Al termine della loro anno di Servizio Civile presso attività e strutture comunali, le due volontarie Hajar El Kholti e Siham Kherrebi hanno voluto restituire un po’ dell’esperienza vissuta attraverso una breve ma significativa testimonianza. Di seguito, le loro considerazioni.

Hajar El Kholti

Il servizio civile non è stato solo una semplice esperienza di volontariato, ma un vero e proprio percorso di crescita personale. Un anno che, nonostante tutte le difficoltà, mi ha permesso di migliorare e imparare tanto.

Ho deciso di intraprendere questa esperienza per rendermi utile a persone bisognose ed essere più attiva sul nostro territorio: sono davvero molto soddisfatta di come sia andata! Inserita in diversi contesti, ho svolto tante mansioni differenti, soprattutto a causa dell’anno particolarmente caotico e diverso dal solito. Nonostante le difficoltà che l’emergenza Covid ha causato, mi sono posta l’obiettivo di approfittare di qualsiasi situazione, anche negativa, per trarne comunque un insegnamento.

Ognuna delle attività svolte ha lasciato in me un segno positivo. Ho operato con i ragazzi del Babele e ho fatto assistenza sugli scuolabus, cercando di convincere gli alunni a rispettare al meglio le regole anti-Covid. Tra le altre attività, le chiamate agli anziani durante il periodo di pandemia per rassicurarli e accertarci che stessero bene e che non avessero esigenze particolari, è stata quella che più mi ha segnato: i ringraziamenti e gli apprezzamenti rivolti a noi volontari e al servizio che il comune è riuscito a garantire, non poteva che rendermi felice e orgogliosa.

Altre mansioni mi hanno fatto conoscere un nuovo mondo, quello del sociale, un ambito che non ha molto a che vedere con gli studi cui mi sto dedicando, ma che mi ha incuriosito e che ha modificato, in positivo, i miei progetti futuri. Mi sono confrontata con tanti punti di vista, imparando meglio a saper ascoltare chiunque avessi davanti. Oltre a ciò, le diverse situazioni mi sono servite per avere più consapevolezza dei miei punti di forza e dei miei limiti.

Nel complesso, è stata una bellissima esperienza: grazie in particolare ai responsabili dell’Ente e della sede per la loro disponibilità e comprensione.

 

Siham Kherrebi

All’inizio ero una neodiplomata molto confusa rispetto al futuro. Quindi, per chiarirmi un po’ le idee e per non lasciare andare un anno senza impegnarmi, ho deciso di svolgere il servizio civile. Devo dire che è stata la scelta migliore che potessi fare, non solo perché ha contribuito alla mia crescita personale e professionale, ma anche perché ho acquisito nuove competenze civiche, sociali e nuove conoscenze, grazie alle formazioni che il servizio ha offerto. Inoltre, mi ha permesso sia di sviluppare nuove relazioni e amicizie, che di conoscermi meglio.

Penso che i nostri servizi siano stati molto utili per gli altri, in particolare nel far rispettare le misure di sicurezza durante l’emergenza COVID, distribuendo ad esempio le mascherine. Ho operato, poi, in tanti ambiti, sostenendo diverse categorie di soggetti, tra cui gli anziani e i bambini, persone che ogni giorno riescono a regalare momenti da ricordare. Lavorare con gli anziani nella casa di riposo mi ha fatto stare bene e imparare tanto; ho visto in diverse occasioni come fossero felici delle attività fatte insieme, anche se lontano dalla loro famiglia.

Nonostante questo periodo difficile i nostri responsabili e dirigenti sono stati tutti disponibili per qualsiasi chiarimento, sostenendoci fino alla fine. Inoltre, aver collaborato con tanti colleghi mi ha insegnato a lavorare in gruppo e a confrontarmi con più persone, diverse tra loro e da me.

Le mie motivazioni iniziali sono state completamente soddisfatte e rifarei la stessa esperienza per mille motivi, tra cui il mettermi in gioco e partecipare in modo attivo alla vita sociale. Infine, vorrei ringraziare sia il nostro Comune per questa bellissima opportunità, sia le persone che sono riuscita ad aiutare e che mi hanno fatto sentire gratificata a mia volta.

 

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