Il comportamento di alcuni soggetti in Emilia Romagna sta oltrepassando ogni limite: in una fase storica in cui la maggior parte dei lavoratori è sfiduciata dal mondo sindacale, in cui il concetto stesso di “rappresentanza sindacale” si sta svuotando del tutto (la nota vicenda Dussmann a Modena, che ha visto lo SNALV battersi da solo in prima linea, ne è un emblematico esempio) i sindacati confederali della zona impegnano il loro tempo a spargere odio e bugie, inquinando dal fondo il dibattito pubblico.
Possiamo accettare tutto: la diversità di opinioni e la libertà sindacale sono le pietre miliari su cui fondiamo quotidianamente la nostra attività. Anche sul CCNL Anaste, abbiamo da sempre accettato tutte le critiche, nonostante gli evidenti tentativi – che vanno avanti da ben tre anni – di strumentalizzare alcuni punti del contratto, con la diffusione di falsità e confusione tra i lavoratori.
Dal nostro punto di vista i sindacati confederali – laddove sono riusciti a bloccare l’applicazione dell’unico CCNL Anaste vigente siglato nel 2017 (consentendo alle imprese di applicare ancora il vecchio CCNL Anaste, fermo ad oltre dieci anni fa) – hanno fatto perdere ai lavoratori quasi 2.000€ in tre anni, negando anche un’assistenza sanitaria integrativa che in quel territorio funziona molto bene. Così facendo, inoltre, hanno prodotto un notevole risparmio economico per queste aziende, configurando di fatto una sleale concorrenza rispetto a quelle strutture che da oltre tre anni corrispondono gli incrementi retributivi previsti dal CCNL Anaste 2017.
Ciò nonostante, abbiamo sempre accolto le critiche con spirito costruttivo e cercato di far chiarezza con i lavoratori. Gli stessi lavoratori ci hanno premiato, in tante regioni d’Italia, apprezzando una concezione moderna ed innovativa di fare sindacato. In Emilia Romagna, no. In Emilia Romagna si è arrivati alle minacce di violenza fisica.
Questo scontro, queste prese di posizioni aprioristiche non fanno altro che danneggiare ulteriormente il mondo sindacale che, giorno dopo giorno, perde ogni credibilità. Nessuno detiene la verità assoluta: non lo capiscono coloro che, pur professandosi democratici, impediscono ogni sorta di confronto civile.
Nel caso specifico di Villa Margherita, ci siamo resi disponibili a discutere con tutti i sindacati per affrontare congiuntamente la questione tramite un contratto aziendale, nell’esclusivo interesse dei dipendenti. E lo abbiamo fatto proprio perché, a differenza dei confederali, riconosciamo in pieno la libertà sindacale di tutti i lavoratori. Ma dall’altra parte si è alzato un muro, che ha svelato anche agli occhi dei lavoratori il fine ultimo di questi soggetti: la conservazione di un monopolio assoluto della rappresentanza sindacale, che gli consenta di fare ciò che gli pare a seconda delle situazioni: gridare quando gli conviene, star zitti quando vi sono altri interessi.
Noi non ci fermeremo, mai. Gli altri CCNL sono appena stati rinnovati; il CCNL Anaste, invece, è ancora in fase di rinnovo: faremo il massimo per renderlo nuovamente il contratto con i livelli retributivi più alti rispetto agli altri contratti più applicati nel settore e sottoscritti dai confederali (Cooperative Sociali e Uneba). Faremo il massimo per correggere tutti i punti che, in tre anni di confronto continuo e serrato coi lavoratori, ci sono stati segnalati.
Con la massima umiltà, con la fiducia dei lavoratori che hanno deciso liberamente di ascoltare un’altra campana, aprire gli occhi e dissociarsi da un modo di fare sindacato ottuso e obsoleto. Rimarremo sempre disponibili con tutti i sindacati per qualsiasi confronto, a patto che sia civile e costruttivo. Ma nel frattempo quereleremo tutti coloro che si sono spinti oltre, che hanno infangato il nostro nome, che hanno prospettato atti di violenza fisica. L’odio non ci appartiene. E per questo lo debelleremo.
28/02/2020
(Il Segretario SNALV Emilia Romagna Vincenzo Paldino – Il Segretario nazio nale SNALV Confsal Maria Mamone)