Il Teatro Michelangelo di Modena ha ospitato un evento che ha saputo trasformare un argomento fondamentale ma spesso percepito come distante – la Costituzione Italiana – attraverso un racconto vivo e appassionante.

Luca Sommi, con la sua verve oratoria e l’ausilio di proiezioni artistiche evocative e commenti sonori puntuali, ha condotto il pubblico in un viaggio attraverso i principi fondanti della Repubblica, svelando la loro genesi storica e la loro attualità stringente.

Fin dalle prime battute, Sommi ha chiarito l’intento del suo spettacolo: rendere accessibile e coinvolgente la “carta fondante del nostro ordinamento giuridico”, la “regola fondamentale del nostro vivere sociale”, nata da un vero e proprio “miracolo”  che ha trasformato i “sudditi” in “cittadini” come lo stesso autore ha precisato.

Il racconto è partito dal contesto storico cruciale della fine della Seconda Guerra Mondiale, con l’annuncio della resa delle forze armate tedesche, per poi immergersi nella genesi dell’Assemblea Costituente, ovvero quel gruppo di uomini e donne, padri e madri costituenti che, superando le divisioni ideologiche – tra monarchici, repubblicani, laici, cattolici, liberali, comunisti e persino “fascisti sotto mentite spoglie”– riuscirono a concertare le diverse istanze della cittadinanza,  per dare vita a un testo indelebile nei decenni e che sarà indelebile anche nel tempo a venire.

L’originalità dello spettacolo risiede nell’uso sapiente di riferimenti artistici che illuminano i concetti costituzionali con inedita forza espressiva. La Costituzione è stata paragonata all’opera di un grande artista come Pablo Picasso, che con “pochi tratti” riusciva a farci comprendere un disegno.

E come siamo noi a dare senso a quei tratti di Picasso ha raccontato Sommi ad una platea gremita, allo stesso modo interpretiamo e viviamo i principi fondamentali sanciti dalla Costituzione; principi di uguaglianza, giustizia, libertà e  dignità.

Assieme alle parole del giornalista e autore, anche alcune  proiezioni di opere d’arte che hanno costituito un elemento narrativo potente. “The Fighting Temeraire” di Turner ad esempio è stata evocata per illustrare una “svolta epocale” , un cambiamento radicale paragonabile al passaggio dalla condizione di sudditi a quella di cittadini con l’entrata in vigore della Costituzione il 1 gennaio 1948, mentre “La Meditazione” di Francesco Hayez invece, a simboleggiare l’Italia come una donna fiera e consapevole.

L’articolo 1, con la sua affermazione che “L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro”, è stato analizzato da Sommi nel dettaglio, sottolineando come la parola “Italia” includesse non solo l’ordinamento giuridico e il territorio, ma anche la ricchezza culturale e storica del Paese.

L’articolo 3, considerato da Sommi “il più rivoluzionario dell’intera carta”, è stato al centro di una profonda riflessione sul concetto di dignità sociale e di uguaglianza davanti alla legge senza distinzione.

Sommi ha saputo tessere una narrazione avvincente che ha reso la Costituzione non un freddo testo normativo, ma il racconto vivo della nostra identità collettiva e dei valori che la sorreggono. I commenti sonori, discreti ma efficaci, hanno contribuito poi a creare un’atmosfera coinvolgente, sottolineando i momenti chiave del racconto.

Concludendo come lo stesso autore ha voluto fare, non ci resta che tenere a mente che la Costituzione è  un patrimonio da conoscere, amare e difendere e di certo questo spettacolo è un bellissimo modo di tenerla a mente magari assieme alla lettura del  libro edito da Baldini e Castoldi – La più bella – Perché difendere la Costituzione del 2024.

 

Claudio Corrado

 

 

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