Dal complesso della stazione centrale all’ex scalo Ravone e il Dlf. Sono le principali aree al centro del Protocollo sottoscritto da Comune di Bologna con il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane e le sue controllate Rete Ferroviaria Italiana, Grandi Stazioni Rail, Trenitalia, FS Sistemi Urbani.

Il sindaco del Comune e della Città metropolitana Matteo Lepore aveva avviato, negli ultimi mesi, un’interlocuzione coordinata con il ministero per le Infrastrutture e la Mobilità sostenibili e con il gruppo Ferrovie dello Stato Italiane al fine di condividere un programma di azioni e interventi che riguardano la città e le infrastrutture ferroviarie. Si è convenuto quindi di costituire un gruppo di lavoro integrato tra le società del gruppo Fs, il Comune e la Città metropolitana al fine di condividere i contenuti di un protocollo d’intesa finalizzato a concordare un percorso che consenta di attuare la riqualificazione urbana delle aree ferroviarie.
Tramite l’accordo, e la contestuale partecipazione al bando nazionale per l’assegnazione di risorse del Pnrr, il Comune dunque acquisirà la disponibilità del Dlf Mascarella per riqualificare l’area e il contesto urbano circostante, una porzione dello scalo Ravone, e disporrà di una porzione degli edifici e delle aree della stazione per la realizzazione del Polo della memoria democratica. Inoltre i firmatari candideranno la porzione rimanente dello Scalo Ravone e l’area dell’Officina manutenzione veicoli (Omv) Ravone alla competizione internazionale Reinventing Cities, promossa dalla rete dei sindaci C-40.

Questi i dettagli sulle diverse arre di cui si occupa l’accordo:

1. L’acquisizione da parte del Comune, con le risorse PNRR previste per i Piani Urbani Integrati, di una porzione degli immobili dello Scalo Ravone entro il 31 gennaio 2023. Inoltre, vista la vicinanza con l’area delle OGR (Officine Grandi Riparazioni), verrà avviato un confronto sulla destinazione urbanistica di questo comparto che preveda anche l’insediamento di attività temporanee e l’eventuale acquisizione di alcune aree da parte del Comune.
All’ex Scalo Ravone l’azione prevede di procedere nella realizzazione di un distretto del
mutualismo, dell’innovazione sociale e dell’economia collaborativa (già avviata con l’uso
temporaneo di alcuni immobili dismessi) attraverso la rifunzionalizzazione eco-sostenibile di una consistente parte dell’area, la conservazione e il progressivo recupero degli edifici industriali esistenti (26.000 mq di superficie lorda). Sugli edifici sono previsti interventi differenziati rispetto allo stato dei luoghi: dall’adeguamento energetico, alla rifunzionalizzazione per renderli adeguati ai nuovi usi, fino alla demolizione e ricostruzione. Sulle aree aperte invece interventi di depavimentazione e allestimento mediante l’utilizzazione di soluzioni a base naturale.
Complessivamente verranno acquisite, con la capacità di “acquisto immobili” ammessa dal decreto per l’intero Piano integrato, 10 ettari di nuove aree pubbliche, con edifici destinati ad usi pubblici, attività di servizio per nuove produzioni e co-housing ed edilizia sociale ed innovativa (per circa 300 persone). E’ inoltre prevista la realizzazione di due importanti infrastrutture indispensabili al collegamento dell’area con le zone circostanti: un ponte pedonale e ciclabile verso il sistema dei percorsi ciclopedonali dell’area di Prati di Caprara e la strada di collegamento carrabile tra la via Casarini e la via del Chiù.

2. L’utilizzo del Comune di parte degli edifici adiacenti alla Stazione Centrale per la realizzazione del Polo della Memoria Democratica.
Il Polo sarà un nuovo punto di riferimento nazionale sulla storia contemporanea e sul tempo
presente, che ospiterà fra le altre cose al suo interno il principale archivio sulla storia
contemporanea della città e del paese, installazioni permanenti e temporanee, spazi aggregativi ed educativi. Uno spazio nel quale ricerca storica ed elaborazione della memoria interagiscono con le grandi sfide del presente mettendo in dialogo, anche attraverso la sperimentazione di nuovi linguaggi e del digitale, i patrimoni, le competenze e le progettualità di diversi soggetti (centri culturali, associazioni, istituti) presenti storicamente sul territorio. Uno spazio pensato anche per attivare una cittadinanza più consapevole e democratica, attraverso un contesto plurale e differenziato di risorse e opportunità.
Per la realizzazione della sede del Polo si è identificata una parte degli edifici nella zona della stazione, quindi edifici accessibili e visibili sia dalla stazione che dal centro della città. Edifici oggetto di un vincolo di tutela “indiretta” che ne consente la modificazione nel rispetto dei beni culturali tutelati (la stazione storica a ovest, la porta e i resti della rocca a est), consentendo quindi un intervento importante di riconfigurazione dell’immagine dell’angolo tra i viali e il ponte Matteotti.
Negli edifici ristrutturati, integrati da una nuova costruzione che “riempie” il cortile che oggi separa l’edificio dal viale di circonvallazione, troveranno spazio le funzioni aperte al pubblico (reception e accoglienza, info point, biblioteca e sala consultazione, main stage, mostra permanente, auditorium, spazi incontro, spazi espositivi, spazi didattici, sportelli e servizi per i cittadini), negli interrati gli archivi e i locali tecnici, nei piani più alti le funzioni non aperte al pubblico (uffici, foresteria). Un progetto che consente di intervenire in maniera adeguata sulle parti destinate all’uso pubblico, avere un buon accesso dalla città (da viale Pietramellara) e dalla stazione (al piano inferiore), avere pertinenze esterne utilizzabili.

3. L’acquisizione, da parte del Comune, del DLF Mascarella da molti anni parzialmente utilizzato, richiede importanti interventi di restauro delle strutture storiche (vincolate come beni culturali), delle attrezzature e degli impianti sportivi e dell’impianto vegetazionale. L’obiettivo di questa azione è quello di adeguare gli spazi chiusi e aperti per la realizzazione di un polo culturale e sportivo adeguato alle esigenze contemporanee, con particolare attenzione all’offerta per la fruizione notturna, un parco culturale di nuova generazione che troverà nuove modalità di gestione.
L’assetto degli spazi aperti verrà ridefinito con particolare attenzione alle parti alberate, allo
sviluppo dei percorsi (nuovi e storicamente presenti), al recupero dei manufatti d’arredo ancora in essere (in particolare le fontane) e al recupero dei campi sportivi all’aperto. L’area verrà maggiormente aperta ai contesti urbani circostanti e verrà resa più accessibile attraverso la ristrutturazione degli accessi esistenti (via Serlio e via Stalingrado) e l’apertura di un nuovo accesso da nord.

4. La candidatura di una porzione dello Scalo Ferroviario Ravone e dell’area OMV Ravone al
concorso internazionale di progettazione Reinventing Cities promossa da C – 40 che prevede la trasformazione di siti inutilizzati o degradati in spazi di rigenerazione urbana, resilienti e a zero emissioni di carbonio, attraverso la messa in competizione di aree che necessitano di riqualificazione.

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