Sono in corso in queste ore i confronti tra le Rsu, e le direzione aziendali di molte imprese metalmeccaniche modenesi del territorio per definire e verificare l’applicazione delle misure di salvaguardia della salute e sicurezza dei lavoratori come previsto dal protocollo nazionale di sabato 14 marzo, per la protezione del contagio da Coronavirus.
Questo vuol dire che nella giornata odierna un numero elevato di aziende stanno trattando con il Comitato interno per la sicurezza e alcune sono in fermo produttivo.
In altre aziende metalmeccaniche modenesi i lavoratori si sono invece da subito astenuti, o stanno in queste ore uscendo dalla fabbrica in sciopero quali CBM, Trenton, Sacmi ed altre, perché non ci sono condizioni di sicurezza.
Ci sono poi alcune grandi e medie aziende come Maserati, Ferrari Auto, Itm, Wam, Coxa, Carrozzeria Imperiale, ecc… che hanno scelto di chiudere per periodi più o meno lunghi, anche con il ricorso ad ammortizzatori sociali, per ragioni produttive o ritenendo complesso garantire la condizione di sicurezza.
Il vero problema rimangono le piccole e medie imprese metalmeccaniche, molte delle quali, stanno continuando a lavorare, pur in assenza delle condizioni di sicurezza. Anche in queste realtà i lavoratori possono decidere di scioperare se ritengono che la loro salute sia messa a rischio, come previsto dalla proclamazione di sciopero nazionale unitaria di Fim Fiom Uilm sino al 22 marzo.
Però nelle piccole imprese, spesso obbligate dai contratti di fornitura a continuare la produzione, la ricattabilità dei lavoratori è grande e rende complicata anche l’adesione allo sciopero.
La Fiom Cgil di Modena auspica interventi più decisi da parte del Governo, perché quanto messo in campo sino ad ora è insufficiente a tutelare una gran parte dei lavoratori.