SUNIA, SICET, UNIAT dell’Emilia-Romagna esprimono forte preoccupazione per la situazione abitativa del Paese, segnata da anni di assenza di politiche per la casa in grado di fare i conti con la crescente povertà acuita dall’emergenza sanitaria che non ha risparmiato anche la nostra regione. La ripresa delle esecuzioni degli sfratti per morosità incolpevole (alcune migliaia nella nostra regione), accompagnate da numerose esecuzioni immobiliari sulla prima casa, a cui si aggiunge una forte incidenza sui costi (già proibitivi) dell’abitazione (con rincari dal 60 al 100% delle utenze domestiche e sugli oneri condominiali per i servizi legati al consumo energetico), oltre all’aumento dell’inflazione tra il 4 e il 6 %, sono i segnali evidenti di un disagio abitativo crescente.

Una condizione di acuta sofferenza che mette a rischio la coesione sociale, fino a minacciare in alcuni casi la violazione dei diritti umani, come la tutela dei minori o l’unità della famiglia, dovuta anche all’assenza di strumenti e risorse da parte dei Comuni per far fronte all’emergenza, con misure di accompagnamento che consentano il passaggio da casa a casa.

Da tempo le organizzazioni regionali degli inquilini hanno affrontato con la Regione il potenziamento degli investimenti sul patrimonio immobiliare esistente e sulla sua espansione, destinando quote del bilancio regionale anche al sostegno dei redditi ai nuclei famigliari colpiti dalla crisi attraverso il fondo per il contributo affitto e per la rinegoziazione dei canoni.

Sul versante nazionale, i provvedimenti adottati non mettono al centro un rilevante e strutturale piano pluriennale di edilizia residenziale pubblica e sociale, che possa avviare e consolidare una politica abitativa di lungo respiro che aumenti l’offerta di alloggi pubblici a canoni sostenibili. In questi ultimi decenni, mentre il reddito da lavoro è calato, gli affitti non si sono fermati, mentre in alcuni capoluoghi una parte del patrimonio abitativo è stato sottratto al mercato dell’affitto residenziale per supportare un turismo mordi e fuggi non regolamentato, rendendo così inadeguati gli strumenti che avrebbero dovuto garantire un costo della casa non superiore al 25-30% del reddito famigliare.

Contemporaneamente, a livello territoriale da tempo SUNIA SICET e UNIAT, d’intesa con le confederazioni CGIL CISL UIL, hanno avanzato ai prefetti e agli amministratori delle politiche abitative dei nostri capoluoghi la richiesta di provvedimenti adeguatamente finanziati per consentire una graduale e organizzata esecuzione degli sfratti per morosità incolpevole, per tutti i casi socialmente rilevanti, a cui il mercato non garantisce un nuovo alloggio (eventualità puntualmente considerata dalla Corte Costituzionale nella sentenza 213/2021).

In alcuni territori si sono individuati strumenti innovativi per gestire questa fase, vedi gli accordi che incentivano intese tra inquilini e proprietari per gestire la fase transitoria per favorire il passaggio da casa a casa. Altri territori invece si sono sottratti all’invito della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese di una graduale esecuzione degli sfratti. Con loro il confronto incomprensibilmente non si è mai avviato o ha incontrato ostacoli, condannando nuclei famigliari a  una condizione grave. Riteniamo urgente che tutti i tavoli di confronto vengano attivati e che si costruiscano sul territorio strumenti di intermediazione pubblica per il reperimento di alloggi pubblici e privati da destinare alla domanda di case ad affitti compatibili con i redditi dei nuclei famigliari in difficoltà, percorso per altro sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna, e da noi condiviso, con un suo provvedimento della fine del 2021.

Contemporaneamente, è urgente un piano di rinegoziazione degli affitti in grado di allineare gli affitti privati ai redditi degli inquilini, utilizzando le risorse messe a disposizione, anche in questo caso sempre dalla Regione, con la richiesta al governo nazionale di rafforzarlo con un proprio provvedimento.

Le segreterie nazionali di SUNIA SICET e UNIAT, attraverso anche un percorso di ascolto dei territori, hanno definito una piattaforma di richieste al Governo e al Parlamento impegnato nella conversione di decreti che sostengono le proposte di misure sopra definite e adeguate, sia per il breve sia per il medio e lungo periodo. Avviando altresì un periodo di mobilitazione che sarà concluso con un presidio a Roma presso il Ministero delle Infrastrutture nella giornata del 22 marzo 2022 con inizio alle ore 14.30, al quale parteciperà una ampia delegazione della nostra regione.

Nelle prossime settimane poi non si esclude che, in ragione dell’evolversi o meno dei confronti su base territoriale, siano definite iniziative per dare soluzioni adeguate all’emergenza abitativa del nostro territorio.

(CGIL-CISL-UIL Emilia-Romagna, SUNIA-SICET-UNIAT Emilia-Romagna)

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