Sono Chiara Ferrari e Rossella Bonacini le ‘reggiane per esempio’ premiate oggi dal sindaco di Reggio Luca Vecchi e dall’assessora alla Cultura e Pari opportunità Annalisa Rabitti quale modello di impegno e dedizione in ambito professionale. Sala del Tricolore ha ospitato stamane, in occasione della Festa internazionale della donna, la cerimonia in cui due nostre concittadine sono state insignite del Primo Tricolore per essersi distinte nei settori del lavoro e delle professioni (questo l’ambito selezionato per l’edizione 2022) e in particolare per aver intrapreso carriere e percorsi lavorativi in settori tradizionalmente appannaggio degli uomini.

Insieme al sindaco e all’assessore Rabitti, alla premiazione hanno partecipato le assessore comunali Mariafrancesca Sidoli (centro storico e attività produttive), Raffaella Curioni (educazione) e Carlotta Bonvicini (mobilità e ambiente), il presidente della Commissione parità e diritti della Regione Emilia-Romagna Federico Amico e l’attrice Cinzia Spanò, presidente del Collettivo Amleta, associazione di promozione sociale che si batte per contrastare la disparità e la violenza di genere nel mondo dello spettacolo.“

HANNO DETTO – “Oggi celebriamo una lunga storia, quella della lotta per i diritti delle donne e in questa occasione non possiamo perdere di vista la complessità che ci troviamo a vivere. Il nostro pensiero va quindi alle donne ucraine che hanno dovuto scegliere di scappare, di abbandonare le proprie case e i propri cari, donne che hanno scelto di combattere per il proprio paese, per qualcosa che sta accadendo a solo un’ora di aereo a da qui, in un paese che si trova a doversi misurare con la guerra – ha detto il sindaco Luca Vecchi – Una città si connota attraverso i sistemi di valori che la caratterizzano e la nostra città ha sempre visto nei diritti delle persone e nella lotta per l’avanzamento dei diritti un elemento distintivo del proprio modo d’essere. Le parole che contraddistinguono la nostra storia sono appartenenza, convivenza, cittadinanza. Reggio non ha mai mancato di essere impegnata in prima linea sui diritti umani e sull’accoglienza di chi ha attraversato il Mediterraneo e oggi di chi fugge dalla guerra. La consapevolezza di una storia fatta di dialogo e riconoscimento dei diritti, diritti delle donne in particolare, è ciò con cui dobbiamo guardare alla contemporaneità”.

“In questa giornata simbolo delle lotte e delle rivendicazioni delle donne per la conquisa dei principali diritti civili che già alla sua origine, nel lontano 1917, vide le donne russe occupare le piazze di San Pietroburgo per chiedere la fine della guerra, il nostro pensiero va a tutte le donne che oggi vivono in teatri di guerra e della guerra pagano gli enormi costi. Pensiamo alle donne ucraine come alle russe, senza dimenticare le donne le afgane. Addolorate ma non impotenti, siamo al loro fianco e ci batteremo per affermare il diritto di tutte/i a vivere in pace – ha aggiunto l’assessora Rabitti – Oggi e in questa occasione così speciale che ci vede finalmente insieme dopo due anni di pandemia della quale abbiamo conosciuto il peso, vorremmo manifestare un riconoscimento, una menzione speciale, a tutte le donne reggiane, per il grande impegno a cui sono state costrette e al quale si sono dedicate con spirito di abnegazione durante la pandemia. Giovani, anziane, figlie sorelle, compagne, madri, native o migranti: vorremmo oggi premiare simbolicamente tutte le donne reggiane che hanno fronteggiato la pandemia ridisegnando la propria vita, tenaci, generose e invisibili, si sono prese cura, faticosamente in equilibrio tra bisogni diversi. Per questo nella giornata dell’8 marzo vogliamo valorizzare la ‘straordinaria normalità’ di tutte noi donne reggiane. E, unite, amplificare la forza di cui ognuna è portatrice per continuare ad affrontare la complessità del quotidiano, sentendoci più vicine e solidali”.

“Oggi, nella Giornata internazionale della donna, il pensiero va a tutte le donne che stanno affrontando l’orrore della guerra. È sotto gli occhi di tutti che, insieme a bambine e bambini, l’impatto spropositato di questo conflitto ricadrà soprattutto su di loro – ha detto Federico Amico – Nel 2000 l’Onu ha stabilito che il ruolo e l’esperienza delle donne sono essenziali nelle situazioni di conflitto e nei processi di pace, in quanto ‘agenti di cambiamento’. Eppure in questi giorni di guerra, a eccezione della presidente della Commissione Europea, a prendere la parola e le armi sono solo gli uomini. La pace è un processo, ma è anche un’attitudine. Per praticarla servono spazi di confronto e mobilitazioni contro la violenza, le discriminazioni, le diseguaglianze. Sono convinto che con l’impegno e la presenza delle donne gli obiettivi di pace saranno più concreti e raggiungibili”.

LE PREMIATE – Chiara Ferrari (vincitrice per la categoria under 50) è stata infatti selezionata “per aver intrapreso, prima donna a Reggio Emilia, la professione di Vigile del fuoco, una professione considerata ancora oggi ‘maschile’, per aver superato con caparbietà gli ostacoli fisici e culturali, adattandosi all’ambiente della caserma, dimostrando le proprie competenze, sempre a servizio della collettività e del bene comune”. Laureata in Ingegneria Informatica, Chiara Ferrari ha dimostrato di considerare il suo lavoro una missione caratterizzata da una particolare attenzione al senso civico per il bene comune. La sua figura può essere esempio per molte donne che aspirano a ricoprire ruoli e lavori prevalentemente dominati dal genere maschile nei quali gli ostacoli che si incontrano sono prettamente di tipo culturale.

Rossella Bonacini (categoria over 50), autotrasportatrice oggi socia di Transcoop, “ha dimostrato e dimostra la forza delle donne, l’impegno, la capacità di mettersi in gioco in un lavoro a esclusivo appannaggio maschile, quello del camionista, ottenendo credibilità e legittimazione. Per la determinazione, la passione e la professionalità che le hanno permesso di superare gli atteggiamenti discriminatori e i numerosi pregiudizi, per aver affrontato con coraggio lunghe tratte e trascorso le notti da sola nel suo mezzo, per essere riuscita a conciliare i propri impegni con la famiglia valorizzando la rete di sostegno femminile e le relazioni interpersonali”.

Una menzione speciale è andata anche, per la categoria under 50, a Elena Tedeschi, ingegnere idraulico impegnata nella salvaguardia ambientale, e ad Annalisa Gallina, medico neuroradiologico. Per la categoria over 50 la menzione speciale è andata invece a Ester Magnanini per l’impegno sindacale all’interno di una fabbrica metalmeccanica.

 

 

 

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