Oltre 14 milioni di euro investiti finora tra risorse regionali (5,4 milioni), comunali (oltre 5,5 milioni) e statali (circa 3,5 milioni). Trentasette appartamenti di edilizia residenziale pubblica (Erp) già consegnati. E oggi, con l’avvio della demolizione dei Blocchi 4-5-6 (collocati sul retro del complesso) e la ripresa della ristrutturazione del Blocco 3, inaugura l’ultima tranche dei lavori di ripristino del complesso Garibaldi 2 a Calderara di Reno, nel bolognese.
Al posto dei blocchi che saranno demoliti troveranno posto alberi, un campo da basket e un’area gioco per i bambini, mentre la ristrutturazione del Blocco 3 sarà destinata alla realizzazione di appartamenti di edilizia residenziale sociale (Ers) per le giovani coppie.
“Un’opera importante e attesa dal territorio vede finalmente il traguardo- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, intervenuto all’inaugurazione dei lavori-. Questo intervento rappresenta bene il nostro modo di concepire l’ambiente urbano, e cioè il recupero degli spazi puntando all’eliminazione del degrado e alla restituzione di spazi più belli e funzionali alla comunità locale, che è uno dei punti fermi alla base della nuova legge urbanistica regionale. Tutti gli interventi previsti sono a consumo zero di suolo, anzi, portiamo il verde dove prima c’era cemento, e poi recuperiamo abitazioni per le giovani coppie, per dare basi solide ai loro progetti di vita insieme. Ed è solo il primo intervento. Stiamo infatti per varare un bando, che presenteremo la prossima settimana, con fondi destinati alle amministrazioni locali che si impegneranno in opere di riqualificazione urbanistica del territorio- chiude Bonaccini- per rendere sempre più l’Emilia-Romagna un luogo bello e sicuro dove vivere e lavorare”.
“Quello di oggi è appuntamento importante per la cittadinanza perché si mette la parola fine a una situazione di degrado urbano e sociale che per troppo tempo ha coinvolto i calderaresi”, commenta il sindaco di Calderara, Irene Priolo. Dopo avere ringraziato la Regione Emilia-Romagna “che ha sempre creduto in questo progetto pilota di riqualificazione urbana” e avere ricordato il prezioso contributo di Questura e Prefettura, Priolo aggiunge: “Abbiamo lavorato molto per il recupero e la rigenerazione urbana di un’area degradata per offrirla risanata all’intera cittadinanza, e ripristinare condizioni di vita dignitose per gli abitanti. Questo immobile, incombente in tutto il suo grigiore, è sempre stato lì a ricordarci con le sue storie di criminalità prima e di degrado urbano dopo, che dietro alla disperazione di molti c’era anche la speranza di altri. Nato alla fine degli anni ‘70 per coloro che volevano costruire una nuova vita, è diventato il ‘non luogo’ per eccellenza, che con i suoi 194 monolocali ha rappresentato una sfida difficilissima da affrontare per densità abitativa. Per le condizioni igieniche e ambientali che la parte retrostante aveva, non sarebbe stato realistico ipotizzare un recupero che economicamente i privati non avrebbero potuto affrontare e che comunque nel giro di poco tempo avrebbe ricreato le condizioni precedenti. Chi mi ha preceduto -conclude Priolo- ha deciso di iniziare questo percorso, io ho deciso di finirlo e mi piacerebbe che oggi, 14 aprile, rappresentasse la data di una nuova pagina di orgoglio”.
Il Garibaldi 2
L’intervento del Garibaldi2 è frutto di un complesso e articolato lavoro cominciato nel 2003, anno che ha visto la sottoscrizione dell’Accordo di programma con la Regione, la Prefettura e l’allora Provincia di Bologna per la riqualificazione urbana dell’edificio abitato principalmente da fasce sociali deboli, accanto alle quali si erano insediate varie attività illecite che lo portarono negli anni Ottanta agli onori della cronaca.
Nel corso di questi anni il Comune di Calderara ha prima ristrutturato due dei tre blocchi fronte strada, trasformando i 62 monolocali in 37 appartamenti di edilizia residenziale pubblica, consegnati nel 2013. In tal modo si è cominciato a diminuire la densità abitativa dell’enorme condominio composto complessivamente da 194 monolocali di 36-54 mq ciascuno, distribuiti su 6 piani affacciati su un chilometro di corridoi, disposti a ballatoio in maniera labirintica, con un accesso principale e diversi accessi secondari.
Il progetto di riqualificazione urbana è infatti andato di pari passo con quello di “accompagnamento sociale”, in quanto è stato fin da subito evidente che fosse necessario anche tutelare le fasce più deboli della popolazione che qui avevano trovato un’abitazione. In particolare la riduzione della densità abitativa è risultato un elemento imprescindibile nel processo di risanamento. Purtroppo mentre è stato possibile eliminare la criminalità dal complesso residenziale, nulla è stato possibile contro l’incuria da parte dei proprietari che ha portato alla completa degradazione dell’edificio.
Obiettivo del Comune è stato quello di riqualificare in maniera definitiva la zona, non ricreando le stesse condizioni che avevano portato nel palazzo una situazione di devianza sociale, abbandono ed emarginazione, dovuta alla concentrazione di nuclei con forti problematiche di povertà in un unico posto. Si è giunti così a uno studio di fattibilità circa la demolizione dei blocchi sul retro, approvato a fine 2014. Il 14 aprile comincia quindi la parte finale di questo articolato percorso, che comprende anche la ristrutturazione del Blocco 3, dove il Comune ha acquisito la proprietà di 22 appartamenti, che diventeranno di edilizia residenziale sociale (Ers), pensati in particolare per agevolare le giovani coppie.
L’obiettivo è di arrivare nell’arco dell’estate alla definitiva demolizione della parte dell’edificio che sorge sul retro (Blocchi 4-5-6), secondo quanto previsto dall’Accordo di Programma per il completamento del Progetto di riqualificazione urbana (approvato dal Consiglio comunale nel 2016). Al posto di questa parte di stabile, che aveva ultimamente raggiunto condizioni di pericolosa insalubrità per gli abitanti stessi, sorgerà un’area verde al servizio di tutta la cittadinanza, collegata con il centro sportivo Pederzini.