Nuovo impegno per la prevenzione e la cura dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione da parte della Regione Emilia-Romagna, che si aggiudica quasi 1,9 milioni di euro di finanziamenti statali con un progetto che ha ottenuto il via libera dal ministero della Salute.

Le risorse provengono dal fondo nazionale – istituito dal Governo nella legge di bilancio 2021 – che complessivamente mette a disposizione 15 milioni per il 2022 e altri 10 per il 2023 per finanziare i Piani regionali per le patologie legate ai disordini dell’alimentazione. 1,9 milioni quelli destinati all’Emilia-Romagna, che sommati agli 820mila euro della Regione porta a oltre 2,7milioni l’investimento complessivo per contrastare i disturbi legati al cibo. Un fenomeno, peraltro, in crescita per numero di casi dopo l’emergenza sanitaria causata dalla pandemia: nel 2021 in regione sono stati 2.008 i pazienti presi in carico, tra Centri di salute mentale (1.379 persone) e Neuropsichiatrie dell’infanzia e dell’adolescenza (629); nel 92,2% dei casi donne, oltre i due terzi nella fascia d’età 12-30 anni.

Il progetto – “Linee di intervento per il contrasto dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (DNA)” – ha come principale obiettivo quello di stabilizzare e consolidare l’attuale modello organizzativo regionale della rete ambulatoriale basato sull’équipe multidisciplinare per l’intercettazione precoce dei disturbi alimentari, e garantire prossimità territoriale e adeguatezza delle cure. Altre finalità sono l’implementazione e omogeneizzazione dei Programmi Pdta (Percorso diagnostico terapeutico assistenziale) in ogni Azienda Usl e Azienda Ospedaliero-Universitaria dell’Emilia-Romagna, compatibilmente con le specificità organizzative e territoriali.

Il punto su quanto messo in campo dalla Regione in questo ambito è stato fatto oggi in Commissione assembleare.

“La Regione dedica da anni grande attenzione al fenomeno, con una molteplicità di servizi e competenze per offrire interventi integrati, coordinati e professionalmente qualificati, capaci di cogliere i diversi livelli di un disturbo che ferisce profondamente corpo e anima- sottolinea l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. L’impegno si conferma con questo nuovo progetto sanitario, che prevede lo sviluppo di azioni mirate per contrastare l’insorgenza e la cronicizzazione di disturbi legati alla nutrizione e all’alimentazione. Fondamentale è lavorare insieme, con il coinvolgimento della famiglia, della scuola e delle associazioni presenti sul territorio”.

Il progetto, in sintesi

Tra le azioni principali previste dal progetto il potenziamento e la realizzazione, dove non presenti, dei livelli ambulatoriali intensivi dei Day Service con figure professionali dedicate al percorso psiconutrizionale: almeno un Day service per il 50% delle Aziende sanitarie del territorio; l’implementazione della cartella socio-sanitaria unica elettronica regionale per la gestione della documentazione sanitaria, i Percorsi di cura (Programma regionale DNA) e la condivisione dei Progetti terapeutico-riabilitativi con tutti i componenti dell’équipe DNA e con gli assistiti/familiari.

E ancora, si prevede un ulteriore potenziamento della telemedicina nell’ambito della cura delle persone che soffrono di disturbi alimentari, in particolare della televisita e del teleconsulto: l’obiettivo in questo caso è raggiungere il 5% delle prestazioni in telemedicina.

Il progetto regionale sosterrà anche l’attivazione di Posti letto dedicati, ma non esclusivi, in un reparto di area medica (escluso chirurgia e psichiatria) con competenze nutrizionali, in ogni Azienda Usl per casi con minore complessità o per Area Vasta, per casi con maggiore complessità, che richiedono esperienza e formazione specifica.

Sono previste anche attività trasversali. Tra queste la realizzazione in ambito aziendale/provinciale di eventi di formazione rivolti a tutti gli operatori coinvolti a vario titolo nella gestione della problematica DNA; la formalizzazione di un Tavolo di Rete Territoriale tra Aziende Usl, volontariato e Sistema scolastico, che promuova progetti di prevenzione e promozione della salute, e la costruzione di una rete di collaborazione con il Dipartimento di Sanità Pubblica e/o Dipartimento Cure Primarie per la rilevazione precoce dei casi. La Regione, inoltre, intende dare significativo impulso alla realizzazione di un coordinamento autonomo delle Associazioni di utenti e familiari che si occupano di DNA. Il tavolo di coordinamento delle Associazioni sarà un elemento di costante verifica della progettualità realizzata dalla Regione Emilia-Romagna e dalle Aziende Usl.

Infine, una formazione regionale co-progettata e realizzata dall’Università degli Studi di Bologna su tematiche cliniche organizzative, destinata a tutti i professionisti delle équipe DNA della regione.

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