Oggi, al teatro Astoria di Fiorano Modenese, dieci sindaci del distretto ceramico modenese e reggiano, i rappresentanti della regione Emilia Romagna, delle Province di Modena e Reggio Emilia, di Confindustria Ceramica e di Arpae hanno firmato un ‘Accordo territoriale volontario riguardante il contenimento delle emissioni’, per un minore impatto ambientale delle aziende ceramiche, a tutela della qualità dell’aria.
Erano presenti gli assessori regionali Paola Gazzolo e Palma Costi, Vittorio Borelli per Confindustria Ceramica, Giorgio Zanni, presidente della Provincia di Reggio Emilia
Dopo i saluti del sindaco di Fiorano Modenese, Francesco Tosi, sono intervenuti il presidente della Provincia di Reggio Emilia e sindaco di Castellarano, Giorgio Zanni, Carla Barbieri, Antonella Sterni e Giovanni Rompianesi di Arpae, il past president di Confindustria Ceramica, Vittorio Borelli, e gli assessori regionali Paola Gazzolo e Palma Costi.
Hanno firmato l’Accordo i rappresentanti del Comune di Fiorano Modenese, della Città di Maranello, della Città di Sassuolo, del Comune di Castelvetro di Modena, del Comune di Formigine, del Comune di Casalgrande, del Comune di Castellarano, del Comune di Rubiera, del Comune di Scandiano, del Comune di Viano, delle province di Modena e Reggio Emilia, della regione Emilia-Romagna, di Confindustria Ceramica e di Arpae.
Si tratta di un accordo di grande importanza, siglato in continuità con il ‘Protocollo per il controllo e la riduzione delle emissioni inquinati nel distretto ceramico di Modena e Reggio Emilia’ del 2009, che rappresenta una esperienza forse unica a livello nazionale.
“Il Distretto proprio perché distretto ha capito prima degli altri il tema della sostenibilità e ha la volontà di continuare a fare prima degli altri” – ha sottolineato Paola Gazzolo.
Palma Costi ha ribadito come sia “il primo accordo viene dopo la grande crisi ma questo territorio non ha mollato. Imprese, istituzioni, lavoratori, cittadini hanno lavorato insieme”.
“E’ un Accordo che ha visto lavorare insieme i comuni tra il modenese e reggiano, – ha detto Giorgio Zanni – per cui il Secchia stavolta non ha diviso”.
“Si tratta di un impegno concreto, controllabile, che tutti possono verificare – ha precisato Francesco Tosi.
L’Accordo è una intesa di carattere volontario che vede le amministrazioni territoriali del distretto e le imprese ceramiche del territorio assumere impegni che vanno oltre le previsioni normative ed i limiti autorizzativi che, in Emilia Romagna, sono già severi e più restrittivi di quelli nazionali e delle BAT (migliori tecniche disponibili) identificate dalla UE.
Partendo dai positivi risultati raggiunti negli anni passati in termini di miglioramento della qualità dell’aria, con un abbattimento consistente delle emissioni dagli anni ’90 ad oggi, il nuovo Accordo si basa su una approfondita analisi condotta da Arpae, che ha esplorato la situazione ambientale del distretto e la qualità misurata dell’aria dal 2014. L’indagine ha anche identificato quale è il contributo effettivo dell’industria ceramica, che si affianca alle altre fonti emissive (traffico, riscaldamento, agricoltura, ecc.). Emerge che oggi le emissioni del comparto ceramico nel distretto sono di fatto trascurabili per piombo e composti organici volatili, mentre l’ossido di azoto che esce dai forni di cottura è il 23% del totale e il contributo ceramico all’emissione di PM10 è inferiore al 39%.
L’Accordo non disciplina le emissioni di anidride carbonica in quanto regolamentate a livello internazionale, ma intende agire sul contenimento delle emissioni di polveri e ossidi di azoto. Rispetto al precedente protocollo non sono più regolate le emissioni di piombo e fluoro, valutate come non più significative, mentre è stato inserito l’NOx (precursore delle PM10), indicato dal Piano regionale come inquinante rilevante per il territorio del distretto.
L’obiettivo è incentivare le imprese a continuare nel progressivo miglioramento delle loro prestazioni ambientali e ad intervenire ulteriormente anche sugli impatti indiretti.
Lo strumento per farlo sono le cosiddette “quote di emissione”, scambiabili tra le imprese, che agevolano anche le Amministrazioni nella valutazione e nella regolazione delle emissioni atmosferiche rilevanti, originate dalle ceramiche nel distretto, con il fine di contenere il carico inquinante “ceramico” complessivo presente nell’aria del territorio. Questo meccanismo semplifica quindi le valutazioni di compatibilità di un progetto di intervento presentato da un’impresa, rendendo più rapidi ed omogenei i procedimenti autorizzativi degli Enti e sostenendo in questo modo anche le necessarie trasformazioni tecnologiche del settore, per essere competitivo. ”Perché investire in politiche ambientali è oggi un vantaggio, un’opportunità – ha rimarcato Vittorio Borelli di Confindustria Ceramica. “Tutto il mondo guarda a noi per l’impegno che abbiamo sempre messo per il rispetto dell’ambiente”.
La novità di questo Accordo è il fatto di incentivare l’adozione di azioni volontarie delle imprese di miglioramento ambientale, energetico, dei trasporti, e del verde, con la possibilità di valorizzare le emissioni evitate, come quote a disposizione per nuovi investimenti produttivi e la creazione di un fondo di riserva per nuove imprese o per ristrutturazioni qualificate. Azioni quali recupero del calore dei forni in essiccatoi o atomizzatori, utilizzo di fonti di energia rinnovabili, cambio alimentazione dei mezzi (es muletti elettrici), piantumazione di verde aggiuntivo sul territorio possono controbilanciare quindi un eventuale aumento di produttività delle aziende.
Si vuole inoltre uniformare ulteriormente le procedure autorizzative ambientali all’interno del distretto, con una riduzione dei tempi e la possibilità per le imprese di accedere in via preferenziale ai contributi regionali. Infine l’Accordo regola l’insediamento di nuove aziende ceramiche che per poter essere autorizzate dovranno dimostrare di disporre di quote di emissione sufficienti all’esercizio dell’attività in progetto e presentare prestazioni ambientali d’eccellenza.
Il nuovo Accordo, che si inquadra nelle azioni previste dal PAIR 2020 (il Piano aria della Regione) ed ha validità di 5 anni, si applica ai territori dei comuni di Castelvetro di Modena, Fiorano Modenese, Formigine, Maranello, Sassuolo, Casalgrande, Castellarano, Rubiera, Scandiano, Viano.