Un Tavolo permanente di confronto fra tutti gli attori economici e sociali della provincia finalizzato alla salvaguardia dell’occupazione, alla promozione e valorizzazione del lavoro, alla condivisione di progettualità e interventi volti a governare le transizioni produttive in atto, nonché ad aumentare la competitività del territorio reggiano, attraverso una crescita intelligente, inclusiva e sostenibile. E’ il frutto del protocollo sottoscritto oggi pomeriggio in Provincia per dare piena attuazione a livello locale, in coerenza rispetto a quanto sottoscritto da Governo e parti sociali, a quanto previsto dal Patto regionale per il lavoro e per il clima, ovvero “operare per la salvaguardia dell’occupazione perseguendo, anche nel caso di un ricorso a procedure di esuberi, soluzioni condivise tra le parti per la rioccupazione, per la riqualificazione professionale a sostegno della occupabilità, per la gestione dei criteri sociali e con l’esclusione, comunque, di procedure unilaterali di licenziamento collettivo, anche attraverso l’utilizzo preventivo di tutti gli ammortizzatori sociali disponibili.”

La crisi determinatasi per effetto delle misure di contenimento dell’emergenza epidemiologica da Sars Covid-19, le incertezze sul piano internazionale, esigono da parte di tutti l’impegno a monitorare con attenzione gli andamenti economici provinciali, ad intervenire con celerità laddove emergessero criticità occupazionali, approntando soluzioni innovative che guardino alla conservazione dei posti di lavoro esistenti e ai necessari percorsi di riqualificazione professionale laddove necessari.

“Il termine del cosiddetto “blocco dei licenziamenti” e le difficoltà delle imprese dovute all’aumento dell’inflazione e del costo del gas nonché alla mancanza di materie prime, impongono a tutte le parti istitutive l’assunzione di una responsabilità collettiva per evitare ricadute pesanti sul piano sociale – si legge ancora nel protocollo – Inclusione, solidarietà, coesione sociale debbono continuare a costituire gli aspetti identitari della nostra comunità anche nelle situazioni di difficoltà”. Il Tavolo per il lavoro di Reggio Emilia ha dunque il compito di dare attuazione – nel rispetto delle autonomie di ciascuna parte – alle previsioni definite dal Patto Regionale finalizzate alla salvaguardia dei posti di lavoro, mediante l’utilizzo degli ammortizzatori sociali e a promuovere attrattività d’investimenti ad alto valore aggiunto in termini di accrescimento delle competenze delle risorse umane, di sostenibilità complessiva e di forte know how sotto il profilo tecnologico.

Provincia, Comune e attori economici e sociali di Reggio Emilia si impegnano inoltre a operare congiuntamente per condividere progettualità capaci di cogliere le opportunità derivanti dalle innovazioni tecnologiche in atto, dalla transizione ecologica, dalla risposta ai nuovi bisogni sociali dei cittadini, per favorire la diffusione di lavoro dignitoso con particolare riferimento a donne, giovani e soggetti con fragilità, anche intercettando risorse legate ai nuovi fondi europei Fse e Fser 2021- 2027 e alla attuazione territoriale del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

Il tavolo permanente per il lavoro non intende sovrapporsi o sostituire le forme di confronto, negoziato e dialogo sociale consolidate sul territorio, ma garantirne il coordinamento e una opportuna direzione politica generale, perseguendo la più utile sintesi fra le forze economico sociali del territorio rispetto ai temi della creazione di lavoro stabile e di promozione di condizioni utili allo sviluppo economico delle imprese.

 

La composizione

Oltre a Provincia e Comune di Reggio Emilia, fanno parte del Tavolo per il lavoro Cgil, Cisl, Uil, Unindustria, Cna, Confcommercio, Confesercenti, Lapam Confartigianato, Confcooperative, Legacoop, Confapi Emilia, Cia, Coldiretti e Confagricoltura, ai quali – come invitati permanenti – si aggiungono Camera di Commercio, Unimore e Fondazione Manodori.

Il Tavolo per il lavoro si riunirà di norma ogni tre mesi o a fronte di situazioni di particolare urgenza o gravità, come rilevanti crisi aziendali che comportino rischi di significative ricadute sociali.

 

Le attività

Al Tavolo permanente per il lavoro di Reggio Emilia sono affidati:

·         Il monitoraggio e la valutazione quali-quantitativa dei saldi e degli andamenti occupazionali su scala provinciale. Il monitoraggio e la valutazione quali-quantitativa dell’attività economica sulla base dei settori di attività maggiormente significativi.

·         la promozione di attività di ricerca finalizzata all’indagine di aspetti peculiari del mercato del lavoro locale necessaria a promuovere interventi e azioni;

·         Il confronto finalizzato a individuare soluzioni condivise alle crisi di comparto o settore a partire da quelle riguardanti i settori polverizzati e la piccola e media impresa.

·         L’implementazione di progetti mirati a favorire la creazione di nuova occupazione specialmente rivolti a donne, giovani, neet, persone svantaggiate;

·         L’analisi di progetti verso le aree più deboli del territorio provinciale, come ad esempio la Montagna;

·         La predisposizione di azioni concrete volte a prevenire/intervenire su fenomeni di illegittimità, illegalità e infiltrazioni malavitose a partire dal sistema degli appalti;

·         La predisposizione di interventi per il pieno esercizio del diritto alla salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori,

·         L’analisi e la ricerca di soluzioni comuni sulle ricadute sociali, occupazionali, ambientali dei nuovi insediamenti industriali e produttivi, anche in relazione alle ricadute locali degli investimenti del PNRR;

·         l’attuazione di fasi di informazione preventiva, in presenza di nuovi insediamenti industriali, logistici o di attività terziarie, rilevanti per occupazione, utilizzo di suolo o richieste di variazione d’uso delle destinazioni nonché innovazione tecnologica collegata all’implementazione delle attività.

·         La promozione e la valorizzazione di una offerta formativa completa mirata a contrastare l’obsolescenza delle professionalità alla luce dell’evoluzione tecnologica e dei processi di innovazione in atto, nonché a favorire rapidi percorsi di rioccupazione a fronte di perdita del posto di lavoro;

·         La valutazione congiunta delle ricadute sul piano occupazionale degli investimenti pubblici e privati.

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