Non ha accettato la fine della relazione sentimentale con la sua compagna e così ha cominciato dapprima a tempestare di telefonate l’amica che la ospitava, presentandosi anche presso il suo posto di lavoro per avere informazioni su dove fosse la sua ex compagna, e quindi anche quest’ultima. La vittima, una 30enne abitante a Reggio Emilia, preoccupata per la sua incolumità a fine febbraio aveva quindi denunciato l’ex convivente, un 32enne abitante in città.
I carabinieri in forza alla stazione di Rubiera, a cui la donna ha raccontato i fatti, acquisiti i dovuti riscontri hanno denunciato l’uomo in ordine al reato di atti persecutori. La Procura di Reggio Emilia, condividendo con le risultanze investigative dei Carabinieri della stazione di Rubiera, aveva richiesto e ottenuto dal GIP del Tribunale di Reggio Emilia, l’applicazione nei confronti dell’uomo della misura cautelare del divieto di avvicinamento all’ex compagna prescrivendogli di non avvicinarsi all’abitazione della donna e ai luoghi dalla medesima frequentati e di non comunicare con qualsiasi mezzo e in qualsiasi modo con la persona offesa. Misura quella emessa lo scorso 10 marzo che non è bastata per contenere la condotta delittuosa dell’uomo e garantire sicurezza e tranquillità alla donna tanto è che, il 21 marzo scorso, la 30enne si è presentata ai carabinieri denunciando le ulteriori condotte persecutorie dell’ex compagno che, a brevissima distanza dall’applicazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento, ha trasgredito alle prescrizioni del Giudice. In particolare l’indagato dapprima cercava di contattare telefonicamente la vittima e poi, non essendo riuscito a parlarle, la pedinava in strada l’afferrava per un braccio bloccandola e dicendogli testualmente “vedi come ti ho travata?” Nuove condotte persecutorie quelle opposte in essere dal 32enne, peraltro in violazione di specifica misura cautelare, che hanno visto i carabinieri della stazione di Rubiera segnalare alla Procura reggiana tali fatti. Il sostituto titolare delle indagini ha quindi richiesto ed ottenuto dal GIP del Tribunale di Reggio Emilia l’aggravamento delle misure in atto con l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in regime di arresti domiciliari che veniva eseguita dai carabinieri di Rubiera che sabato sera arrestavano l’uomo, ristretto al termine delle formalità di rito presso la sua abitazione.