firma-del-Protocollo“Oggi firmiamo una convenzione che rappresenta un ulteriore passo in avanti nella tutela dei diritti delle persone Lgbt e quindi nel riconoscimento dei diritti civili”.
Così è stato presentato stamattina in conferenza stampa il protocollo d’intesa tra le associazioni di rappresentanza Lgbt – ArciGay, Famiglie Arcobaleno, Agedo, MoreGay, Rete genitori Rainbow – e la Cgil di Modena per la promozione dei diritti delle persone Lgbt nei luoghi di lavoro e a tutela contro la discriminazione omofobica. Erano presenti in conferenza stampa Alberto Bignardi e Francesco Donini di ArciGay insieme Rosa Torreblanca, Tamara Calzolari della segreteria Cgil, insieme a Barbara Borghi e Tiziana Santoro responsabile formazione e sportello Nuovi Diritti Cgil, e Antonella Parrocchetti di Agedo (in foto la firma del protocollo). Il protocollo rientra tra le iniziative modenesi in calendario nel mese di maggio per la giornata internazionale contro l’omofobia (17 maggio).

L’obbiettivo è quello di formare i delegati e i funzionari sindacali per riconoscere e denunciare le molestie e le discriminazioni sul lavoro subite dalle persone Lgbt ed eventualmente assisterle nella richiesta di risarcimento del danno subito.
Ma più di tutto, la formazione dei sindacalisti dovrà servire a supporto di una contrattazione aziendale sempre più inclusiva per poter estendere i diritti alle coppie omogenitoriali, a cominciare dai permessi per assistere i figli biologici del partner, la flessibilità oraria, ecc.., fino al riconoscimento degli istituti di welfare aziendali quali contributi per nidi e materne, borse di studio, strumenti per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
Per fare un esempio, si è presentata recentemente agli sportelli della Cgil di Modena una lavoratrice che aveva bisogno di assistere la madre anziana della compagna, formalmente non avrebbe diritto ai permessi, ma insieme all’azienda si è cercato di riconoscere la flessibilità oraria di cui aveva bisogno.
Sempre per fare esempi, è recente il caso di una lavoratrice transgender (una tecnica chimica) che si è rivolta ad ArciGay perché ha subito tali pressioni nell’ambiente di lavoro da decidere di dare le dimissioni e adesso è disoccupata.
I rappresentanti delle associazioni hanno spiegato che la parificazione dei diritti delle persone Lgbt è già prassi nei grandi gruppi o nelle multinazionali specie all’estero (vedi casi noti come Google, ma anche la Lamborghini per stare vicini), mentre l’obbiettivo è quello di conquistarli anche nelle piccole e medie aziende di cui si compone il tessuto produttivo modenese.
E’ dimostrato da ricerche americane che se i diritti sono riconosciuti, se il clima aziendale è friendly, aumenta ovviamente la produttività delle persone e l’azienda stessa lavora meglio, mentre se un lavoratore percepisce un clima ostile intorno a sé, o subisce discriminazioni, sarà portato a rinchiudersi, a non fare “coming out” per paura di maggiori ritorsioni e certamente sarà meno disposto a collaborare al risultato finale.

Le Rsu Cgil hanno esperienza di quanto sia difficile difendere i lavoratori gay quando sono vittime di battute, scherzi, di piccolo bullismo, e spesso si fa anche fatica a raccogliere il consenso dei lavoratori per la tutela di queste persone. L’impegno della Cgil è quindi di formare i propri sindacalisti per garantire pari opportunità a tutti, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, come previsto sia dai protocolli sindacali nazionali e regionali sia dalla Carta dei Diritti su cui la Cgil sta raccogliendo le firme in queste settimane.

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