A Pievepelago gli agenti della Polizia provinciale hanno denunciato un cittadino per il reato di uccellagione tramite l’installazione ai margini di un bosco tra S.Annapelago e Roccapelago di una rete lunga 20 metri e alta due metri e mezzo allo scopo di catturare uccelli vivi.
Nella serata di giovedì 9 febbraio, il presunto responsabile, ha raggiunto l’installazione, probabilmente per controllare la presenza di animali impigliati, ma è stato scoperto e denunciato dagli agenti della Polizia provinciale che si erano appostati in zona, dopo diversi e pazienti sopralluoghi, nell’ambito di un piano antibracconaggio e di contrasto dell’uccellagione, vietata dalla legge.
La rete, del tipo a “mist-net”, era praticamente una trappola per catturare vivi gli uccelli e destinarli molto probabilmente all’utilizzo come richiami vivi per la caccia.
Tutta l’attrezzatura è stata sequestrata ed è stata inviata informativa di reato alla Procura. In base alla legge sulla caccia, l’uccellagione è punita con una ammenda fino a oltre due mila euro.
La Polizia provinciale è impegnata da tempo nel tentativo di scongiurare queste catture illecite alle quali possono essere connessi altri tipi di reato come la detenzione di specie animali protette e il maltrattamento di animali.