La Comunità del Distretto di Carpi avrà presto una casa, un punto di riferimento non solo per quanto riguarda le risposte ai crescenti bisogni socio-sanitari, ma anche per le funzioni di orientamento e accoglienza alla cittadinanza, di educazione alla salute e di prevenzione e promozione di sani stili di vita.

E ieri sera, all’Auditorium della Biblioteca Loria di Carpi, si è tenuta la prima assemblea di condominio, ovvero il primo incontro del percorso partecipativo organizzato da Azienda USL di Modena e Unione Terre d’argine e che vede protagonista il Terzo settore per la co-progettazione della nuova Casa della Comunità che sta sorgendo in viale Peruzzi a Carpi.

Il mondo dell’associazionismo locale ha risposto presente all’appello, riempiendo la sala e partecipando in modo attivo al dialogo, che ha visto inizialmente gli interventi di Tamara Calzolari, Assessora alle politiche sociali del Comune di Carpi, Stefania Ascari, Direttrice del Distretto sanitario di Carpi, e Vanessa Vivoli, in rappresentanza dell’Agenzia sanitaria della Regione Emilia-Romagna.

Dopo una breve introduzione, con un excursus sulle radici normative di queste strutture intermedie che fanno da ponte tra l’assistenza ospedaliera e il domicilio, i relatori hanno illustrato al pubblico presente in sala e a quello collegato da remoto il cambio di paradigma che comporta la nuova denominazione di Casa della Comunità, descrivendone le potenzialità, i servizi contenuti e il posizionamento all’interno di una vasta rete.

Ma cos’è, in sintesi, una Casa della Comunità? È un luogo in cui il cittadino trova risposte a bisogni occasionali o complessi, come quelli che riguardano la cronicità, la non auto-sufficienza e le cure palliative, ma anche un luogo dove si promuove la salute, si fa prevenzione e si educa a sani stili di vita e comportamenti corretti. E ancora, una struttura che presenta un forte legame con i ragazzi e la loro salute, non a caso trova collocazione affianco al polo scolastico, con servizi di tipo consultoriale, dal benessere riproduttivo alle cure perinatali.

La Casa della Comunità di Carpi, che rappresenterà l’hub distrettuale (a Novi e Rovereto è già presente una Casa della Comunità che sarà spoke, così come quelle in programma a Soliera e Campogalliano) e conterrà la nuova Centrale Operativa Territoriale, sarà inserita all’interno di una rete che prevede, tra le altre cose, l’infermieristica di Comunità e un Ospedale di Comunità (oggi temporaneamente a Novi in attesa del completamento di quello di Carpi, in fase di realizzazione grazie a un investimento del Comune).

Forte anche la valenza sociale di questa nuova struttura, ancora una volta sottolineata dalla collocazione di fronte alla sede della Casa del Volontariato, con cui si proseguirà un percorso di collaborazione che in questo territorio ha radici solide. Proprio come dimostrato dalla serata di ieri, con i tanti interventi che si sono succeduti, in platea e sul palco, in una sorta di dialogo costruttivo che porterà vantaggi a tutta la cittadinanza. “Abitiamola insieme”: è stata riassunta così la proposta che le istituzioni hanno fatto al Terzo settore, illustrata in dettaglio nelle relazioni di Cinzia Minozzi, Responsabile dell’assistenza territoriale del Distretto di Carpi, Paola Elisa Rossetti, responsabile dell’Ufficio di Piano dell’Unione Terre d’argine, Emanuela Ferri, Referente Aziendale Medicina d’Iniziativa e Continuità, e Valeria Lodi, referente del Centro Servizi Volontariato.

Prima della conclusione, affidata al Sindaco di Carpi e Presidente dell’Unione Terre d’argine Alberto Bellelli, la presentazione dei prossimi passaggi di questo percorso partecipativo: si formeranno tre gruppi, tre contenitori d’idee su “informazione e comunicazione”, “ragazzi, salute e famiglia” e “i nodi della rete”, che saranno chiamati alla co-costruzione della Casa della Comunità.

Siamo molto soddisfatti dell’incontro di ieri – dichiara Stefania Ascari, Direttrice del Distretto di Carpi –, perché ha segnato un primo momento di confronto in un percorso che ci condurrà a definire insieme ciò che la Casa della Comunità rappresenterà per questo territorio. E sarà un ruolo di importanza strategica, una casa della comunità per la comunità, dove i cittadini possano trovare risposte ma anche avere un riferimento su tantissime tematiche che rappresentano le sfide del futuro prossimo. La popolazione sta invecchiando rapidamente e i bisogni si fanno sempre più complessi: dobbiamo pensare alle persone con cronicità ma anche ai giovani e agli adulti, per preservare la loro salute e far sì che non sviluppino patologie che possono essere invalidanti. Serve il contributo di tutti e ieri il nostro tessuto sociale ha dimostrato di essere al nostro fianco”.

Passare da Casa della Salute a Casa della Comunità – commenta Tamara Calzolari, assessora alle politiche sociali del Comune di Carpi – rappresenta un cambio di paradigma nello sviluppo di un modello che intende accrescere sia gli standard di assistenza territoriale socio sanitaria, sia i percorsi di prevenzione. Sono luoghi nati dall’idea di portare i servizi sanitari sempre più vicini alla comunità, così come auspicato dall’Europa e dal servizio sanitario nazionale. In queste strutture sanitarie di prossimità viene presa in carico la persona nella sua globalità, con l’obiettivo di dare risposte integrate. Questo è possibile anche all’attivazione di risorse della comunità che ci auguriamo possano coinvolgere anche i caregiver familiari e le associazioni del terzo settore. Nel concreto, a Carpi nascerà una casa della Comunità Hub, ovvero con servizi di riferimento per tutti i cittadini del distretto dell’Unione Terre d’argine, come ad esempio la Centrale Operativa Territoriale, mentre negli altri Comuni sono previste Case della Comunità spoke con servizi dedicati ai cittadini di quel territorio. La sfida è quella della presa in carico delle persone che invecchiano e hanno delle patologie croniche, ma anche offrire un supporto ai giovani e la prevenzione: non è un caso che la nostra sede sia posizionata vicino alle scuole superiori e all’interno verrà realizzato anche un consultorio”.

Una serata importante – conclude il Presidente dell’Unione Terre d’argine con delega ai servizi sociali e sanitari, Alberto Bellelli – che ha permesso a tanti cittadini, ai rappresentanti delle associazioni di volontariato, ai mondi delle professioni legate alla salute della nostra città, di cominciare a ragionare insieme su quella che sarà la nostra Casa di Comunità. Un luogo per fornire servizi legati alla cronicità, alla prevenzione e che darà spazio anche alla progettualità. Possiamo immaginarlo come un condominio del mondo operativo della sanità e del mondo del sociale, un edificio da costruire insieme, che ospiterà tanti protagonisti che ruotano intorno al mondo della salute”.

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