render-albinelli-1“Il Mercato Coperto di via Albinelli è un mercato alimentare e come tale va considerato e promozionato. Gli interventi strutturali che si intendono intraprendere a riguardo debbono rappresentare, ed andare nella direzione, di ‘quel necessario completamento’ che contribuisce a valorizzare la struttura e la sua finalità. E non il presupposto per avviare un processo atto a trasformare la vocazione storica del mercato medesimo”. Così Confesercenti Area di Modena, rispetto al progetto di riqualificazione e di rilancio del Mercato Coperto Albinelli. Il piano che si sta delineando con le caratteristiche definite nel protocollo di intesa siglato dal Comune di Modena con il Consorzio del mercato e le associazioni imprenditoriali pare a Confesercenti serio: “Troviamo giusto sostenere il percorso intrapreso: nell’interesse della struttura mercatale, del suo rilancio e quindi del suo futuro. Ma pure per l’attrattività e i benefici che genererebbe al centro storico. Per questo vigileremo”, fa sapere l’Associazione.

“Fondamentale e doveroso – riprende Confesercenti – prestare la massima, nonché dovuta attenzione alle esigenze che manifestano gli operatori presenti all’interno del mercato. Circa, la necessità di riqualificare e migliorare le loro attività, creando le condizioni utili affinché, il consumo di pietanze sul posto per quanti vorranno o potranno offrirlo, sia realizzato con la stessa solerzia con la quale si procede alla trasformazione di una parte dell’area mercatale in attività di somministrazione. Non ci deve essere a nostro avviso una fase uno e una fase due. Bensì due fasi temporalmente concomitanti – indica l’Associazione entrando nello specifico – Riteniamo sia quantomeno opportuno approfondire le rimostranze dell’operatore Pietro Laritonda, gestore del banco del pesce, tra le attività storiche del mercato. L’impedimento di ‘voler somministrare’ pietanze, come da lui per altro dichiarato (e riportato sulla stampa locale oggi 17/11/2016) corrisponde al vero è un fatto grave e vanno verificate eventualmente, le motivazioni ostative che hanno costituito un freno allo sviluppo di un esercizio commerciale per coglierne la legittimità. Non vorremmo solo che la fuga dal mercato che ha visto in un paio d’anni anni l’uscita di imprese storiche, il cui lavoro ha contribuito a consolidarne la fama anche al di fuori del centro di Modena se non addirittura della città, continuasse per scarsa attenzione o sottovalutazione di richieste protese al miglioramento della posizione imprenditoriale di quelle attività che hanno questa necessità”, conclude Confesercenti.

 

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