E’ iniziata a Sarajevo Centar, Municipalità della capitale della Bosnia-Erzegovina, la missione guidata da sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi e dal presidente del Consiglio comunale Matteo Iori.
Ieri, dopo l’incontro con i rappresentanti del Centro municipale per la cultura e la gioventù – il Centro offre tempo libero di qualità a bambini, giovani e cittadini in collaborazione diretta con altre istituzioni locali quali scuole, nidi, istituti per l’educazione, organizzazioni non governative e umanitarie, operatori culturali e scientifici – la delegazione reggiana ha visitato la ‘Galleria 11/07/95’ e la Città vecchia.
La Galleria 11/07/95 è la prima galleria memoriale realizzata in Bosnia-Erzegovina per ricordare le 8.372 persone che tragicamente persero la vita nel genocidio di Srebrenica. È stata aperta simbolicamente il 12 luglio 2012, un giorno dopo il 17° anniversario della strage di Srebrenica, con l’obiettivo di essere parte della cultura e della memoria, nonché ricordo e monito contro la violenza.
Stamattina si è svolto l’incontro con la Fondazione Cure e le associazioni partner dei progetti di cooperazione con la società civile di Reggio Emilia (Zaboravljena djeca rata, Kompas, Spid, rappresentanti del Comune di Sarajevo Centar).
Fondazione Cure si occupa di attività di awareness (consapevolezza, presa di coscienza) e partecipazione a tutela dei diritti delle donne. E’ riconosciuta come organizzazione femminista per sostenere – attraverso programmi educativi, di ricerca e analisi – tutte le donne, ragazze, attiviste e femministe nella loro partecipazione attiva e responsabile al cambiamento sociale, alla costruzione della pace e alla creazione di un movimento femminile inclusivo e sostenibile.
A seguire, l’incontro con Eli Tauber membro del Consiglio interreligioso e del Centro culturale bosniaco a Sarajevo (Bkc). Eli Tauber è un autore e storico che vive a Sarajevo. Ha iniziato la sua carriera come giornalista per il quotidiano balcanico Oslobodjenje, poi membro dell’Istituto per la ricerca sui crimini contro l’umanità e il diritto internazionale dell’Università di Sarajevo. È autore di diversi libri sulla storia ebraica.
Nel pomeriggio di oggi, si svolgerà la Cerimonia di firma del Patto di gemellaggio fra Sarajevo Centar e Reggio Emilia, nella Municipal City Hall. Sottoscriveranno il Patto di gemellaggio il sindaco Srdan Mandić e il sindaco Luca Vecchi, alla presenza dell’ambasciatore d’Italia in Bosnia-Erzegovina, Marco Di Ruzza.
Della delegazione da Reggio Emilia fanno parte anche i consiglieri comunali di maggioranza e minoranza Claudio Bassi, Davide Corradi, Marwa Mahmoud e Matteo Melato insieme con alcuni rappresentanti di organizzazioni reggiane impegnate in progetti di cooperazione e scambio con la Bosnia-Erzegovina e i Balcani: Alessia Ciarrocchi presidente di Fondazione E35, Andrea Cortesi direttore di Iscos Emilia-Romagna, Rosamaria Papaleo segretaria generale di Cisl Emilia Centrale, Elena Strozzi della segreteria della Cgil di Reggio Emilia e Andrea Mainardi referente dei progetti nei Balcani di Istoreco.
PERCORSO DI GEMELLAGGIO E COINVOLGIMENTO DI REGGIO EMILIA – Il percorso di gemellaggio tra Reggio Emilia e Sarajevo Centar inizia nel 2019, con l’approvazione da parte del Consiglio comunale di una mozione che impegnava la Giunta ad attivare un dialogo con la Municipalità di Sarajevo Centar. A questo atto sono seguiti diversi momenti di confronto per attivare l’iter di gemellaggio, prima in presenza a Sarajevo e poi a distanza, a causa della pandemia. Risale al gennaio 2021 la decisione del sindaco di Sarajevo Centar di avviare l’iter per l’attivazione del gemellaggio.
A novembre 2021, infine, il passaggio in Sala del Tricolore con l’approvazione del Patto di gemellaggio da parte del Consiglio comunale. Lunedì 9 maggio, durante la riunione del Consiglio comunale, il gemellaggio venne siglato per la sua prima volta, a Reggio Emilia.
Il gemellaggio tra Reggio Emilia e Sarajevo Centar vede un forte coinvolgimento, supporto da parte di diverse istituzioni e organizzazioni della società civile reggiana, che negli anni passati e in quelli più recenti ha permesso di mantenere vivo lo scambio e la programmazione tra le due città grazie a progetti di solidarietà e sui diritti umani, quali ‘Pita e Pasta di Pace’, ‘Most’ (che significa ‘ponte’) e le iniziative per il 25° Anniversario del genocidio di Srebrenica, promossi in collaborazione con Iscos Emilia-Romagna, Cisl Reggio Emilia, Istoreco, Fondazione Mondinsieme, Cooperativa sociale Madre Teresa, comitato Cittadini di via Roma, associazione MirniMost, compagnia Pietribiasi-Tedeschi, Agesci e altre associazioni.
Diverse le iniziative che hanno visto protagoniste le scuole reggiane, in particolare Bus Pascal e Filippo Re, con analisi e approfondimenti storici e culturali sui Balcani e la Bosnia in particolare.
Infine in questi ultimi anni si è ulteriormente rafforzata la collaborazione con Fondazione E35 per attività collegate alla progettazione europea e di cooperazione.
PERCHÉ SARAJEVO CENTAR – Sarajevo Centar rappresenta il cuore politico e amministrativo della Città metropolitana e del Cantone di Sarajevo (composto da 9 Municipalità), nonché dello Stato, ospitando la gran parte delle istituzioni del Paese. Costituisce inoltre la Municipalità simbolo per il Paese, una delle zone maggiormente colpite durante l’assedio in quanto sede delle più importanti istituzioni. Nel cuore di Sarajevo Centar oggi sorge, sul fiume Miljacka, il ponte Suada e Olga, una volta chiamato Vrbanja: un luogo simbolo nella storia del Paese, dove il 5 aprile 1992 ebbe di fatto inizio la guerra in Bosnia Erzegovina. Si tratta di un luogo simbolo anche per l’Italia: nei suoi pressi, il 3 ottobre 1993, venne ucciso Gabriele Moreno Locatelli, dei Beati i costruttori di Pace, mentre sul ponte manifestava per una soluzione pacifica della guerra civile.
Sarajevo Centar rappresenta il principale centro per il commercio e gli investimenti in Bosnia Erzegovina e ospita importanti poli culturali, museali e educativi, tra cui il progetto Ars Aevi e il Teatro Nazionale. La Municipalità – che è sede delle organizzazioni internazionali e della diplomazia, nonché delle principali strutture sportive, sanitarie, universitarie – è luogo simbolo del dialogo interculturale e religioso della capitale.