Sono ormai sei su dieci i modenesi che scelgono la cremazione rispetto alle sepolture o ai loculi. La tendenza, cresciuta negli ultimi anni (nel 2015 erano poco più del 40 per cento), per ora sembra essersi stabilizzata: alla metà di ottobre di quest’anno, infatti, il dato statistico è del 59,5 per cento, dopo che nel 2021, anche per effetto delle conseguenze della pandemia, si era raggiunto il 60,5 per cento.
L’analisi dei dati che si riferiscono alle scelte dei cittadini modenesi, realizzata dal Servizio statistica comunale in occasione delle giornate dedicate alla Commemorazione dei defunti, evidenzia per gli anni precedenti una crescita graduale: nel 2017 erano ancora meno della metà (il 46,4 per cento), per poi raggiungere il 51 per cento tra 2018 e 2019 e passare al 58,2 per cento nel 2020, con l’inizio della pandemia.
Proprio nell’aprile di quell’anno è stata registrata la percentuale più elevata di cremazioni: l’80 per cento di tutti i defunti residenti.
I Servizi demografici del Comune, nell’anno 2021 hanno registrato in città 2.106 deceduti fra i residenti. Il 40 per cento sono stati sepolti in terra, loculi o cappelle. Di questi, il 30 per cento sono stati sepolti a San Cataldo, un altro 35 per cento nei cimiteri frazionali di Modena, ed il restante 35 per cento in altri comuni italiani.
Per circa la metà, il 48 per cento dei casi, le ceneri dei defunti cremati nel corso del 2021 sono state tumulate nei cimiteri, in un caso su dieci sono state affidate a familiari residenti nel comune, mentre nel restante 42 per cento dei casi sono state disperse in aree concordate.