“Conoscere la medicina di genere tra salute, diritto e territorio: istruzioni per l’uso” è l’incontro previsto in Cgil a Modena (ore 9.30 – salone Corassori) martedì 10 dicembre su un tema di “frontiera” come la medicina di genere.

Intervengono la dottoressa Michela Malpighi del Centro di Ricerca Interdipartimentale su Discriminazioni e vulnerabilità (Crid) di Unimore, Ornella Bonacina della segreteria Spi Cgil Modena e la ginecologa Silvana Borsari. Introduce i lavori Alessandro De Nicola (segreteria Cgil), modera Aurora Ferrari (segreteria Cgil). Conclude Isabella Pavolucci della segreteria Cgil Emilia Romagna.

L’incontro è il primo di 7 momenti divulgativi e di formazione aperti alla cittadinanza, nell’ambito del progetto finanziato da Unimore, in collaborazione tra Cgil e sindacato pensionato Spi Cgil, Dipartimento di Giurisprudenza di Unimore, Gruppo salute e nuove tecnologie del Crid-Unimore, medici dell’Azienda Usl di Modena e studenti dell’istituto superiore Venturi.

L’obbiettivo di questo progetto – che coinvolge e mette a confronto sindacalisti e sindacaliste, pensionati e pensionate, ricercatori, studiosi del diritto, professionisti sanitari, amministratori pubblici, insegnanti e studenti dal 10 dicembre sino ad aprile 2025 – è quello di promuovere pari opportunità nella ricerca sanitaria, nella prevenzione, nella diagnosi e cura, indipendentemente dai generi e dall’età anagrafica, e migliorare l’accesso alla sanità pubblica a prescindere dalle condizioni socioeconomiche.

Attualmente si assiste a diseguaglianze tra i generi in ambito clinico: accesso non equo alla prevenzione, somministrazione inconsueta di esami diagnostici adeguati, il conseguente non svolgimento degli interventi degli interventi necessari, sperimentazioni di farmaci e nuove tecnologie mediche svolte quasi esclusivamente si corpi maschili.

Per il sindacato è importante il confronto su questi temi, a cominciare dalla difesa dell’universalità e gratuità del Sistema sanitario pubblico messo in discussione da politiche di definanziamento.
Ma altrettanto importante è costruire strategie rivendicative dal basso, prendendo ad esempio le grandi battaglie degli Anni Settanta per un accesso alla medicina e alla cura paritario e rispettose delle differenze di genere. Allora furono le donne ad affermare il diritto all’autodeterminazione e a dare una forte spinta alla realizzazione dei presidi territoriali di prossimità (i Consultori). Così come furono i lavoratori ad ottenere i centri di Medicina del Lavoro per la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali.

Oggi i bisogni vanno attualizzati con attenzione alle discriminazioni e disuguaglianze nel sistema di accesso e di erogazione della cura, nella rivendicazione di una programmazione socio sanitaria che abbia come cardine il principio costituzionale della tutela della salute, diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività.

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