Le domande più frequenti che i cittadini rivolgono agli psicologi e alle psicologhe che lavorano al servizio di consulenza psicologica per emergenza COVID riguardano il timore di poter avere contratto il virus prima dell’isolamento anche in assenza di sintomi, preoccupazioni e timori di poter essere veicolo di contagio per le persone anziane che vivono in casa, la paura di non riuscire a gestire familiari risultatati positivi in isolamento domiciliare, l’isolamento e la solitudine, il timore che l’epidemia possa durare ancora molto tempo, le indicazioni su come poter gestire la comunicazione con i bambini o come dar loro informazioni.
Per fruire del servizio i cittadini possono chiamare il numero 0522 296555 dalle 7.30 alle 17.00 dal lunedì al venerdì, il sabato dalle 7.30 alle 13.00. Risponde un operatore che inoltra la chiamata all’équipe psicologica per l’emergenza (EPE) dell’Azienda USL IRCCS di Reggio Emilia. Il costo della chiamata è a carico del cittadino. Nelle prime due giornate sono arrivate in totale 30 chiamate, prevalentemente dalla provincia ed alcune da altre regioni.
Analoghi percorsi, con diverse modalità organizzative, sono stati attivati per offrire supporto agli operatori, ai cittadini affetti da COVID in isolamento e ai loro familiari.
Di seguito alcuni consigli e raccomandazioni elaborati degli psicologi impegnati nella gestione dell’emergenza per la gestione di bambini e per le persone anziane.
Vademecum per i genitori al tempo dell’emergenza COVID-19
Un evento critico come l’emergenza COVID 19 crea una situazione di elevata emotività per l’intera comunità, inoltre l’isolamento che l’emergenza comporta, insieme alla sospensione dell’attività fisica e alla limitazione di stare all’aria aperta, riduce le capacità di fronteggiare lo stress.
Questa emergenza coinvolge tutta la comunità e i bambini sono tra le categorie più vulnerabili, ma se supportati adeguatamente, possono avere buone abilità per fronteggiare lo stress.
Normalmente nei momenti di pericolo i bambini fanno riferimento al genitore, ma quando anche l’adulto vive lo stesso evento traumatico e manifesta segni di stress, i più piccoli potrebbero non trovare la sicurezza e la rassicurazione di cui hanno bisogno. Per dar loro sicurezza è fondamentale che il genitore fronteggi le proprie e normali reazioni da stress.
Spesso i bambini manifestano lo stress in forma di rabbia che solitamente è rivolta verso le persone più vicine come i genitori e i fratelli. Sgridarli per questi comportamenti potrebbe essere controproducente perché aumenterebbe solo il senso di frustrazione e il disagio. Più utile è cercare di aiutarli ad esprimere a parole i motivi della loro rabbia e a verbalizzare i propri sentimenti.
E’ importante spiegare ai bambini cosa sta accadendo usando parole semplici, senza minimizzare né, al contrario, sovraesporli a dettagli traumatizzanti. I bambini hanno bisogno di sapere che possono fidarsi di noi e che non sono tenuti all’oscuro: sono osservatori attenti e si preoccuperebbero molto se percepissero che nascondiamo loro qualcosa.
Non negare la possibilità di vedere le notizie: scegliere un momento durante il giorno o dieci minuti per consultarle insieme selezionando prima le notizie e non lasciandoli mai soli davanti al telegiornale. Prendiamoci del tempo per spiegar loro cosa stanno ascoltando concentrando l’attenzione sui dettagli più rassicuranti.
Trasmettiamo sicurezza: Ricordiamo ai bambini che in casa sono al sicuro e che molti dottori si stanno prendendo cura delle persone malate. Mostriamoci disponibili e aiutiamoli a capire le loro emozioni: manteniamo la vicinanza fisica e un tono di voce rassicurante mentre spieghiamo loro che avere paura, essere arrabbiati o annoiati è assolutamente normale in questa situazione. Permettiamo ai bambini di mantenere le proprie abitudini: lasciamoli giocare, fare i compiti e finché la normale routine non potrà essere ripristinata, manteniamo per quanto possibile abitudini giornaliere familiari. Sosteniamoli e incoraggiamoli: durante l’isolamento la noia è un’emozione frequente anche per i piccoli e può esprimersi con la fatica a fare i compiti e a mantenere i diversi ritmi delle attività scolastiche a distanza. Anche in questo caso è utile incoraggiare i bambini, riconoscendo la difficoltà della situazione, spronarli o sgridarli non servirebbe che a farli sentire non riconosciuti nelle loro difficoltà.
Vademecum per la terza età al tempo dell’emergenza COVID-19
Spegnere la TV e limitare le informazioni: scegliete solo un momento al giorno lontano dal riposo notturno per informarvi. Se durante il giorno i programmi TV parlano dell’emergenza è meglio spegnerla o scegliere altri programmi: l’eccesso di informazioni contribuisce ad aumentare i livelli di stress. Mantenere il più possibile le proprie abitudini, tenersi attivi allenta le tensioni. Non potendo uscire si possono comunque svolgere attività in casa come cucinare, leggere, pulire la casa, riordinare, ascoltare musica, guardare vecchi film…Fare attività fisica anche in casa. Qualche semplice esercizio di ginnastica da casa può aiutare a tenersi in forma e scaricare lo stress.
Prestare attenzione al riposo: meglio evitare di guardare programmi TV che parlano dell’emergenza prima di andare a dormire, prediligendo attività che possono favorire il rilassamento e il sonno.
Parliamo d’altro: continuare a parlare di quanto sta accadendo non serve, al contrario aumenta l’ansia e lo stress, meglio portare la conversazione su altri argomenti.
Guardiamo avanti: la solitudine e l’isolamento sono pesanti, ma pensare che sono un modo per proteggerci e superare questo momento per tornare alla normalità, li può rendere meno pesanti.