Uno spazio dedicato alla produzione e alla creatività, all’incontro con le nuove generazioni, pensato per accogliere prove, residenze, ma anche piccole rappresentazioni, laboratori, workshop e concerti. E’ la Sala Verdi del Teatro Ariosto, a Reggio Emilia, che riapre oggi dopo essere stata chiusa per oltre trent’anni. All’evento di riapertura l’assessore regionale alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, Mauro Felicori, il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi, l’assessora alla Cultura del Comune di Reggio Emilia Annalisa Rabitti, il direttore della Fondazione I Teatri, Paolo Cantù.
Uno spazio autonomo, quello della Sala Verdi, ma che potrà essere anche di supporto ad attività di spettacolo al teatro Ariosto, nella sua funzione più naturale di ridotto. Il progetto esecutivo della riqualificazione è stato realizzato dagli architetti Ivan Sacchetti e Giuliana Allegri, che hanno seguito negli anni tutti gli interventi sul Teatro Ariosto. Prevede un ambiente semplice, ma attrezzato per spettacoli ed eventi speciali, anche i più diversi tra di loro, in uno spazio non rigidamente impostato a priori, ma di volta in volta modulabile, a seconda delle esigenze e comunque accessibile a tutti. L’ingresso sarà sul lato nord dell’edificio: i circa 240 metri quadrati della sala sono stati pensati per accogliere tra 150 e 200 persone (secondo le norme di sicurezza pre-Covid). Un milione e 130 mila euro l’importo dei lavori, di cui 500 mila finanziati dalla Regione Emilia-Romagna e 430 mila dal Comune.
“Potrà sembrare strano che in tempi così difficili e impegnativi si trovi la voglia e la forza di aprire teatri- ha commentato l’assessore Felicori-. Eppure, guardando con attenzione le pagine locali dei quotidiani emiliano-romagnoli, si nota che ogni giorno si mette in sicurezza una sala, si rinnova o si apre un museo o un sito, si inaugura una biblioteca, si cataloga un archivio. E invece non è strano. La cultura è l’unica risposta efficace contro le tentazioni autoritarie, il degrado della convivenza civile, l’isolamento delle persone. La bellezza è l’inverso della guerra. Teatri, cinema, biblioteche e musei sono i granai dello spirito. Ripeteva spesso l’amato presidente Sandro Pertini quanto fosse imperativo svuotare gli arsenali e riempire i granai. La prima opzione, purtroppo non è oggi nelle nostre possibilità, per ora. Ma la seconda sì, infatti l’Emilia-Romagna, terra di cultura, continua a farlo, e festeggia oggi un bel giorno per Reggio Emilia e la nostra regione”.
La ristrutturazione
I lavori si sono concentrati soprattutto nel rendere la Sala conforme ai criteri di sicurezza e di accessibilità, sono stati rifatti gli impianti e riqualificata l’acustica, grazie a un pavimento in legno e una controsoffittatura, costituita da un sistema di pannelli appesi, posti a bandiera, intercalati dall’illuminazione realizzata con spot a led.
Ricostruiti completamente i camerini a sud della Sala e i servizi igienici del pubblico sul lato nord. L’atrio di ingresso si basa su elementi contemporanei, soprattutto luce e materiali pregiati: il luogo è caratterizzato da un pavimento in seminato alla veneziana chiaro, una parete di fondo che racchiude l’uscita dell’ascensore e le porte laterali color oro, una controsoffittatura orizzontale staccata dai muri, da cui scenda una lama di luce, due grandi lampadari che interpretano in chiave moderna gli antichi candelieri.