“La situazione che si è consumata a Modena con la tragica perdita di vite umane e che ancora si sta consumando in alcuni istituti penitenziari emiliano-romagnoli è gravissima. Per ora, è questa l’emergenza.

A Bologna, da quanto viene riferito, è parte attiva della rivolta un certo numero di persone detenute che ha preso possesso di sezioni detentive (e di ambulatori medici) con pesantissime conseguenze che non si è ancora in grado di quantificare. Nello stesso tempo bisogna evidenziare con forza che un numero consistente di persone detenute ha inteso adottare un comportamento responsabile, non partecipando ai disordini.

Non è questo il tempo di interrogarsi in merito a eventuali profili che possano aver contribuito a far degenerare la situazione, ma s’intende ora lanciare un deciso e accorato appello per l’interruzione dei disordini, prima che le conseguenze si aggravino tragicamente.

Resta ovviamente centrale la questione delle misure di prevenzione del contagio da covid-19 da assumere nel contesto penitenziario rispetto alle quali dovrà essere veicolata una corretta e puntuale informazione nei confronti delle persone detenute e la relativa adeguata possibilità di comunicare con i congiunti.

Pare anche opportuno iniziare a valutare iniziative per l’adozione di misure di sostegno per le persone detenute indigenti affinché abbiano aiuti economici per contattare le famiglie.

S’intende infine esprimere vicinanza agli operatori dell’Amministrazione penitenziaria, delle Forze dell’ordine e dell’Ausl”.

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