“Ora anche voi siete cittadini di Modena, sentitevi tutti cittadini di seria A con gli stessi diritti e doveri e quando passate in piazza Grande sentitevi anche di salire lo scalone del Municipio e di venire a parlare col sindaco che prima di decidere ascolta sempre volentieri, perché è tutti assieme che dobbiamo costruire un mondo migliore”.
Così il sindaco Gian Carlo Muzzarelli si è rivolto a scolaresche e docenti delle classi quinte delle scuole primarie della città collegate on line in occasione dell’iniziativa “Bambino=Cittadino” che ormai da anni vede l’amministrazione comunale, su indicazione del Consiglio, conferire simbolicamente la cittadinanza onoraria ai bambini di 10 anni nati da famiglie migranti residenti a Modena.

Quest’anno, come lo scorso, a causa dell’emergenza sanitaria, bambini, famiglie, maestre e compagni di classe non hanno potuto riunirsi a centinaia a Forum Monzani, ma è stato comunque organizzato un momento di condivisione a distanza per sottolineare la cittadinanza onoraria conferita a 241 bambini.
Le loro famiglie provengono da 32 nazioni diverse: tanti da Marocco, Albania, Filippine, Ghana, Romania e Albania, ma anche da Cina, Polonia, Pakistan, Moldavia, Nigeria, Algeria, Bangladesh, Tunisia e qualcuno pure da Tanzania, Mali, Slovacchia, Etiopia, India, Kazakistan, Perù e da altri paesi ancora. Per tutti questi bambini Modena è la città dove i genitori hanno trovato lavoro e si sono stabiliti, dove loro sono nati e cresciuti, dove frequentano la scuola, fanno sport e hanno gli amici. In una parola: la loro città.
Quando al presidente Fabio Poggi collegato proprio dall’aula del Consiglio comunale insieme all’assessora all’Istruzione Grazia Baracchi, Manuela un’alunna della 5 A della scuola Leopardi ha chiesto “cos’è la cittadinanza e perché devo prenderla”, lui ha risposto: “Non avere la cittadinanza è come far parte di una squadra, allenarsi, sentirsi pronti e non essere mai chiamati in campo a giocare. Giocare la partita vuol dire divertirsi, ma anche partecipare e dare il proprio contributo alla squadra”. “Se già non siete cittadini italiani – ha aggiunto il sindaco a Giacomo che lo interrogava su questo – è perché la legge italiana non lo prevede, ma è un problema che abbiamo già sollevato e chiesto di risolvere. Qui a Modena lo siete ed è tutti insieme che, dopo questa brutta avventura del Covid – che è capitato di prendere anche a me, nonostante sia stato molto prudente – dobbiamo rilanciare un profondo senso della comunità per creare opportunità e sviluppare le capacità di ciascuno”.
Sul tema dei diritti e della cittadinanza i bambini delle classi quinte delle scuole primarie hanno riflettuto e lavorato in questi mesi, prima durante la didattica a distanza e poi in presenza, grazie a “L’albero dei diritti”, il percorso didattico di Unicef che anche quest’anno ha partecipato a “Bambino=Cittadino” attraverso il referente per Modena Lorenzo Iughetti, che dal reparto di Pediatria del Policlinico ha lanciato a tutti un messaggio video inequivocabile: “La cittadinanza onoraria è il modo in cui Modena vi onora e vi riconosce protagonisti del suo futuro ed è al tempo stesso la via attraverso cui voi dovete onorare la città impegnandovi a far rispettare i diritti di tutti”.
Tante le domande giunte dalle classi collegate on line per sindaco e presidente Poggi: “Arriverà un giorno in cui tutti i bambini avranno la cittadinanza nella loro città e in cui anche nel resto del mondo saranno garantiti i diritti? “Sì – ha risposto Poggi senza esitazioni – non perché sono un utopista, ma perché è già successo per tante cose importanti, come per il voto, che con l’impegno e la volontà di tanti si riuscissero a conquistare grandi diritti”. E il sindaco ha sottolineato anche “il lavoro straordinario di Unicef per dare dignità e un futuro a tutti bambini”.
“Bambino=Cittadino in un sms?” “Bambino=Cittadino è ogni Primavera la festa più bella per il futuro di Modena” ha risposto il sindaco suscitando l’applauso . “Che cosa mi consigliate di mettere nello zaino quando vado a scuola, oltre a tutto quello che già c’è?”, ha chiesto un altro bambino. “Innanzitutto, tanto entusiasmo” ha risposto Muzzarelli mostrando il suo di zaini, “ma non dimenticate matite per colorare la città e un evidenziatore per evidenziare le cose che non vanno” – ha aggiunto Poggi – e prendete alla lettera il sindaco”. A Samuele e Marica che gli avevano chiesto se fosse difficile fare il sindaco, Muzzarelli ha infatti confessato che “è un mestiere di grande impegno, responsabilità e soddisfazione in cui è fondamentale l’ascolto “perché c’è un tempo per ascoltare e un tempo per decidere e a me piace fare entrambe le cose”.
L’invito a farsi sentire, a partecipare alla vita scolastica e della città, anche aderendo alla proposta di inviare a Memo tramite gli insegnanti un’idea per migliorare il proprio quartiere, è stata, infine, sottolineata dell’assessora Baracchi che nei saluti conclusivi ha ringraziato bambini e docenti “perché anche quella di oggi è una prova di cosa significa veramente essere scuola”.

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