Sono quasi quattro mila le donne vittima di violenze che, nel periodo dal 2011 al 2015, hanno ricevuto le cure nella rete modenese dei Pronto soccorso; nel 2015 gli accessi sono stati 645 (erano 808 nel 2011), nei cinque anni 3.868.
Sono i primi numeri raccolti dall’Osservatorio dedicato alla violenza sulle donne, un progetto della Provincia che è stato presentato venerdì 18 novembre nel corso di un incontro pubblico al quale hanno partecipato Maria Costi, vicepresidente della Provincia e consigliere con delega alle Pari opportunità, e i rappresentanti degli enti e servizi modenesi coinvolti. L’iniziativa si è svolta nell’ambito del programma in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, che si celebra in tutto il mondo il 25 novembre.
Nel corso dell’incontro sono stati presentati anche i primi dati raccolti, sempre dall’Osservatorio, sull’attività dei Consultori, del servizio Ldv (Liberiamoci dalla violenza) dell’Ausl, dedicato al recupero degli uomini che maltrattano le donne, e sulle violenze sessuali.
«Purtroppo anche a Modena i dati sono allarmanti – ha affermato Costi nel corso dell’incontro – con un aumento delle violenze in famiglia per questo serve un ulteriore salto di qualità da parte delle istituzioni nelle azioni di contrasto e prevenzione. Servono nuovi strumenti conoscitivi come questo Osservatorio che ci possono aiutare nel migliorare la prevenzione e le reti di protezione, a partire dai Centri antiviolenza, e dei servizi di supporto, perché le donne devono sapere che non sono sole; senza trascurare la necessità di una più intensa azione di carattere culturale a partire dalle scuole dove sono già previste iniziative su questo problema».
I dati relativi al 2015 evidenziano 327 accessi per aggressione da parte di persone al di fuori della cerchia familiare (erano 574 unità nel 2011) e 318 accessi per aggressione da parte di coniuge, convivente, familiare (erano 234 unità nel 2011).
Nel periodo analizzato, quindi, si è registrato un incremento (sia in valore assoluto che percentuale) degli accessi correlati a violenza di genere all’interno della famiglia e un calo di quelli per violenze praticate da estranei.
Concentrando l’attenzione sui dati 2015 si evidenzia che quasi il 30 per cento degli accessi riguarda donne in età 35–44 anni; nel 73,5 per cento degli accessi si tratta di donne italiane.
L’attività dei consultori. Anche un centro per il recupero degli uomini
Tra i dati raccolti dall’Osservatorio sulla violenza di genere, presentato nel corso dell’incontro in Provincia, figurano anche quelli relativi alla rete dei Consultori dell’Asul e quelli sui casi di violenza sessuale gestiti dall’accettazione ostetrico-ginecologica del Policlinico di Modena dove dal 1 febbraio 2015 è stato avviato il percorso dedicato all’accoglienza-diagnosi e trattamento delle donne vittime di violenza sessuale, condiviso fra ospedale e l’Ausl di Modena, che prevede la centralizzazione al Policlinico di tutti i casi di violenza sessuale gestiti dalle strutture sanitarie pubbliche della provincia di Modena.
I dati relativi alla popolazione femminile maggiorenne evidenziano, nel periodo dal 1 febbraio al 31 dicembre 2015, 19 casi di violenza sessuale (nove relativi a donne con cittadinanza straniera); circa la metà (nove unità) delle vittime ha età inferiore ai 25 anni.
Inoltre la rete dei Consultori familiari dell’Ausl nel 2015 ha seguito 71 accessi di donne che chiedevano una consulenza psicologica per violenza (21 unità fino ad oggi nel 2016). Tali accessi rappresentano circa il nove per cento delle consulenze psicologiche fornite nei consultori modenesi.
A Modena è attivo dal 2011 il centro Ldv (Liberiamoci dalla violenza) sempre dall’Ausl che si occupa dell’accompagnamento al cambiamento di uomini autori di violenza.
Come ha evidenziato, nel corso dell’incontro in Provincia, Silvana Borsari, responsabile della rete dei Consultori dell’Ausl di Modena, il servizio Ldv, attivo nella sede di via Don Minzoni 121 a Modena, «nasce riprendendo le esperienze simili attive da decenni soprattutto nel nord Europa che hanno permesso di codificare percorsi specifici e tecniche di recupero, un lavoro soprattutto di carattere culturale e di consapevolezza della gravità dei comportamenti».
Il servizio ha registrato, dalla sua attivazione, il trattamento di 185 casi; attualmente gli uomini in trattamento ammontano a 47 unità.
Il progetto Osservatorio: tutti gli enti coinvolti, previsto nuovo portale web
Il nuovo Osservatorio modenese sulla violenza contro le donne gestirà un sistema informativo provinciale con l’obiettivo di approfondire lo studio del fenomeno e valutare l’efficacia della risposta, da parte della rete dei servizi presenti a livello territoriale e distrettuale.
Il progetto è promosso dalla Provincia di Modena con la partecipazione della rete dei servizi sociosanitari e associazioni modenesi.
Lo strumento è coerente con gli obiettivi del Protocollo d’intesa prefettizio per la promozione di strategie condivise finalizzate alla prevenzione ed al contrasto del fenomeno della violenza nei confronti delle donne; si attua attraverso l’attività di un gruppo tecnico di lavoro formato da Provincia, Prefettura, Regione Emilia Romagna, Ausl di Modena, Policlinico di Modena, Ospedale di Sassuolo, gli uffici di piano delle Unioni dei Comuni e dei Comuni modenesi, la Conferenza territoriale sociale e sanitaria della provincia di Modena, l’Ufficio scolastico regionale di Modena, l’Università di Modena e Reggio Emilia, i Centri e gli sportelli antiviolenza del territorio modenese, l’Associazione Donne e Giustizia di Modena.
Alle prime elaborazioni dei dati sul fenomeno nel modenese, raccolti dalla rete dei servizi sanitari e consultori, in futuro si aggiungeranno ulteriori informazioni fornite da altre fonti in corso di raccolta ed elaborazione; come prevede il progetto tutti i dati confluiranno nel sistema informativo che sarà accessibile tramite un portale internet dedicato che sarà attivo da gennaio 2017.
Il progetto dell’Osservatorio rientra tra le competenze assegnate alle Province dalla legge di riordino dove figurano anche le Pari opportunità e l’elaborazione dei dati e l’assistenza tecnica ai Comuni, oltre alla viabilità, edilizia scolastica, istruzione e pianificazione territoriale.