Maserati“Sulla vicenda Maserati abbiamo interessato il Presidente del Consiglio, che in questi giorni si sta personalmente attivando con i vertici dell’azienda per arrivare a una soluzione positiva”. Lo ha annunciato il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli rispondendo, nella seduta del Consiglio comunale di mercoledì 20 aprile, all’interrogazione, trasformata in interpellanza, sulla crisi della Maserati presentata dal Pd e illustrata da Marco Malferrari che chiedeva di sollecitare l’azienda a chiarire i programmi per il futuro dello stabilimento e del centro di ricerca modenesi, “eventualmente coinvolgendo il Governo”. L’interrogazione chiedeva inoltre di invitare l’azienda a ricercare, insieme agli attori locali, soluzioni per mantenere in città Maserati e per salvaguardare l’occupazione.

Il sindaco ha proseguito nella risposta ricordando che, nell’incontro avvenuto a Bologna lunedì 18 aprile, sia il Comune che la Regione, rappresentata dal presidente Bonaccini e dall’assessora alle Politiche economiche Palma Costi, hanno “illustrato le esigenze della comunità locale e chiesto con determinazione a Fca di giungere a una risposta positiva sul permanere a Modena della produzione di almeno un modello di Maserati, anche con una produzione di nicchia, assicurando la nostra totale disponibilità per un accordo. Comune e Regione proseguiranno ogni azione possibile perché resti a Modena la produzione di almeno due modelli di alta gamma Maserati e Alfa Romeo”.

Riepilogando i contenuti dell’incontro, nel quale Maserati era rappresentata da Pietro De Biasi (Head of industrial relations) e Luigi Galante (Emea Region, Head of manufacturing premium brands), Muzzarelli ha sottolineato come il Comune abbia riconosciuto il lavoro svolto da Fca per rafforzare Maserati, evidenziando al contempo che l’azienda è un simbolo di Modena e dell’Emilia-Romagna, e che il valore del brand è strettamente collegato a questo territorio. “Modena è anche Maserati, e Maserati è anche Modena” ha affermato il sindaco che ha proseguito ribadendo che “è fondamentale che venga rafforzata la strategia Maserati su Modena, nell’ambito scelto da Fca, che colloca l’impresa, con numeri maggiori e in particolare una produzione più consistente, nel segmento premium”.

Il sindaco ha ricordato anche, come elemento positivo, le 535 nuove assunzioni di Maserati a Modena, per la grande maggioranza laureati di alto profilo, destinate a diventare circa 600 entro la fine del 2016, portando quindi la presenza complessiva di dipendenti Maserati in città a 1.300, per la grandissima maggioranza a tempo indeterminato: “Si tratta di una presenza cospicua, che renderà più consistente anche la produzione di motori arricchendo quindi la filiera produttiva modenese. Il valore occupazionale di Maserati è quindi molto alto per questo territorio. A fronte di questi dati positivi, consideriamo però preoccupante, nonostante la rassicurazione dell’azienda sul fatto che nessun dipendente sarà licenziato, l’annunciata scadenza delle attuali produzioni di Maserati nello stabilimento modenese che continuerà a produrre la Alfa 4C”.

 

GLI INTERVENTI IN CONSIGLIO COMUNALE

L’interrogazione del Pd sulla crisi della Maserati illustrata nella seduta del Consiglio comunale di mercoledì 20 aprile da Marco Malferrari è stata trasformata in interpellanza e sono intervenuti numerosi consiglieri.

Per il M5s, Elisabetta Scardozzi ha evidenziato che “perdere la produzione a Modena vuol dire organizzare il funerale del Tridente, perché a dare il valore aggiunto è la qualità della produzione dello stabilimento modenese”. Secondo la consigliera “il centro ricerca è facilmente spostabile altrove e l’Alfa 4C non è Maserati. Bisogna fare chiarezza – ha concluso – e solo con il dialogo e l’ascolto, in primis dei lavoratori, si potrà capire il ruolo che Maserati avrà in futuro a Modena”. Secondo Marco Bortolotti “l’Amministrazione deve dichiarare qual è la sua funzione ai tavoli: si va con l’idea di incidere sulla possibile evoluzione di un territorio o si va ad ascoltare?”. Il consigliere ha quindi fatto un appello a Muzzarelli: “Sindaco lei è l’unica persona che in questo momento può andare ai tavoli e battere i pugni – ha detto – se non parla lei con i lavoratori a Modena chi può farlo?”.

Antonio Montanini di CambiaModena ha ricordato che è dal 2012 che si discute della vicenda e che, “in campagna elettorale, il sindaco diceva che avrebbe incontrato Marchionne e gestito il problema, cosa poi non avvenuta. Nessuno è in grado di gestire questa questione perché si tratta di una azienda internazionale. Non bisogna prendere in giro gli operai: meglio una risposta chiara, anche se dura, subito che una illusione che si trascina nel tempo portando a frustrazione”.

Andrea Galli di FI ha evidenziato che “si è a lungo parlato di Modena come la sede della motor valley, ma a distanza di anni è cambiato il mondo: oggi produrre a Modena o all’estero è solo una questione di costi e se da un giorno all’altro si sposta la fabbrica della linea produttiva, cosa ci vuole a far sparire gli ingegneri?”. Il consigliere ha poi ribadito che “il mondo industriale della metalmeccanica per Modena è fondamentale: dobbiamo salvare i 700 posti di lavoro qualificati e anche quelli di produzione che non devono rimanere residuali”.

Marco Cugusi di Sel ha concordato sul fatto che lo stabilimento modenese è inserito in un contesto internazionale “ma l’Amministrazione deve comunque tentare di intervenire perché fa parte della nostra comunità. Marchionne – ha proseguito – ha lasciato fuori dai cancelli la democrazia e sono contento che finalmente sia stato organizzato uno sciopero unificato di tutte le sigle sindacali in passato divise. Non ho dubbi – ha concluso – sull’impegno del sindaco per far pressioni a livello regionale, nazionale e sull’azienda per mantenere a Modena la produzione e i posti di lavoro, oltre alla ricerca”.

Per il Pd, Antonio Carpentieri ha parlato di “tema importante: è giusto che se ne parli anche qui. È chiaro che il sindaco ha limitati poteri di intervento sulla vicenda – ha aggiunto – ma il dibattito porta a capire il punto politico. Deve essere chiaro che per la città è fondamentale non solo sostenere la tutela dei 120 posti di lavoro in discussione e delle famiglie coinvolte, ma anche quel manifatturiero e quel marchio. Chiediamo al sindaco impegno a lavorare politicamente su una soluzione rispetto ai due aspetti”. L’interrogante Marco Malferrari, nella replica ha affermato: “Prendo atto dell’impegno del sindaco e dell’Amministrazione comunale, che non ho dubbi abbiano la volontà di mantenere gli impegni rispetto alla vicenda. Battere i pugni – ha aggiunto – può essere un’espressione molto efficace, ma quando ti trovi di fronte a soggetto economicamente molto più forte di te devi avere la certezza di avere alle spalle l’appoggio di tutti. Tutta la città deve quindi prendere coscienza della situazione e appoggiare l’Amministrazione nella posizione da prendere con Maserati”.

In chiusura di dibattito, il sindaco Gian Carlo Muzzarelli ha ricordato come il manifatturiero sia in continua evoluzione: “Già oggi non tutti i prodotti della Maserati vengono fatti a Modena – ha detto – si sta ragionando di un altro impianto e bisogna mettersi di questa idea, altrimenti parliamo di difendere una fabbrica che non c’è. Stiamo cambiando l’assetto del rapporto tra ricerca e produzione in una sfera internazionale – ha proseguito – e dovremmo essere un po’ più orgogliosi di avere a Modena il centro ricerca Alfa-Maserati, perché sarà la ricerca a fare la differenza sul mercato ed è la condizione per avere qui il futuro produttivo dei motori”. Il sindaco ha infine sottolineato che “a Modena c’è un capitale territoriale e umano che deve essere valorizzato e se Maserati non lo capisce, sarà un rischio di indebolimento per loro. La nostra richiesta all’azienda – ha concluso – è di fare in città la nuova vettura di eccellenza, di alta gamma; porteremo avanti questo impegno ogni giorno”.

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