ripresa e una nuova spending review alle porte. – dichiara Luca Carafoli, assessore al Bilancio del Comune di Mirandola – Nonostante i tempi stringenti richiesti per l’approvazione del bilancio entro l’anno, onde evitare l’esercizio provvisorio, questa proposta vuole rappresentare un punto di partenza concreto per il necessario confronto con le parti sociali, i sindacati e le associazioni di categoria, perché vi sia consapevolezza e condivisione su quanto stiamo affrontando”.

Le aliquote e le tariffe, così come rimodulate, rimangono comunque inferiori rispetto all’applicazione che in media si riscontra sul resto del territorio provinciale, anche a fronte degli aumenti che hanno caratterizzato le scelte della maggior parte delle amministrazioni che avevano ancora capienza sul fronte delle entrate tributarie.

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