La Sala del Tricolore ha aperto sabato scorso le porte a 24 piccoli ambasciatori e piccole ambasciatrici di pace del Saharawi: un appuntamento di scambio, incontro e accoglienza promosso dall’associazione Jaima Sahrawi, che mancava da Reggio Emilia dal luglio 2019. Nel corso dell’incontro, promosso in collaborazione con il Comune, sono intervenuti il presidente del Consiglio comunale Matteo Iori, la presidente di Rete Saharawi e Jaima Sahrawi Caterina Lusuardi, il portavoce degli accompagnatori Mohamed Lebsir, il consigliere regionale Federico Amico, l’onorevole Antonella Incerti quale coordinatrice del gruppo interparlamentare “Amici del Popolo Saharawi” e la rappresentante del Fronte Polisario in Italia Fatima Mahfud.
“È con grande emozione che posso dirvi ‘bentornati a Reggio Emilia’ – ha detto nell’accoglierli in Sala del Tricolore il presidente del Consiglio comunale Matteo Iori – Sono passati troppi anni, era il luglio del 2019, che voi Ambasciatori di Pace siete stati accolti dal nostro territorio, dalle nostre famiglie e dalle nostre istituzioni locali. Il mondo di oggi è diventato più complicato con la crisi sanitaria ed economica, il rischio è che questi problemi ci possano portare a dimenticare che ci siano popoli, come il popolo Sahrawi, che da anni lottano pacificamente per ottenere i propri diritti e la propria terra. Chiedendo di poter scegliere di avere un proprio paese e fare così ritorno nelle proprie terre”.
La rappresentante del Polisario in Italia Fatima Mahfud ha sottolineato come “questo sia un progetto di protezione umana, alla sua base c’è l’etica della responsabilità individuale e non soltanto collettiva. Oggi è il 40° dell’accoglienza in Italia. Non ci siamo mai fermati, abbiamo lavorato anche durante il covid per dare opportunità a oltre 9 mila bambini, ad accoglienza alternativa”.
“Questo progetto – ha ribadito il consigliere Amico – è fortemente voluto dall’Assemblea legislativa regionale e vede coinvolti numerosi comuni e territori della nostra Regione che sostengono la causa del popolo Saharawi. Sono qui insieme a tanti amministratori per confermare la nostra solidarietà e la nostra vicinanza ai vostri bambini e al vostro popolo”. L’onorevole Incerti: “Chiediamo alla comunità internazionale di dare seguito all’impegno preso e che deve essere portato avanti nel più breve tempo possibile. Questo è un grande esempio di accoglienza da parte delle famiglie e delle amministrazioni che sostengono la cura del mondo, la cura degli altri. Questo progetto ci conferma che non esistono confini nei quali possiamo chiuderci ignorando le sofferenze e le lotte degli altri”.
Alla cerimonia erano presenti numerosi amministratori dei Comuni della provincia che hanno patti di amicizia attivi con i Saharawi, tra cui la sindaca di Novellara Elena Carletti e l’assessore Alberto Razzini, l’assessora Chiara Albanese del Comune di Rubiera, l’assessora Mattea Gialdini del Comune di Gualtieri, il presidente del Consiglio comunale di Scandiano Paolo Meglioli, l’assessora del Comune di Fabbrico Federica Cani, l’assessora Stefania Manenti del Comune di Albinea e l’assessora del Comune di Cavriago Martina Zecchetti. Insieme a loro i rappresentanti e i volontari delle associazioni di volontari dell’Emilia-Romagna: Jaima Sahrawi Reggio Emilia, Help for Children Parma , Kabara Lagdaf Modena e Elouali Bologna.
Nel progetto accoglienza Piccoli Ambasciatori di Pace sono state coinvolte le associazioni in Lazio, Campania, Toscana ed Emilia-Romagna. Dodici di questi bambini sono ora con l’Associazione Help for Children di Parma e altri dodici sono a Reggio Emilia e hanno appena trascorso questa settimana nelle famiglie dei comuni di Scandiano, Albinea e Gualtieri. Insieme ai bambini e alle bambine erano presenti gli accompagnatori saharawi: alcuni di loro hanno partecipato alla formazione specifica, altri sono storici accompagnatori e tutti seguono i bambini per garantire mediazione linguistica e culturale nei momenti di quotidianità, durante le visite sanitarie, nei momenti istituzionali, aiutando la relazione tra famiglie ospitanti e famiglie saharawi. Queste azioni che le varie comunità unite realizzano sono in stretta collaborazione con i comuni che si attivano durante tutto l’anno, non solo per l’accoglienza, e che hanno stretto i Patti d’amicizia con i comuni dei campi profughi.