In riferimento agli articoli pubblicati nei giorni scorsi sulla stampa a seguito della segnalazione della CGIL sulla presunta mancanza di sicurezza per pazienti e operatori al Pronto Soccorso del Policlinico, l’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena ritiene necessario fornire alcune precisazioni per evitare di ingenerare un ingiustificato allarme nei cittadini che si recano all’ospedale per un’urgenza.
La Direzione dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena si è impegnata a mettere in campo tutte le azioni possibili per migliorare la sicurezza dei pazienti e degli operatori ed è intenzionata a continuare in questa direzione cercando di migliorare ancora un sistema che già ha dato i suoi frutti, informando i dipendenti e le Organizzazioni Sindacali.
I dati in possesso della Direzione parlano di una situazione sotto controllo pur con le criticità tipiche del Pronto Soccorso di un grande ospedale cittadino. Nel 2017, infatti, sono stati 43 gli interventi della vigilanza al Pronto Soccorso (-10 rispetto al 2016) a causa di cittadini che avevano dato in escandescenza. Anche i casi di violenza fisica verso persone o cose sono diminuiti (5, rispetto agli 8 del 2016). Se consideriamo che in un anno il Pronto Soccorso del Policlinico riceve circa 65.000 utenti, ai quali vanno aggiunti gli accompagnatori, il dato che traspare non sembra onestamente quello di un’emergenza.
La Vigilanza è sempre presente tutti i giorni e tutte le notti, festivi compresi, nella guardiola del Pronto Soccorso oppure con perlustrazioni nell’intera area del PS, compresi gli spazi esterni e i parcheggi riservati. Si tratta di un operatore della vigilanza dedicato che si affianca al secondo operatore che è deputato a controllare l’ospedale, nell’ambito del piano sicurezza interno che, va ricordato, ha consentito dal 2015 una progressiva riduzione dei furti nell’area del Policlinico dal 2015. E’, però, fondamentale ricordare che la Vigilanza non è una forza di Polizia ma una forza di dissuasione. Le sue possibilità di intervento sono limitate dalla normativa vigente all’allontanamento di chi minaccia di danneggiare il patrimonio, senza la possibilità, di utilizzare la forza fisica, prerogativa che appartiene, per legge, solo alle forze dell’ordine.
Al Pronto Soccorso del Policlinico, inoltre, sono attive 18 telecamere di sorveglianza con funzioni di deterrenza e di identificazione di eventuali colpevoli di reati.
Già dalla fine del 2015 si è proceduto a separare la sala di attesa e corridoio di accesso al Policlinico, situata tra PS generale e PS pediatrico con una porta che rimane chiusa nelle ore notturne. La porta è dotata di un citofono per le urgenze e di una telecamera che serve a impedire che qualcuno possa entrare inosservato all’interno dell’ospedale nelle ore notturne. La chiusura e il citofono sono stati attuati proprio per aumentare la sicurezza degli operatori che lavorano al PS e recepire quindi le richieste del personale. Il citofono suona nell’area triage, dove una telecamera mostra la persona che chiede di entrare, senza creare un lavoro aggiuntivo per il personale che deve limitarsi a verificare l’identità, aprendo solo se la persona ha davvero diritto di passare.
Nel 2017 è stata chiusa con lettore badge e quindi resa inaccessibile dalla sala di attesa del Pronto Soccorso Generale, la porta tagliafuoco che conduce ai diversi box di emergenza e alla plancia; si può entrare solo attraverso le stanze di triage, in maniera controllata, o in alternativa da una porta automatica – per i pazienti barellati – che viene attivata dagli operatori del triage.
In questi giorni si sta lavorando perché la Vigilanza abbia l’autorità necessaria a identificare le persone che stazionano di notte al Pronto Soccorso (stiamo parlando di 2 persone di media) e che, in assenza di reato, non possono essere allontanate; scopo dell’identificazione non sarà accompagnare all’uscita queste persone, che sono senza fissa dimora, perché un Pronto Soccorso pubblico non può consentire che persone fragili che non commettono reati siano abbandonate al freddo e alle intemperie. Lo scopo è segnalare queste persone ai Servizi Sociali perché possano intervenire.
In ogni modo, la Direzione ha già provveduto a convocare i dipendenti e le Organizzazioni Sindacali per informare e condividere i percorsi.
I dati delle aggressioni e delle minacce 2015-2017
Nel 2015 la vigilanza è intervenuta 38 volte per placare cittadini che hanno dato in escandescenza al Pronto Soccorso. Solo in cinque casi cittadini sono passati dall’aggressione verbale a quella fisica: si tratta di un uomo che ha avuto gesti di autolesionismo, un uomo in grave stato etilico che ha danneggiato le suppellettili, un paziente aggressivo per il quale è stato disposto un TSO. In un caso l’intervento della vigilanza non è stato sufficiente ed è stato necessario chiamare il 113. Nel 2016 la vigilanza è intervenuta 53 volte ma anche in questo caso solo in otto casi vi sono stati tentativi di aggressione o danneggiamenti: quattro casi hanno visto atteggiamenti violenti che non sono sfociati in aggressioni, due tentativi di violenza fisica, un caso ha comportato un tentativo di autolesionismo, un altro un TSO. In tutti i casi la vigilanza è riuscita a risolvere il problema senza ricorrere alle forze dell’ordine. Nel 2017 gli interventi sono diminuiti a 43 (-10) tornando in pratica al livello del 2015. Diminuiti anche i casi più gravi, tornati a 5 tra questi un caso di autolesionismo, uno di autolesionismo e tentativo di violenza fisica, due tentativi di danneggiamento di beni, un tentativo di violenza fisica. In tre occasioni è stato necessario chiamare anche le forze dell’ordine.
La rimozione delle auto
La nota del Sindacato stigmatizza anche le tensioni che si creerebbero a causa delle dispute sulla rimozione delle auto dai posti riservati al Pronto Soccorso. A questo proposito occorre sottolineare che il permesso che il famigliare o il paziente deve esporre sull’auto viene emesso automaticamente insieme al foglio di accettazione del triage, senza alcun aggravio di lavoro per l’operatore, grazie ad un programma informatico creato ad hoc. Questa contestualità assicura la massima garanzia che solo chi è stato accettato al Pronto Soccorso può lasciare l’auto nel parcheggio riservato. Inoltre, la matricola sul permesso consente al personale che vigila sull’utilizzo dei parcheggi di verificare se il paziente è ancora in carico al Pronto Soccorso oppure se occupa abusivamente il posto riservato ad altri. Nel 2017 sono state solo 5 le rimozioni di auto nel parcheggio riservato al PS e tutte in quanto occupavano indebitamente posti riservati ai disabili o alla Polizia: non sono documentate aggressioni al personale per queste problematiche. Al massimo è accaduto che qualche utente esprimesse contestazione verbale per la rimozione; contestazione che è stata gestita dal personale.
L’Ospedale Civile di Baggiovara
Al Pronto Soccorso dell’Ospedale Civile di Baggiovara, che solo da quest’anno fa parte dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria la situazione è tutto sommato analoga. La Vigilanza è presente tutta notte; nelle ore diurne è presente in ospedale e può essere chiamata a richiesta. Vi sono diverse telecamere e anche in questo caso non è possibile entrare all’interno dell’area di cura del Pronto Soccorso senza autorizzazione dei sanitari. Alcune settimane fa un medico ha chiamato il 113 perché un parente aveva dato in escandescenza: si tratta di un caso limite che ha acceso l’attenzione mediatica su una problematica, quella delle aggressioni al personale del Pronto Soccorso, conosciuta a livello regionale e nazionale.