È stato celebrato ieri (7 aprile 2016), nella sala consiliare del Castello di Formigine gremita di persone, il 70°anniversario del voto alle donne. Un momento ricco di significato, che ha avuto il merito di ricordare le battaglie politiche e, più in generale, civili per la conquista dei diritti ma soprattutto un’occasione per fare il punto sul presente e rilanciare le sfide del futuro.
Dopo il saluto di Elisa Parenti, presidentessa del Consiglio comunale, ha preso la parola l’onorevole Maria Lisa Cinciari Rodano, prima donna ad essere eletta vicepresidente della Camera. La Rodano ha vissuto da protagonista l’impegno pubblico per le pari opportunità, a partire dalla militanza antifascista, per la quale è stata arrestata nel maggio del 1943. L’appello della Rodano è stato quello di: “rimboccarsi le maniche, perché i diritti non sono scontati e si rischia di tornare indietro”. “Pensiamo alle differenze salariali – ha detto l’onorevole – E all’altissima disoccupazione femminile. Nelle pubbliche amministrazioni la maggioranza delle dipendenti è donna, ma poche ricoprono ruoli dirigenziali. E ancora, quale sarà l’effetto dei tagli alla spesa pubblica sui servizi, e a ricaduta, sulla possibilità di conciliare i tempi del lavoro e quelli della famiglia?”.
In seguito sono intervenute, con un taglio più storico legato in particolare alla Resistenza, Aude Pacchioni e Raffaella Cattinari dell’ANPI e Nivarda Busani, che ha ricordato con sincera commozione aneddoti di quando era “staffetta” dell’ALPI. Giulia Bondi, vicepresidentessa dell’Istituto storico di Modena, ha sottolineato come queste donne non si sentissero eroine, ma come l’impegno per la libertà derivasse dalla semplicità dell’impegno. In questo, sta un forte messaggio per l’oggi.
Un interessante affresco delle vicende formiginesi lo ha fornito Germana Romani, presidentessa dell’Associazione di Storia locale: alle prime elezioni aperte alle donne (31 marzo 1946) c’erano 3.616 aventi diritto al voto, delle quali ben l’89,44% si presentò alle urne; anche se nessun partito mise in lista una donna. E’ solo con le elezioni del 10 giugno del 1951 che entrò in Consiglio la signora Edmea Corradini, che era stata staffetta partigiana. Dobbiamo aspettare sino al 1976 per avere una donna in Giunta, Liliana Giovannini e al 2014 per avere un sindaco donna: Maria Costi.
Proprio l’attuale sindaco, assieme al Vicesindaco Antonietta Vastola ha consegnato l’attestato di benemerenza ad oltre 30 donne che hanno ricoperto cariche amministrative dal 1946 ad oggi.
Tutti i gruppi consiliari sono intervenuti sul tema e hanno fatto propria la proposta del Capogruppo della Lega Nord, Davide Romani, di devolvere il gettone di presenza a un fondo istituito appositamente nel bilancio comunale per l’assistenza a concittadine vittime di violenza.