Le piccole e medie imprese che innovano e si lanciano in settori dal contenuto tecnologico avanzato sono in forte crescita in Italia. Lo dimostrano i numeri, come ci spiega Tiziano Motti, eurodeputato della settima legislatura e presidente di Europa dei Diritti, che, analizzando un report di Unioncamere-Infocamere, ricorda che a fine marzo 2015, il numero di startup innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle imprese era pari a 3.711, in aumento di 532 unità rispetto alla fine di dicembre (+16,7%). Le startup rappresentano lo 0,25% del quasi milione e mezzo di società di capitali italiane, un piccolo drappello che è di fatto la punta di diamante innovativa del tessuto produttivo della piccola impresa. Nelle 1.152 startup con dipendenti lavorano 3.025 persone, in media 2,63 dipendenti per ogni impresa. Il capitale sociale medio è di circa 52 mila euro a impresa, in crescita del 7,5% rispetto al quarto trimestre 2014. Dal punto di vista settoriale, il 73% fornisce servizi alle imprese (soprattutto produzione software e consulenza informatica, 30,2%; attività di ricerca e sviluppo, 16,3%; servizi d’informazione, 8,1%), il 18,2% opera nei settori dell’industria in senso stretto (fabbricazione di computer e prodotti elettronici e ottici, 3,7%; macchinari, 3,4%; apparecchiature elettriche, 2,3%), il 4,1% nel commercio. Da rilevare anche il fatto che le startup a prevalenza giovanile sono 879, il 23,7% del totale, quasi quattro volte superiore rispetto alle società di capitali giovanili.