Felice-CimattiVenerdì 19 febbraio proseguono alla Fondazione Collegio San Carlo di Modena (via San Carlo, 5) le lezioni del ciclo dedicato al tema Immagine. Forme di conoscenza e teorie della rappresentazione, ideato dal Centro Culturale. L’incontro di venerdì dal titolo Contro le immagini della mente. Linguaggio e pensiero tra natura e cultura è a cura di Felice Cimatti, professore di Filosofia del linguaggio presso l’Università della Calabria. Direttore della «Rivista italiana di filosofia del linguaggio», nel 2012 Cimatti è stato insignito del Premio Musatti dalla Società Psicoanalitica Italiana. È uno dei conduttori del programma radiofonico Fahrenheit su Radio3 e collabora con le pagine culturali del quotidiano «il Manifesto». Negli ultimi anni le sue ricerche si sono concentrate sui limiti del linguaggio da due prospettive diverse: l’animalità, in cui il pensiero è disgiunto dall’uso del linguaggio, e la psicoanalisi, intesa come terapia che cerca di curare gli effetti del linguaggio sulla mente umana. Tra le sue pubblicazioni recenti: La vita che verrà. Biopolitica per homo sapiens (Verona 2011); Filosofia della psicoanalisi. Un’introduzione in ventuno passi (et al., Macerata 2012); Filosofia dell’animalità (Roma-Bari 2013); A come animale. Voci per un bestiario dei sentimenti (a cura di, Torino 2015); Il taglio. Linguaggio e pulsione di morte (Macerata 2015).
Le scienze cognitive, sviluppate soprattutto a partire dal secondo dopoguerra, pongono al centro del proprio programma di ricerca la cosiddetta teoria rappresentazionale o computazionale, secondo la quale la mente è un vero e proprio calcolatore biologico, che basa i propri calcoli relativi all’agire umano sulle cosiddette “rappresentazioni mentali”. Questa teoria, a cui ha dato un contributo determinante il filosofo e scienziato cognitivo statunitense Jerry Fodor, non è esente da limiti e contraddizioni. La mente, così come è pensata dalla teoria rappresentazionale, è e deve essere vuota – spiega Cimatti. Non solo questa mente non pensa nulla, ma le è anche preclusa la possibilità stessa di accedere al mondo, è perciò isolata e senza contatti con ciò che si trova al di fuori di sé. In realtà – prosegue Cimatti – non è nemmeno in rapporto con se stessa, perché una forma, in quanto forma, non sa nulla, semmai è qualcosa, una cieca e inconsapevole cosa. Ma se questa è la sconsolante conclusione a cui arriva il cognitivismo rappresentazionalista, che sostiene di sé d’essere l’unico approccio scientifico (e naturalistico) alla mente, in che senso questa è ancora una mente? E in che senso può dirsi scientifica una teoria di un oggetto che ha come conclusione fondamentale che quello stesso oggetto non esiste?
La conferenza si tiene nel Teatro della Fondazione, con inizio alle ore 17,30. L’incontro sarà trasmesso anche in diretta web collegandosi al sito www.fondazionesancarlo.it. La conferenza, come tutte le altre del ciclo, sarà inserita nell’archivio conferenze presente sullo stesso sito, da cui potrà essere scaricata gratuitamente. A richiesta si rilasciano attestati di partecipazione. Il ciclo di lezioni gode dell’accredito ministeriale per la formazione del personale della scuola (DM 18 luglio 2005).

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