Ph. Comune Argelato

A dieci anni dal sisma del 2012, la cinquecentesca Villa Beatrice di Argelato, nella pianura bolognese, si presenta in una veste tutta nuova. Questa sera la cerimonia di inaugurazione, dopo la fine dei lavori, con anche il presidente della Regione e commissario delegato per la Ricostruzione, Stefano Bonaccini, insieme alla sindaca Claudia Muzic.

L’intervento su Villa Beatrice, di proprietà del Comune, è compreso nel Programma delle opere pubbliche e dei beni culturali, la parte più complessa  della ricostruzione, anche per i vincoli di tutela del patrimonio storico e architettonico. Complessivamente, per l’intervento sono stati stanziati un milione e 93 mila euro, finanziati dalla Regione con i fondi della gestione commissariale.

“Siamo orgogliosi di aver contribuito a restituire ai cittadini di Argelato Villa Beatrice, che insieme al suo splendido parco è un luogo simbolo della loro comunità- commenta Bonaccini-. Questo monumento lo riconsegniamo così alla comunità completamente ripristinato nelle sue funzioni, più bello e  sicuro di prima, ma sempre nel rispetto dei valori storici e artistici che lo caratterizzano”.

A oggi, complessivamente, sul versante della ricostruzione pubblica le risorse messe a disposizione, tra fondi dedicati e cofinanziamenti, sono pari a 1 miliardo e 480 milioni, per 1.307 interventi. Di queste risorse, 967 milioni sono stati stanziati dal commissario per la Ricostruzione.

La secolare storia della villa di pianura

Questo prestigioso edificio, risalente alla seconda metà del ’500, venne costruito dalla famiglia senatoria bolognese degli Angelelli. Passò in seguito a vari proprietari, tra cui la famiglia Zambeccari, di cui si conservano motivi araldici negli affreschi. Nell’800 venne acquistata (unitamente alle proprietà fondiarie) dalla famiglia Facchini, il cui ultimo proprietario, Alessandro, la donò al Ricovero di Mendicità di Bologna (poi Istituto Giovanni XXIII); dal 1996 è proprietà del Comune di Argelato.

L’edificio, pur essendo formato di parti di epoche diverse, risulta di una soddisfacente omogeneità. Il nucleo centrale, risalente alla seconda metà del XVI secolo, risulta affiancato da due ali laterali che delimitano cortili interni. L’interno conserva importanti decorazioni attribuite in parte al noto decoratore Cesare Baglione (le quattro sale della parte nord) e in parte (sala e quattro ambienti della zona sud) a un artista  che fu pure attivo nella Villa Sampieri Talon a Volta Reno. I soggetti dipinti hanno caratteri moralistici e tendono probabilmente a ricordare iniziative a sfondo religioso o culturale di qualche membro della proprietà.

La denominazione “Villa Beatrice” vuole ricordare la Contessa Beatrice Lanzi Facchini, moglie di uno degli ultimi proprietari della villa, Enea Facchini, scomparsa nel 1884 e ricordata in una lapide collocata sopra la porta della piccola cappella che si trova all’interno dell’edificio, recentemente restaurata.

La villa è composta dal piano terra riservato agli ambienti di servizio (cucine, tinello, pozzi, e così via), dal primo piano (piano nobile), abitazione ufficiale dei signori e luogo di ricevimento e di rappresentanza, e dal secondo piano, generalmente utilizzato per il riposo e il disimpegno.

Anche il giardino circostante ha particolari caratteristiche e comprende la collinetta-conserva; un tempo vi era pure collocata una peschiera. La disposizione degli alberi e della vegetazione venne studiata appositamente, secondo le tecniche rinascimentali, per accentuare lo sbalzo termico tra le due zone del giardino creando un microclima che provocava correnti e brezze d’aria tra le stanze della villa.

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