Il 2021 si apre con una novità pessima, per quanto attesa, per le piccole imprese e per i privati cittadini. Dal 1° gennaio, infatti, entrerà in vigore la nuova normativa sui default in base alla quale una persona fisica e un’impresa possono essere dichiarati insolventi, e di fatto vedersi bloccata ogni operatività con le banche, se si rivelano inadempienti nei confronti degli istituti di credito anche per somme irrisorie come 100 euro.
“Non credo sia necessario dire molto per evidenziare quanto sia inopportuna questa norma”, commenta il presidente di CNA Modena Claudio Medici.
“Non si tratta certo – continua Medici – di non volere questa regola per evitare di pagare le somme di cui si è debitori senza subire conseguenze. Il fatto è che soluzioni come questa, valide in periodi per così dire normali, sono inadatte ai tempi drammaticamente straordinari che stiamo vivendo. Ecco allora che una regola europea come questa, pensata per prevenire i rischi patrimoniali del sistema bancario, finisce per diventare una vera spada di Damocle per artigiani, imprese, famiglie e le stesse banche”.
Da tempo CNA sostiene che il mantenimento di queste regole restrittive avrà effetti devastanti su artigiani e piccole imprese che già scontano grandi difficoltà per ottenere finanziamenti. La CNA sollecita, quindi, il massimo impegno del Governo per trovare soluzioni a livello europeo che non vanifichino gli strumenti come il potenziamento del Fondo di garanzia per le Pmi previsti nel disegno di legge di bilancio allo scopo di alleviare la pesante situazione finanziaria delle imprese. Ecco perché l’Associazione chiede il superamento della definizione di default e la revisione del cosiddetto calendar provisioning che regola la valutazione del merito creditizio secondo meccanismi tanto rigidi e sproporzionati per i crediti di importo minore quanto inadeguati all’attuale fase di profonda recessione scatenata dalla pandemia.