Torna il tradizionale appuntamento con le giornate Fai d’Autunno in programma sabato 15 e domenica 16 ottobre. La delegazione FAI di Modena dedica la manifestazione alla Via Vandelli, infrastruttura settecentesca candidata ai Luoghi del Cuore del FAI.

Diverse saranno le aperture allestite lungo il percorso del cammino: a Modena Palazzo Ducale, sede dell’Accademia Militare, uno dei simboli della città, a Sassuolo, la palazzina Ducale del Belvedere, esempio di Kaffehaus settecentesca destinato a ricevere gli ospiti della corte per consumare le bevande al tempo considerate esotiche, a Pavullo nel Frignano il borgo medievale di Montebonello. Infine il gruppo FAI Bassa modenese propone invece l’apertura straordinaria di Villa Frassinesi, di proprietà della famiglia di Maria d’Arco Frassinesi, in arte “Fatima Miris”, attrice e cantante dei primi del ‘900, che divenne la regina del trasformismo.

Per Vittorio Cavani, capo delegazione Fai di Modena «si conferma il grande sforzo della delegazione Fai per far scoprire al grande pubblico luoghi normalmente inaccessibili, poco noti o poco valorizzati, in particolare quest’anno abbiamo voluto concentrare l’attenzione sulla Via Vandelli, candidata al censimento dei Luoghi del Cuore, una straordinaria infrastruttura settecentesca che da quasi tre secoli unisce Modena a Massa, fra i Cammini oggi più frequentati a livello regionale, che necessita però di urgenti interventi per la tutela e la valorizzazione. Tutto ciò come sempre grazie ai tanti volontari che ci supportano ed alla preziosa collaborazione delle amministrazioni comunali e di cittadini privati che hanno messo a disposizione le proprietà».

Per Giulio Ferrari, coordinatore del comitato Amici della Via Vandelli «dopo cinque anni di lavoro per riscoprire e promuovere la Via Vandelli, ora il mio sforzo è ricompensato da migliaia di viandanti che tutti gli anni camminano dall’Emilia alla Toscana sul percorso che ho ideato, il più aderente all’originale strada settecentesca. È venuto però il momento di far fare un ulteriore passo alla Via Vandelli, con uno slancio ancora maggiore nella divulgazione e conservazione e ciò si può fare solo insieme ad associazioni serie e attente al territorio come Fai e Cai».

Il weekend di aperture straordinarie, organizzato dalla Delegazione Fai di Modena, insieme al gruppo Fai giovani Modena, il gruppo Fai Bassa modenese, in stretta collaborazione con il gruppo Fai dell’Appennino modenese e il gruppo Fai Ponte tra culture Modena, propone un ricco programma di aperture speciali e visite, consultabili sul sito www.giornatefai.it

Giornate Fai d’autunno 2022, palazzo ducale a Modena e visite anche a Sassuolo, Mirandola e Montebonello

Il Palazzo Ducale di Modena, sede dell’accademia militare, è stata una delle regge più importanti del nord Italia e ha ospitato la corte  dopo la devoluzione di Ferrara allo Stato Pontificio divenendo capitale degli Stati Estensi. Splendido esempio di barocco, costruito per volontà del duca Francesco I d’Este inglobando l’antico castello, costituisce il baricentro monumentale di Modena. La visita partirà dal Cortile d’Onore e dallo  scenografico Scalone, si snoderà  attraverso  le Camere di Parata fino all’Appartamento di Rappresentanza con il grandioso Salone, la Sala di Psiche e il Gabinetto Nobile a Boisè  (Salottino d’Oro) per terminare nel cortile dell’antico castello e in quello che fu il giardino privato per concludersi di fronte alle scuderie, parti anch’esse del vasto  complesso residenziale ducale che comprendeva anche un teatro. Di questo  splendore di arte e di mecenatismo volti a rafforzare la malferma politica del casato nello scacchiere europeo resta una traccia tenue nella memoria collettiva; di qui l’importanza di far rivivere  tutto ciò al visitatore attraverso il racconto. Dal Palazzo Ducale si origina il ramo principale della Via Vandelli.

Collocata sulla sommità dell’antico poggio detto della “Fonte del Medico” spianato dai forzati per volere di Francesco III d’Este impegnato in quegli anni nel far realizzare il grande parco delle reggia sassolese, la Palazzina detta del Belvedere di San Michele si pone al termine della lunga prospettiva che prende avvio proprio dalla facciata meridionale del Palazzo di Sassuolo. Costruita tra il 1778 e il 1781 venne destinato, come la moda richiedeva, a Kaffehaus ossia a padiglione destinato a ricevere gli ospiti della corte e consumare le bevande al tempo considerate esotiche: il the e il caffe’. Da qui il nome anche di una delle stanze. La sala centrale passante a doppio volume accoglie le tempere di Lodovico Bosellini e Giovan Battista Menabue raffiguranti il ciclo delle residenze ducali. Ciò costituisce un documento di straordinario valore. Inoltre, la villa si pone a lato del tracciato della Via Vandelli. Ampliata e modificata nel corso dell’Ottocento, al fine di destinarla a residenza privata, la Palazzina del Belvedere è normalmente non aperta al pubblico.

E’ dunque grazie alla cortese disponibilità e nota sensibilità dell’attuale proprietario che in queste Giornate Fai d’Autunno è possibile visitare un luogo sorprendente non solo dal punto di vista storico artistico ma anche paesaggistico. In occasione delle Giornate FAI il Gruppo FAI Ponte tra Culture Modena organizza visite in lingua cinese, inglese, spagnolo, ucraino.

Montebonello, posto su un colle nella vallata dei torrenti Cogorno e Rossenna, è racchiuso intorno alla piazza ed ha mantenuto la struttura delle sue origini medioevali. Sul lato più scosceso del colle si innalza la possente torre, esempio significativo di torre medievale. La chiesa, posta trasversalmente ai bordi della piazza, è perfettamente orientata secondo gli antichi canoni liturgici. Sul lato meridionale costruito secondo la tecnica dell’opus quadratum sono posti i portali d’ingresso: uno quasi angusto di stile romanico con arco a tutto sesto, l’altro gotico datato 1446 e chiuso in tempi recenti e il terzo aperto all’epoca dell’allungamento della chiesa (1910-1913). Il silenzio, la penombra, le immagini affrescate dell’interno, trasportano il visitatore lontano nel tempo a sperimentare un senso del sacro ormai inusuale e a rivivere atmosfere di religiosità e di devozione dei fedeli di un lontano passato. L’interno della chiesa, infatti, conservatosi quasi integro, è un esempio di organizzazione delle immagini negli spazi di un edificio sacro del tardo Medioevo.

La Villa di Fatima Miris, sorge nella campagna della pianura modenese, nella frazione di San Giacomo Roncole del comune di Mirandola, che porta il nome d’arte della contessa Maria d’Arco Frassinesi, attrice e cantante dei primi del ‘900, determinata e temeraria, che divenne la famosissima regina del trasformismo, al pari del coevo Fregoli o del nostro Brachetti e prima donna del secolo in quest’arte, esibendosi in quasi tutto il mondo fino al 1932. A Fatima Miris, eclettica e sensibile alle nuove correnti artistiche, si deve la modernizzazione della parte di villa di proprietà della sua famiglia dal 1884 secondo il nuovo gusto Liberty.

L’intervento ha interessato gli esterni con loggia, verande, colonne in ghisa, ferri battuti e pannelli in ceramica dell’allora nota fabbrica Gregori di Treviso, ma soprattutto gli interni dove, tra lo sfarzoso salone di rappresentanza e i salotti attigui, le decorazioni di pregevole gusto Liberty – affidate negli anni 1904-1905 alla bolognese ditta Alberghini – riescono a coniugare motivi d’ispirazione internazionale a temi legati all’arte di trasformista di Fatima Miris, committente attiva allora e presente ancora oggi in ogni particolare e nell’essenza stessa della Villa.

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