Il caro-energia che sta impattando fortemente sulle attività imprenditoriali e industriali in ogni settore colpisce in maniera significativa anche il trasporto pubblico. La voce “carburanti”, infatti, è – insieme al costo del personale – quella che maggiormente caratterizza i bilanci delle imprese di trasporti, impegnate in questo frangente a far quadrare i conti.

L’allarme energetico rappresenta una criticità forte che va ad aggiungersi al sacrificio economico che la mobilità pubblica ha già sostenuto e continua a sostenere a causa della fase pandemica, con servizi sempre mantenuti attivi per trasportare le persone sui territori, oltre che con servizi aggiuntivi definiti ai tavoli di programmazione localmente istituiti per garantire un’offerta potenziata a pendolari e studenti compensando anche la ridotta capacità di carico dei bus dovuta alla normativa emergenziale.

Rispetto ad altri ambiti industriali, peraltro, le aziende di trasporto non possono scaricare gli aumenti sui prezzi dei servizi, essendo tenute al rispetto di un sistema tariffario che non prevede adeguamenti automatici. Per questo, il tema dei rincari delle materie prime a livelli inconsueti è stato posto all’attenzione regionale e nazionale da parte di Tper e delle altre aziende di trasporto pubblico al fine di individuare la possibilità di interventi compensativi per far fronte ad una situazione che, se perdurante, genererebbe effetti molto pesanti sui conti aziendali. Su questo piano, è altresì importante quanto verrà stabilito dalle politiche governative in materia di sostegni a causa dei rincari energetici.

Ovviamente, l’azienda è impegnata non solo a garantire le forniture necessarie, ma anche nel monitorare ogni impatto economico. Se la situazione dei prezzi delle materie prime non migliorerà rispetto ad oggi, per quanto riguarda Tper si arriverebbe a stimare un aumento dei costi relativi ai carburanti (metano, gasolio ed energia elettrica per alimentare autobus e filobus a Bologna e Ferrara) di 16,7 milioni euro per l’azienda, in ragione d’anno, rispetto al 2021. Se si considerano anche i maggiori esborsi a carico delle ditte private che in partnership svolgono il servizio di trasporto, l’impatto del caro-carburanti nei bacini di Bologna e Ferrara, in questo 2022, comporterebbe un aumento di 21,4 milioni di euro sulla mobilità pubblica complessiva.

Sono numeri che decisamente impattano sulla redditività aziendale, tuttavia Tper – che nei suoi dieci anni di vita ha saputo creare adeguate fondamenta di solidità patrimoniale e sviluppo di molteplici attività a livello di gruppo – è impegnata a garantire i servizi anche in questo momento particolarmente oneroso per i conti aziendali ed altrettanto impegnativo per le famiglie a causa dell’aumento dei prezzi delle utenze domestiche e di molti beni di consumo.

In questo contesto difficile, se non altro, l’utilizzo sistematico dell’autobus oggi può diventare una scelta ancor più vantaggiosa del consueto per le esigenze di mobilità quotidiana dei cittadini per effetto di tariffe ferme da tempo. Un esempio su tutti: con le quotazioni attuali dei carburanti alla pompa, al prezzo di soli tre pieni per un’automobile di media cilindrata (300 euro) si può acquistare un abbonamento annuale per l’area urbana di Bologna che consente di girare in bus in città per un anno intero; una scelta ancor più conveniente a Ferrara e Imola dove l’abbonamento annuale ordinario urbano costa 256 euro.

Con i propri servizi e mezzi, Tper può certamente accompagnare il trend, che si intravvede negli ultimi tempi, di un leggero aumento tendenziale dell’utenza: dal gennaio scorso, nel pieno del picco dei contagi, in cui l’utilizzo dei bus era nell’ordine del 50% rispetto alla situazione pre-pandemia, oggi si assiste ad una ripresa dell’uso del mezzo pubblico. La quota dei passeggeri trasportati è ancora lontana dal raggiungere i livelli standard registrati prima del Covid, ma ora è risalita indicativamente tra il 60 e il 70% dei valori del 2019.

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