Ha notato un’inserzione su un sito di annunci trattante la vendita di una BMW 318 e ha risposto, essendo interessato all’acquisto. La trattativa di compravendita condotta di persona è andata a buon fine quando l’acquirente, un 28enne reggiano, ha avuto modo di vedere l’auto, concordandone l’acquisto per l’importo di 12.500 euro. Tuttavia una volta versato l’importo sul conto corrente riconducibile alla coppia che stava vendendo l’auto, non si è visto consegnare l’auto: i venditori, incassati i soldi, sono spariti. Materializzato di essere rimasto vittima di una truffa il 28enne si è quindi rivolto ai carabinieri, formalizzando la denuncia.
Le indagini sono state curate dai carabinieri della stazione di Vezzano sul Crostolo che con gli elementi forniti dal truffato in sede di denuncia indirizzavano le attenzioni investigative nei confronti di un 30enne di Castelnovo Sotto e della campagna convivente di 28 anni. A carico dei due i militari raccoglievano concordanti e incontrovertibili elementi di responsabilità in ordine al reato di truffa in concorso, per la cui ipotesi di reato i due venivano denunciati. La Procura della Repubblica di Reggio Emilia, concordando con le risultanze investigative dei carabinieri di Vezzano sul Crostolo emetteva a carico degli indagati un decreto di perquisizione domiciliare.
L’esito dell’attività condotta dai carabinieri portava al rinvenimento e sequestro di elementi di riscontro in ordine alla responsabilità della truffa da parte della coppia in quanto i militari rinvenivano nella loro disponibilità un cellulare con sin card avente numero con il quale la coppia aveva portato avanti la trattativa della vendita dell’auto, un bonifico di oltre 9.000 euro fatto a favore della stessa coppia nel 2019 da parte di altra persona, relativamente all’acquisto della stessa auto proposta successivamente in vendita al 28enne reggiano, ma soprattutto 5.200 euro in contanti ritenuti dagli inquirenti provento della truffa il cui possesso veniva giustificato come risparmi derivanti dal reddito di cittadina e da lavori saltuari svolti dai due. Il materiale probatorio rinvenuto, compreso il danaro contante veniva sottoposto a sequestro a carico della coppia indagata per il reato di concorso in truffa.
Raggiro quello subito dal 28enne reggiano che potrebbe essere la punta di un iceberg di una condotta truffaldina ben più ampia da parte della coppia che, con la vendita di auto fantasma, arrotondava il reddito di cittadinanza percepito. Risposte al riguardo potranno aversi dalla tre carte di credito ricaricabili sequestrate, dalla cui analisi dei movimenti potrebbero ottenersi concrete risposte in ordine alla serialità delle truffe concernenti false vendite di auto.