Cala ancora in Emilia-Romagna la pressione fiscale e si riducono i tempi di pagamento dei fornitori. Mentre continua a scendere il debito. Sono questi in estrema sintesi i risultati del rendiconto di bilancio relativo al 2019 che l’assessore regionale al Bilancio Paolo Calvano ha presentato oggi in Commissione bilancio.
“Siamo di fronte a un bilancio solido e in equilibrio- ha spiegato Calvano illustrando ai consiglieri regionali il Rendiconto 2019 che dovrà essere approvato in luglio dall’Assemblea legislativa- che vale circa 12 miliardi di euro e pesa per l’8,36% sul Prodotto interno lordo dell’Emilia-Romagna. Il buon andamento della spesa regionale è dunque fondamentale non solo per la finanza pubblica, ma anche per le politiche di crescita e di sviluppo di tutta l’Emilia-Romagna. Abbiamo evidenziato questi risultati al Governo anche in vista della decisioni che verranno prese per quanto riguarda i finanziamenti alle Regioni. Non c’è solo il tema del finanziamento dei servizi essenziali come la sanità e i trasporti. Ci sono le condizioni affinchè le Regioni diventino protagoniste della nuova fase di rilancio che si apre per il Paese dopo la crisi dovuta all’epidemia di Coronavirus”.
Conti in ordine, dunque, e una gestione attenta alla razionalizzazione e all’efficacia della spesa che continua. Come dimostrano i diversi indicatori, a partire da un risultato di amministrazione positivo per 440 milioni di euro, tutti destinati al rispetto dei vincoli di finanza pubblica e alla tenuta degli equilibri finanziari a livello nazionale.
Dal 2015 al 2019 l’incidenza sul Pil regionale della pressione tributaria è passata dal 6,62% al 6,10%, oltre mezzo punto in meno. Mentre in un solo anno si è verificata una riduzione di 42 milioni di euro del debito, pari oggi a 110 euro pro capite, un dato decisamente inferiore a quello medio nazionale.
Non meno significativi i risultati raggiunti per quanto riguarda i tempi di pagamento di beni e servizi. Oggi la Regione paga i propri fornitori in 47 giorni sui 60 previsti per legge per quanto riguarda la sanità, e in 18 giorni su 30 per tutti gli altri settori.